Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 aprile 2015, n. 16613 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 aprile 2015, n. 15247. In tema di determinazione della pena per traffico e consumo di stupefacenti, la Corte d’appello è svincolata dalla decisione di primo grado, anche nello stabilire una sanzione assai più vicina all’attuale massimo rispetto a quella inflitta in primo grado che era invece vicina al minimo, basta che sia rispettato il divieto di peggioramento del trattamento se il ricorso è presentato dall’imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 aprile 2015, n. 15247 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 marzo 2015, n. 11498. In materia di reati tributari, può assumere rilievo e, quindi, costituire oggetto di sequestro probatorio ogni elemento utile che, anche in forma indiretta, possa contribuire a ricostruire i fatti e dunque il giudizio sul merito della contestazione, essendo in tal senso rilevante anche la documentazione contabile relativa a periodi di imposta diversi rispetto a quelli in relazione ai quali è condotta l’indagine penale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 19 marzo 2015, n. 11498 Ritenuto in fatto Con ordinanza del 13.6.2014 il Tribunale di Macerata rigettava la richiesta di riesame avverso il decreto di perquisizione e sequestro probatorio delle scritture e in genere di tutta la documentazione contabile della società EFFEMME emesso l’8.5.2014 nel procedimento penale n....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 marzo 2015, n. 11497. Il sequestro preventivo funzionale alla confisca può riguardare anche beni non di proprietà dell’indagato. E non ci deve essere una precisa corrispondenza in termini strettamente economici tra il quantum oggetto del reato (evasione) e il patrimonio assoggettato a vincolo cautelare. E’ sufficiente che non sussista un’evidente sproporzione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 marzo 2015, n. 11497 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 marzo 2015, n. 10217. Tra le ipotesi di perseguibilità della violenza sessuale senza querela dell'offeso spicca la fattispecie di connessione dell'abuso ad altro delitto procedibile d'ufficio: la ratio del mutamento del regime di procedibilità si incardinerebbe, secondo la chiave prospettica tradizionale, nella dinamiche della tutela della riservatezza della persona offesa. Una più pregnante lettura, che valorizzi il ruolo della vittima nell'accertamento giudiziario e le esigenze di protezione riconosciute sul piano sovranazionale a tutela della sua dignità di persona ferita, conducono, tuttavia, a una più composita rimeditazione delle logiche sottese al meccanismo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 marzo 2015, n. 10217 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott. MENGONI Enrico...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 marzo 2015, n. 11352. In caso di procedure conciliative o di adesione, presupposto della applicabilità della circostanza attenuante è l'intervenuta integrale estinzione del debito d'imposta. L'attenuante in questione, non è applicabile in caso di rateizzazione del debito di imposta già iscritto a ruolo e indicato nella cartella di pagamento, atteso che il riconoscimento del beneficio è subordinato all'integrale ed effettiva estinzione dell'obbligazione tributaria. E l'avvenuto puntuale pagamento delle eventuali rate già scadute non garantisce certamente il pagamento delle successive rate a scadere
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 marzo 2015, n. 11352 Ritenuto in fatto La Corte di Appello di Venezia, pronunciando nei confronti dell’odierno ricorrente M.R. , con sentenza del 28.4.2014, confermava la sentenza del GUP presso il Tribunale di Verona, emessa in data 17.1.2013, con condanna al pagamento delle spese processuali. Il GUP...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 febbraio 2015, n. 5934. In tema di revoca o sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, secondo la previsione di cui all'art. 299 co. 4 ter cod. proc. pen. se la richiesta è basata sulle condizioni di salute di cui all'art. 275 cod. proc. pen., comma 4 bis, ovvero se tali condizioni di salute sono segnalate dal servizio sanitario penitenziario, il giudice, se non ritiene di accoglierla sulla base degli atti, dispone con immediatezza e comunque non oltre il termine previsto al comma 3, gli accertamenti medici del caso, nominando un perito. Il giudice, dunque, ha l'obbligo di disporre la perizia solo se sono evidenziate ragioni di salute riconducibili alla previsione di cui all'art. 275 co. 4 bis cod. proc. pen. e cioè: l'essere il richiedente persona affetta da AIDS conclamata o da gravi deficienze immunitarie accertate ai sensi dell'art. 256 bis, co. 2 cod. proc. pen. ovvero da altra malattia particolarmente grave, per effetto della quale le sue condizioni di salute risultino incompatibili con lo stato di detenzione e comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere. A far scattare l'obbligo di nominare un perito non basta, dunque, evidentemente, prospettare una qualsivoglia malattia, ma occorre che venga evidenziata e circostanziata una patologia "particolarmente grave", la cui cura non sia compatibile con il regime carcerario, anche nei centri clinici particolarmente attrezzati disponibili all'interno di talune strutture dell'amministrazione penitenziaria. E se non è onere del richiedente provare in maniera esaustiva tale incompatibilità, per contro la richiesta deve contenere degli elementi che consentano al giudice una delibazione circa la ricaduta del caso in esame nella previsione di cui all'art. 275 co. 4 bis cod. proc. pen..
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 febbraio 2015, n. 5934 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Genova, pronunciando nei confronti dell’odierno ricorrente L.R. , con ordinanza del 17.6.2014 rigettava l’appello avverso l’ordinanza con cui il GIP del Tribunale di Genova, in data 15.4.2014 aveva a sua volta rigettato l’istanza di sostituzione con...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 gennaio 2015, n. 2458. Un’associazione per delinquere ha carattere transnazionale quando nella stessa è "coinvolto" un gruppo criminale organizzato" e ricorre taluna delle ipotesi indicate nell'ultimo periodo dell'art. 3 l. 146/2006 (Fattispecie relativa all'accusa di frode fiscale internazionale ex art. 2 d.lg. n. 74/2000)
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 20 gennaio 2015, n. 2458 Ritenuto in fatto Con ordinanza del 19.6.2014 il Tribunale di Milano, pronunciando sulla richiesta di riesame avverso l’ordinanza emessa in data 19.5.2014 con la quale il GIP del Tribunale di Corno applicava la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di C.S....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 gennaio 2015, n. 1725. Nel reato di omesso versamento di ritenute previdenziali, la prova del dolo e' insita in genere nella presentazione della dichiarazione annuale, dalla quale emerge quanto e' dovuto a titolo di imposta, e che deve, quindi, essere saldato o almeno contenuto non oltre la soglia di euro cinquantamila, entro il termine lungo previsto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 gennaio 2015, n. 1725 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. PEZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 14 ottobre 2014, n. 42884. L'obbligo di traduzione in una lingua comprensibile allo straniero alloglotta, che sia raggiunto da un'ordinanza applicativa di una misura cautelare personale, sorge, dunque, nel momento in cui si ha la prova che non e' in grado di comprenderne il contenuto, perche' la traduzione non inerisce al profilo della perfezione e della validita' dell'atto, ma solo a quello della sua efficacia. Ne consegue che il termine per l'esercizio dei diritti di difesa coincide con il momento in cui la traduzione raggiunge il suo scopo, consentendo al destinatario la piena conoscenza del provvedimento
Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 14 ottobre 2014, n. 42884 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott....