SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 26 gennaio 2015, n. 3384 Ritenuto in fatto 1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato – L’accusa mossa al ricorrente è di avere concorso, con il fratello L. , nella detenzione di un quantitativo netto di 909,303 gr. di eroina rinvenuta in una cisterna presso l’abitazione...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2015, n. 5171. Applicazione delle aggravanti per chi fingendosi un mago commetta violenza sessuale e truffi delle signore approfittando del loro stato di «disperazione»
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2015, n. 5171 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. MENGONI Enrico...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 febbraio 2015, n. 5735. L'ambito di operatività dell'art. 659 cod. pen., con riferimento ad attività o mestieri rumorosi, deve essere individuato nel senso che, qualora si verifichi esclusivamente il mero superamento dei limiti di emissione fissati secondo i criteri di cui alla legge 447/95, mediante impiego o esercizio delle sorgenti individuate dalla legge medesima, si configura il solo illecito amministrativo di cui all'art. 10, comma 2 della legge quadro; quando, invece, la condotta si sia concretata nella violazione di disposizioni di legge o prescrizioni dell'autorità che regolano l'esercizio del mestiere o dell'attività, sarà applicabile la contravvenzione sanzionata dall'art. 659 comma 2 cod. pen., mentre, nel caso in cui l'attività ed il mestiere vengano svolti eccedendo dalle normali modalità di esercizio, ponendo così in essere una condotta idonea a turbare la pubblica quiete, sarà configurabile la violazione sanzionata dall'art. 659, comma 1 cod. pen..
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 febbraio 2015, n. 5735 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto – Sezione Distaccata di Lipari, con sentenza emessa in data 3/10/2012, a seguito di giudizio abbreviato condizionato, conseguente ad opposizione a decreto penale di condanna, ha dichiarato G.D. responsabile del reato di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 febbraio 2015, n. 5171. Per motivo abietto si intende quello turpe, ignobile, che rivela nell'agente un grado tale di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità, nonché quello spregevole o vile, che provoca repulsione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2015, n. 5171 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 29/4/2014, la Corte di appello di Milano confermava la pronuncia emessa il 19/11/2013 dal Giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale della stessa città, con la quale U.F. era stato condannato alla pena di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 gennaio 2015, n. 535. Ai fini della determinazione della competenza territoriale, il luogo di consumazione del reato di omesso versamento di ritenute certificate corrisponde, di regola, a quello ove si trova la sede effettiva dell'impresa, intesa come centro della prevalente attività amministrativa e direttiva di organizzazione, coincidente o meno con la sede legale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 gennaio 2015, n. 535 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 gennaio 2015, n. 535. Per le società, ai fini della determinazione della competenza territoriale, il luogo di consumazione del reato di omesso versamento di ritenute certificate corrisponde, di regola, a quello ove si trova la sede effettiva dell'impresa, intesa come centro della prevalente attività amministrativa e direttiva di organizzazione, coincidente o meno con la sede legale.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 gennaio 2015, n. 535 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 gennaio 2015, n. 257. Né la incensuratezza né il corretto comportamento carcerario rilevano ai fini della sostituzione, dovendosi valutare "ulteriori elementi" e valendo, altresì la considerazione che l'osservanza delle prescrizioni connesse al regime custodiale è, a ben vedere, il minimo che ci si possa attendere da parte di chi vi è sottoposto sì da non poter essere segnalato come se si trattasse di condotta eccezionale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 gennaio 2015, n. 257 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. MENGONI Enrico...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 gennaio 2015, n. 262. La condotta sanzionata dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, articolo 256, comma 1 e' riferibile a chiunque svolga, in assenza del prescritto titolo abilitativo, una attivita' rientrante tra quelle assentibili ai sensi degli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 226 del medesimo Decreto, svolta anche di fatto o in modo secondario o consequenziale all'esercizio di una attivita' primaria diversa che richieda, per il suo esercizio, uno dei titoli abilitativi indicati e che non sia caratterizzata da assoluta occasionalita'; la deroga prevista dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, articolo 266, comma 5 per l'attivita' di raccolta e trasporto dei rifiuti prodotti da terzi, effettuata in forma ambulante opera qualora ricorra la duplice condizione che il soggetto sia in possesso del titolo abilitativo per l'esercizio di attivita' commerciale in forma ambulante ai sensi del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114 e, dall'altro, che si tratti di rifiuti che formano oggetto del suo commercio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 gennaio 2015, n. 262 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 dicembre 2014, n. 52752. Tutti i comportamenti tenuti dall'agente prima della presentazione della dichiarazione annuale sono irrilevanti ai fini penali e non possono dare luogo nemmeno ad una forma di tentativo punibile ex art. 3 d.lgs. 10.3.2000, n. 74, in quanto per la configurabilità del reato è indispensabile la presentazione della dichiarazione e l'effettivo inserimento nella stessa degli elementi fittizi. Secondo la sentenza n. 52752/2014, l'imputato nel processo penale può essere condannato al risarcimento del danno consistente nel tributo evaso soltanto quando l'amministrazione, costituitasi parte civile, fornisca la concreta, puntuale e specifica prova che tale danno si sia concretamente verificato, ossia che in conseguenza del reato l'amministrazione stessa non abbia più la possibilità di recuperare, nemmeno coattivamente, il credito erariale del contribuente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 dicembre 2014, n. 52752 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 dicembre 2014, n. 50628. E’ escluso che una fattura priva dei requisiti indicati dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, articolo 21, comma 2, possa qualificarsi come tale ne' come documento in tutto e per tutto parificabile, per via normativa, ex articolo 1, alle fatture propriamente dette
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 dicembre 2014, n. 50628 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...