SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 25 giugno 2015, n. 26840 Considerato in fatto B.G. (mediatore), L.C. (direttore regionale presso l’assessorato alla sanità della regione (OMISSIS)), N.D. (responsabile dell’unità operativa di cardiologia dell’ospedale di (…) e direttore scientifico del progetto (omissis)), D.P.S.M. (già presidente di due società del gruppo General electric company), in concorso...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2015, n. 20140. In tema di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, l’aggravante dell’ingente quantità, di cui all’art. 80, comma 2, d.P.R. n. 309/1990, non è di norma ravvisabile quando la quantità sia inferiore a 2.000 volte il valore massimo, in milligrammi (valore-soglia), determinato per ogni sostanza nella tabella allegata al d.m. 11/4/2006, ferma restando la discrezionale valutazione del giudice di merito, quando tale quantità sia superata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2015, n. 20140 Considerato in fatto 1. P.D. è imputato di avere illecitamente detenuto 8 kg di marijuana (principio attivo gr. 1143,61), quantità da considerarsi ingente, in (omissis). In esito a giudizio abbreviato il 21.9.09 il GUP di Bologna, con motivazione depositata lo stesso giorno ma...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 aprile 2015, n. 16924. L’azione di risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie, anche dopo le modifiche introdotte con la recente riforma sulle responsabilità civile dei magistrati, non costituisce per sé ragione idonea e sufficiente ad imporre la sostituzione del singolo magistrato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 aprile 2015, n. 16924 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 aprile 2015, n. 15918. Per il delitto di omesso versamento dell’assegno divorzile si procede d’ufficio, in quanto il rinvio che ha fatto il legislatore speciale all’art. 570, comma 3, c.p., si riferisce esclusivamente al trattamento sanzionatorio e non anche alla relativa condizione di procedibilità, il quale, in deroga ai principi generali, prevede la procedibilità a querela della persona offesa, salvo nei casi previsti dal numero 1 e, quando il fatto è commesso nei confronti di minori, dal n. 2 del comma 2 della suddetta disposizione contenuta nel codice penale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 aprile 2015, n. 15918 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 marzo 2015, n. 11640. In tema di falso in atto pubblico, il pubblico ufficiale estensore dell’atto non puo’ invocare la scriminante dell’esercizio del diritto (articolo 51 c.p.), “sub specie” del principio “nemo tenetur se detegere”, per avere attestato il falso al fine di non fare emergere la propria penale responsabilita’ in ordine all’episodio in esso rappresentato, non potendo la finalita’ probatoria dell’atto pubblico essere sacrificata all’interesse del singolo di sottrarsi alle conseguenze di un delitto.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 marzo 2015, n. 11640 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CITTERIO C. – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. BASSI A. – Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 marzo 2015, n. 13799. Sussiste la potenziale responsabilità civile della pubblica amministrazione per le condotte dei propri dipendenti che sfruttando l’adempimento di funzioni pubbliche a essi attribuite, e in esclusiva ragione di un tale contatto, tengano condotte, anche di rilevanza penale e pur volte a conseguire finalità esclusivamente personali, che cagionino danni a terzi, ogniqualvolta le condotte che cagionano danno risultino non imprevedibili. Con questa affermazione la Cassazione ha delineato il collegamento tra la responsabilità penale del dipendente pubblico e la responsabilità civile della pubblica amministrazione in caso di danni arrecati a terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 31 marzo 2015, n. 13799 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2015, n. 8995. La persona offesa non è legittimata al ricorso personale avverso il decreto di archiviazione e tale principio opera anche quando la persona offesa abbia la qualità di avvocato iscritto all'albo speciale della corte di cassazione; ciò perché la persona offesa è soggetto del procedimento che ha comunque connotati autonomi e differenti rispetto a quelli solo funzionali all'eventuale successivo esercizio dell'azione civile nel caso di passaggio alla fase processuale; il che assorbe ogni problematica relativa alla possibilità dell'operare del principio di rappresentanza posto dall'art. 86 c.p.c., posto che esso pure non opererebbe nella fase procedimentale quando ancora l'azione penale non sia stata esercitata
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2015, n. 8995 Considerato in fatto 1. L’avvocato C.D.F., persona offesa nel procedimento relativo a reati ex artt. 81, 612 e 331 c.p. pendente a carico di G.M. (dipendente Telecom Italia) e iscritto tra i difensori nell’albo speciale della corte di cassazione, ricorre con atto personale...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 febbraio 2015, n. 8316. Anche una borsa di studio universitaria correlata a limiti di reddito costituisca “erogazione” ai sensi dell'art. 316-ter c.p., in quanto "contributo" che si risolve nel "conferimento di un apporto" (in denaro o agevolazioni con rilevanza economica) "per il raggiungimento di una finalità pubblicamente rilevante"
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 febbraio 2015, n. 8316 Considerato in fatto 1. R.F. è stata condannata in primo (Tribunale di Milano, 25.2.2013) e secondo grado (Corte d’appello di Milano, 31.3.2014) per reato ex artt. 81 e 316-ter c.p.. Secondo la condotta contestata, nelle dichiarazioni 14.9.2005 e 27.9.2006 aveva dichiarato di essere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 febbraio 2015, n. 4876. La nomina di un codifensore sul piano logico non può, per sé, essere considerata indicativa di una situazione reddituale in atto incompatibile o anche solo incoerente con la necessità di lavorare
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 febbraio 2015, n. 4876 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE AMICIS...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 gennaio 2015, n. 2329. Il sostituto processuale (nominato ex art. 102 cod.proc.pen. dal difensore titolare della difesa tecnica) è legittimato alla difesa tecnica ma non alla costituzione di parte civile nel processo, quando la procura speciale che ha attribuito al difensore, insieme con la nomina a difensore tecnico (ex art.100 cod.proc.pen.), pure i poteri dispositivi relativi al diritto in contesa propri della parte (artt. 76 e 122 cod.proc.pen.) non lo preveda espressamente
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 gennaio 2015, n. 2329 Considerato in fatto 1. Avverso la sentenza con cui in data 3-11.4.2014 la Corte d’appello di Campobasso ha confermato l’affermazione della sua responsabilità ai fini penali e civili, deliberata dal Tribunale di Larino il 15.12.10 per reato ex art. 570 cod.pen. in...