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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 settembre 2015, n. 38267. Nei procedimenti pendenti, la richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova di cui all’art. 464-bis cod. proc. pen. deve essere presentata, a pena di tardività, alla prima udienza utile successiva all’entrata in vigore della legge n. 67 del 2014

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 settembre 2015, n. 38267 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. FIDELBO G. – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 luglio 2015, n. 33040. In materia di sostanze stupefacenti, con riferimento alle ipotesi di illeciti riguardanti sostanze stupefacenti leggere

Suprema Corte di Cassazione S,U.P. sentenza 28 luglio 2015, n. 33040 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. CHIEFFI Severo – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio –...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 luglio 2015, n. 33041. E’ammissibile la richiesta di riesame presentata, ai sensi dell’art. 324 cod. proc. pen., avverso il decreto di sequestro preventivo dal difensore di fiducia nominato dal rappresentante dell’ente secondo il disposto dell’art. 96 cod. proc. pen. ed in assenza di un previo atto formale di costituzione a norma dell’art. 39 d.lgs 231/2001, a condizione che, precedentemente o contestualmente alla esecuzione del sequestro, non sia stata comunicata l’informazione di garanzia prevista dall’art. 57 del decreto legislativo medesimo. E’ inammissibile, per difetto di legittimazione rilevabile di ufficio ai sensi dell’art. 591 cod. proc. pen., la richiesta di riesame di decreto di sequestro preventivo presentata dal difensore dell’ente nominato dal rappresentante che sia indagato o imputato del reato da cui dipende l’illecito amministrativo, stante il generale e assoluto divieto di rappresentanza posto dall’art. 39, comma 1, del d.lgs. n. 231/2001.

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 28 luglio 2015, n. 33041 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. SIRENA Pietro Antoni – Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristin – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 marzo 2015, n. 12924. In caso di confisca diretta del prezzo del reato, prevista come obbligatoria dall’articolo 240, comma 2°, n. 1, del Cp, sussiste contrasto interpretativo in ordine all’applicabilità della misura in caso di estinzione del reato, che va rimesso alle sezioni Unite. Infatti, nell’ambito dell’orientamento secondo cui nel caso in cui il prezzo del reato sia costituito dal denaro deve procedersi alla confisca in forma diretta (sezioni Unite, 30 gennaio 2014, Gubert), si contrappongono due tesi. Secondo la prima, la natura di misura di sicurezza patrimoniale della confisca, presupporrebbe necessariamente la condanna, in quanto la misura ablativa è prevista non in ragione dell’intrinseca illiceità della cosa, bensì in forza del suo peculiare collegamento con il reato, il cui positivo accertamento ne è necessario presupposto. Seconda l’altra tesi, sarebbe invece possibile applicare la confisca obbligatoria pur nell’ipotesi di estinzione del reato, in forza del combinato disposto degli articoli 210 e 236 del Cp, norme specificamente dedicate alle misure di sicurezza che, in relazione alla confisca, prevedono una deroga al principio stabilito dal citato articolo 210 del Cp, secondo cui l’estinzione del reato impedisce l’applicazione delle misure di sicurezza; con la precisazione, peraltro, che la possibilità di disporre la confisca in relazione a un reato prescritto, è subordinata al fatto che vi sia stato un effettivo accertamento dei profili di responsabilità, cosicché sarebbe pur sempre preclusa la misura di sicurezza nei casi in cui l’estinzione del reato per prescrizione maturi prima del promovimento dell’azione penale, ovvero quando l’estinzione sia dichiarata nell’udienza preliminare o con sentenza emessa ai sensi dell’articolo 129 del Cpp, ipotesi in cui difetta ogni tipo di accertamento in ordine alla responsabilità dell’imputato

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 marzo 2015, n. 12924 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 marzo 2015, n. 12065. Una condotta penalmente rilevante di maltrattamenti in famiglia è riscontrabile soltanto laddove l’abitualità delle vessazioni riveli la programmatica strumentalizzazione di una relazione ai fini di una prevaricazione sistematica che induce, nella vittima, una perdurante afflizione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 marzo 2015, n. 12065 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgi – rel. Consigliere Dott. MOGINI...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 marzo 2015, n. 12643. Il contenuto di un certificato medico attestante l’assoluto impedimento a comparire dell’imputato per ragioni di salute può essere sindacato dal giudice ed eventualmente disatteso solo con adeguata motivazione, facendo ricorso alle comuni regole di esperienza o conoscenze mediche di base, fermo restando che in caso di dubbio o perplessità deve essere disposta la visita medico-fiscale di controllo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 25 marzo 2015, n. 12643 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. FIDELBO G. – rel. Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6682. In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare lo stato di bisogno e l'obbligo del genitore di contribuire al mantenimento dei figli minori non vengono meno quando gli aventi diritto siano assistiti economicamente da terzi

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 16 febbraio 2015, n. 6682 Ritenuto in fatto Con la decisione indicata in epigrafe la Corte d’appello di Torino ha confermato la sentenza del 16 luglio 2012 con cui il locale Tribunale aveva condannato D.P.D. alla pena di tre mesi di reclusione ed Euro 200,00 di multa in...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 novembre 2014, n. 47014. Ove dalle proposte rivolte dai pubblici ufficiali anche le presunte vittime finiscano per ricevere un indebito vantaggio, il fatto dev'essere qualificato non come concussione ma come induzione indebita, in quanto la vittima accetta la proposta del pubblico ufficiale non per evitare un male ingiusto, ma per conseguire un vantaggio indebito

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 novembre 2014, n. 47014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesc – Presidente Dott. FIDELBO G. – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. APRILE E. – Consigliere Dott....