In caso di fallimento il rapporto di lavoro, pur essendo formalmente in essere, non è automaticamente proseguito e difettando così l’esecuzione della prestazione lavorativa, non vi è obbligo da parte della procedura di corrispondere al lavoratore la retribuzione maturata.
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In caso di fallimento il rapporto di lavoro, pur essendo formalmente in essere, non è automaticamente proseguito e difettando così l’esecuzione della prestazione lavorativa, non vi è obbligo da parte della procedura di corrispondere al lavoratore la retribuzione maturata.

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 marzo 2018, n. 7308. In caso di fallimento il rapporto di lavoro, pur essendo formalmente in essere, non è automaticamente proseguito e difettando così l’esecuzione della prestazione lavorativa, non vi è obbligo da parte della procedura di corrispondere al lavoratore la retribuzione maturata. Ciò perché il fallimento non...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 gennaio 2018, n. 143. Non c’è demansionamento se il datore adibisce il dipendente a mansioni inferiori dopo la sentenza di reintegra, poi riformata in secondo grado
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 gennaio 2018, n. 143. Non c’è demansionamento se il datore adibisce il dipendente a mansioni inferiori dopo la sentenza di reintegra, poi riformata in secondo grado

Non c’è demansionamento se il datore adibisce il dipendente a mansioni inferiori dopo la sentenza di reintegra, poi riformata in secondo grado con l’accertamento dell’appropriazione indebita e dunque della legittimità della destituzione Sentenza 5 gennaio 2018, n. 143 Data udienza 14 settembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE...

Corte di Cassazione, sezione prima civile, sentenza 18 settembre 2017, n. 21566. I sindaci sono tenuti a rispondere anch’essi in solido con gli amministratori, per violazione dell’obbligo di vigilare, con professionalità e diligenza, sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di correttezza amministrativa nella gestione della società
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Corte di Cassazione, sezione prima civile, sentenza 18 settembre 2017, n. 21566. I sindaci sono tenuti a rispondere anch’essi in solido con gli amministratori, per violazione dell’obbligo di vigilare, con professionalità e diligenza, sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di correttezza amministrativa nella gestione della società

I sindaci sono tenuti a rispondere anch’essi in solido con gli amministratori, per violazione dell’obbligo di vigilare, con professionalità e diligenza, sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di correttezza amministrativa nella gestione della società, a nulla valendo contestare la propria responsabilità per gli atti di gestione posti in essere nel...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 ottobre 2017, n. 23846. L’assenza di un potere disciplinare del datore di lavoro non può di per sé comportare la negazione del vincolo di subordinazione

L’assenza di un potere disciplinare del datore di lavoro non può di per sé comportare la negazione del vincolo di subordinazione quando risulti comunque provata l’assenza di margini d’autonomia del lavoratore nell’esercizio della prestazione lavorativa. Nel caso specifico di attività ripetitive e predeterminate, in cui la standardizzazione delle mansioni lascia uno spazio minore all’esplicazione del...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 30 giugno 2017, n. 16295
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 30 giugno 2017, n. 16295

Perché un licenziamento collettivo possa considerarsi legittimo è necessario che il datore non solo indichi i soggetti con cui recedere il rapporto, ma anche i criteri di selezione. In caso contrario il licenziamento è illegittimo Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro ordinanza 30 giugno 2017, n. 16295 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 16 maggio 2017, n. 12106
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 16 maggio 2017, n. 12106

La produzione in giudizio di una lettera di licenziamento priva di sottoscrizione alcuna o munita di sottoscrizione proveniente da persona diversa dalla parte che avrebbe dovuto sottoscriverla equivale a sottoscrizione, purchè tale produzione avvenga ad opera della parte stessa nel giudizio pendente nei confronti del destinatario della lettera di licenziamento medesima Suprema Corte di Cassazione...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 maggio 2017, n. 10685
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 maggio 2017, n. 10685

Nell’ambito del rapporto di lavoro giornalistico il carattere della subordinazione risulta attenuato per la creatività e la particolare autonomia qualificanti la prestazione lavorativa e per la natura prettamente intellettuale dell’attività stessa: con la conseguenza che ai fini dell’individuazione del vincolo di subordinazione rileva particolarmente l’inserimento continuativo ed organico di tali prestazioni nell’organizzazione dell’impresa Suprema Corte...