Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 12 aprile 2016, n. 15113 Ritenuto in fatto 1. Avverso la sentenza del 08.03-20.05.13 con cui la Corte d’appello di Perugia ha confermato la condanna di D.T. (solo in motivazione riqualificando il reato ascritto ex art. 336 cod. pen. ai sensi dell’art. 337), ricorre l’imputato a mezzo del...
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Corte di Casaszione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673. Il decorso del quinquennio dal passaggio in giudicato della sentenza di applicazione della pena comporta l’estinzione del relativo reato e dei connessi effetti penali (ivi compresa, pertanto, la rilevanza dell’illecito ai fini della contestazione della recidiva), precisando che tali conseguenze si producono ipso iure, senza necessità di una formale declaratoria in tal senso da parte del giudice dell’esecuzione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6673 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. TRONCI Andrea – rel. Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 settembre 2015, n. 36687. ai fini della determinazione dei limiti edittali per accedere alla messa alla prova per adulti, deve ritenersi fermo il criterio “quantitativo” soggetto ai limiti di pena stabiliti e determinati ex art. 4 c.p,p. richiamato dall’art. 550 , c. 1 c.p.p. e implicitamente fatto proprio dall’art. 168 bis c.p.p. Di conseguenza si tiene conto delle “aggravanti per le quali la legge prevede una specie di pena diversa da quella ordinaria” e di quelle “ad effetto speciale”
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 settembre 2015, n. 36687 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenic – rel. Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 luglio 2015, n. 32702. Il giudice può applicare la custodia cautelare in carcere in deroga ai limiti di legge quando ritiene inadeguata ogni misura cautelare meno afflittiva. Così ha stabilito la Cassazione per la quale la riforma della custodia cautelare, approvata con il D.l. 92/2014, convertito dalla legge 117/2014, che ha introdotto all’articolo 275 comma 2° bis limiti di applicabilità della custodia cautelare in carcere, non impedisce al giudice di adottare la misura più restrittiva se ritiene che altre misure meno afflittive siano inadeguate a soddisfare le esigenze cautelari. La Suprema corte ha così sottolineato l’importanza dell’esigenza di rimettere alla discrezionalità del giudice la valutazione della necessità di ricorrere o meno alla custodia cautelare in carcere
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 luglio 2015, n. 32702 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 luglio 2015, n. 30899. Il custode giudiziario – per la sua qualità di soggetto destinatario di uno specifico obbligo di vigilanza sulla cosa affinché ne venga assicurata o conservata l’integrità – risponde della violazione di sigilli a meno che non dimostri che si verte in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 luglio 2015, n. 30899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. BASSI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 giugno 2015, n. 26528. In tema di resistenza a pubblico ufficiale, l’elemento materiale della violenza risulta integrato dal comportamento del soggetto che, guidando un veicolo in modo oggettivamente pericoloso, non si limita a tentare la fuga, ma pone volontariamente in pericolo l’incolumità personale degli utenti della strada
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 giugno 2015, n. 26528 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata, la Corte d’Appello di Lecce ha ribadito la condanna alla pena di sette mesi di reclusione stabilita da quella emessa dal Tribunale di Brindisi, Sezione Distaccata di Ostuni in data 24/11/2011 a carico di F.F....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 settembre 2014, n. 37727. Costituisce unico reato, e non pluralità di reati, a norma dell'art. 337 cod. pen., l’ipotesi in cui la violenza o minaccia (che concreta la resistenza) sia diretta contro più pubblici ufficiali o contro più incaricati di pubblici servizi in un contesto di unicità di azione
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 15 settembre 2014, n. 37727 Considerato in fatto La sentenza della Corte di Appello di Genova del 23 gennaio 2013 oggetto della odierna impugnazione confermava la condanna di P.A. per il “reato continuato” di cui all’articolo 337 codice penale perché con una unica azione, consistente nel minacciare due...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 luglio 2014, n. 29334. La notifica ricevuta dal difensore quale soggetto "surrogato" all'imputato non esclude la necessità della traduzione dell'atto, non rilevando la circostanza che l'atto non sia più diretto all'imputato che non conosce la lingua italiana ma al difensore che la conosce
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 luglio 2014, n. 29334 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Mar – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. OLDI Paolo – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2014, n. 20028. In tema di resistenza a pubblico ufficiale, la condotta penalmente rilevante deve intendersi rappresentata da qualsivoglia attivita' omissiva o commissiva che si traduca in un atteggiamento, anche talora implicito, purche' percepibile ex adverso, che impedisca, intralci, valga a compromettere, anche solo parzialmente e temporaneamente, la regolarita' del compimento dell'atto di ufficio o di servizio da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, e cio' indipendentemente dal fatto che l'atto di ufficio possa comunque essere eseguito
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2014, n. 20028 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. APRILE Ercole – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 aprile 2014, n. 15676. La Corte di appello riformava parzialmente la sentenza emessa dal Tribunale, recante la condanna dell'imputato per resistenza a p.u. e lesioni, in danno di un agente di Polizia Municipale, che nell'occorso riportava la rottura della cuffia dei rotatori alla spalla sinistra; al contempo, il poliziotto era stato condannato per violenza privata in danno dell'imputato, limitatamente ad una parte della condotta a lui addebitata (in ipotesi, aveva contestato una infrazione al Codice della Strada commessa nel territorio di Venzone, seguendolo fino a Gemona del Friuli per poi strappargli di mano la patente e strattonarlo per le braccia). I protagonisti della vicenda erano stati reciprocamente condannati al risarcimento dei danni subiti, essendosi entrambi costituiti parti civili.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 aprile 2014, n. 15676 Ritenuto in fatto 1. L’11/07/2012, la Corte di appello di Trieste riformava parzialmente la sentenza emessa dal Tribunale di Tolmezzo il 23/09/2010, recante la condanna di P.I. alla pena di mesi 8 di reclusione per resistenza a p.u. e lesioni, in danno di...