In tema di Bancarotta ed esigenze cautelari; il pericolo di reiterazione di condotte fraudolente messe in atto in passato per sottrarre azioni del gruppo al rischio di azioni esecutive da parte dell’erario viene meno con il fallimento. Sentenza 22 febbraio 2018, n. 8750 Data udienza 10 ottobre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 20 ottobre 2017, n. 48370. Sono utilizzabili i risultati di intercettazioni informatiche o telematiche compiute mediante l’installazione di un “captatore informatico” (cd. trojan)
Sono utilizzabili i risultati di intercettazioni informatiche o telematiche compiute mediante l’installazione di un “captatore informatico” (cd. trojan) in un dispositivo elettronico anche se si trova in un luogo di privata dimora ed il procedimento riguarda reati diversi da quelli di criminalità organizzata per i quali trova applicazione la disciplina di cui all’art. 13 del...
Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 5 settembre 2017, n. 40280. Il reato di atti persecutori è configurabile anche quando le singole condotte siamo reiterate in un arco di tempo molto ristretto ma è necessario che si tratti di atti autonomi
Sebbene il reato di atti persecutori sia configurabile anche quando le singole condotte siamo reiterate in un arco di tempo molto ristretto, è tuttavia necessario che si tratti di atti autonomi. Non rileva quindi a questo scopo il tentativo dell’imputato di abbattere la porta d’ingresso dell’abitazione della vittima, seguito dal superamento del balcone e dall’effrazione...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 8 giugno 2017, n. 28659
Il giudice dell’esecuzione, in caso di riconoscimento della continuazione tra più reati oggetto di distinte sentenze irrevocabili, nel determinare la pena è tenuto anche al rispetto del limite del triplo della pena inflitta per la violazione più grave, oltre che del criterio indicato dall’art. 671, comma 2, cod. proc. pen., rappresentato dalla somma delle pene...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 11 maggio 2017, n. 23025
Il limite della continenza va inteso in primo luogo in senso formale, come assenza di espressioni pretestuosamente denigratorie e sovrabbondanti rispetto al fine della cronaca del fatto e della sua critica. In secondo luogo la continenza va intesa anche in senso sostanziale, come stretto collegamento tra l’offesa e il fatto dal quale la critica ha...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 21 febbraio 2017, n. 8362
Ai fini della configurabilita? del reato degli atti persecutori anche il mutamento delle abitudini di vita, costituendo la stato d’ansia e il mutamento delle abitudini di vita eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice. Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 21 febbraio 2017, n. 8362 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 14 novembre 2016, n. 48007
Non ricorre il delitto di stalking in caso di frequenti articoli giornalistici e di post dal contenuto diffamatorio, posto che a tal fine occorre la coesistenza di altre molestie SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE SENTENZA 14 novembre 2016, n. 48007 Ritenuto in fatto II Tribunale dei riesame di Taranto, quale giudice di...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 18 agosto 2016, n. 35018
Ai fini dell’integrazione del delitto in discorso – che ha natura di reato di pericolo – è necessario che la minaccia – da valutarsi con criterio medio ed in relazione alle concrete circostanze del fatto – sia idonea a cagionare effetti intimidatori sul soggetto passivo, ancorché il turbamento psichico non si verifichi in concreto. Di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44893. Il delitto di minaccia è reato di pericolo che non presuppone la concreta intimidazione della persona offesa, ma solo la comprovata idoneità della condotta ad intimidirla (Cass. 47739/2008, 21601/2010, 644/2014), nella specie sussistente sia per il tenore della frase (‘tanto te la faccio pagare’ ), che, come osservato nella sentenza impugnata, aveva attitudine ad intimorire prospettando, sia pure in modo indeterminato, il verificarsi di eventi spiacevoli a carico del destinatario, sia per il gesto che l’aveva accompagnata (aveva puntato il dito contro)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 novembre 2015, n. 44893 Ritenuto in fatto 1. II PG territoriale ricorre avverso la sentenza dei Giudice di pace di Olbia che ha ritenuto L.P. responsabile del reato di minaccia in danno di G.R. (tanto te la.faccio pagare’). 2. Con i primi due motivi si deduce violazione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 aprile 2015, n. 17101. Nel giudizio di cassazione l’imputato non può chiedere la sospensione del procedimento con la messa alla prova di cui all’art. 168-bis cod. pen., nè può altrimenti sollecitare l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio al giudice di merito, per l’incompatibilità del nuovo istituto con il sistema delle impugnazioni e per la mancanza di una specifica disciplina transitoria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 aprile 2015, n. 17101 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAZA Carlo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE...
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