Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 gennaio 2016, n. 1351 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola...
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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2322. Nel licenziamento a seguito di procedura di mobilità ante legge Fornero, la comunicazione alla associazione sindacale deve essere «contestuale» a quella al singolo lavoratore a pena di inefficacia
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 febbraio 2016, n. 2322 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – rel. Consigliere Dott. DE MARINIS...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116. In tema di mobbing, non può ritenersi condotta vessatoria quella posta in essere dal datore di lavoro che richieda al proprio dipendente di svolgere lavoro straordinario o rifiuti di concedere le ferie
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 febbraio 2016, n. 1978. Non integra violazione del dovere di diligenza ex articolo 2104 del Cc, l’omissione da parte del lavoratore, di una condotta che non sia prevista tra quelle contrattualmente dovute né comunque risulti ai fini della prestazione di lavoro, ad esse complementare o accessoria; Non integra violazione dell’obbligo di fedeltà, di cui all’articolo 2105 del cc, anche inteso come generale dovere di leale cooperazione nei confronti del datore di lavoro a tutela degli interessi dell’impresa l’omissione da parte del lavoratore di condotte che, oltre a non rientrare nell’ambito delle prestazioni contrattualmente dovute, siano connesse a superiori livelli di controllo e di responsabilità, in presenza di un assetto dell’impresa caratterizzato da accentuata complessità e articolazione organizzativa; In tema di licenziamento per giusta causa, deve aversi riguardo, nella valutazione dell’idoneità della condotta extra lavorativa del dipendente a incidere sulla persistenza dell’elemento fiduciario, anche alla natura e alla qualità del rapporto, al vincolo che esso comporta e al grado di affidamento che sia richiesto dalle mansioni espletate.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 2 febbraio 2016, n. 1978 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 gennaio 2016, n. 709. In caso di licenziamento illegittimo, ove il lavoratore, nel regime della c.d. tutela reale – nella specie, quello dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori – opti per l’indennità sostitutiva della reintegrazione, avvalendosi della facoltà prevista dal comma 5 della citata norma, il rapporto di lavoro, con comunicazione al datore di lavoro di tale scelta, si estingue anche se non è intervenuto il pagamento dell’indennità, senza che permanga – per il periodo successivo, in cui la prestazione lavorativa non è dovuta né può essere pretesa – alcun obbligo retributivo. Ne consegue che l’obbligo di pagamento dell’indennità è soggetto alla disciplina della mora debendi del datore di lavoro, con applicazione dell’art. 429 cod. proc. civ., salva la prova del maggior danno, a carico del lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 18 gennaio 2016, n. 709 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – rel. Presidente Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. NEGRI DELLA TORRE Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 7 gennaio 2016, n. 67. Condannato il comune a pagare delle somme a titolo di risarcimento danni da «occupazione acquisitiva» se ciò è avvenuto a causa di un errore del Ctu che ha localizzato i terreni in un posto diverso da quello dove in realtà sono. In questi casi non può esercitarsi l’azione revocatoria concessa quando la svista è del giudice, e chiarendo che se la sentenza è correttamente motivata non è esperibile neppure il rimedio di legittimità
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 7 gennaio 2016, n. 67 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Primo Presidente f.f. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. SPIRITO Angelo –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 gennaio 2016, n. 1060 . II giudizio di cassazione è un giudizio a critica vincolata, nel quale le censure alla pronuncia di merito devono trovare collocazione entro un elenco tassativo di motivi, in quanto la Corte di cassazione non è mai giudice dei fatto in senso sostanziale ed esercita un controllo sulla legalità e logicità della decisione che non consente di riesaminare e di valutare autonomamente il merito della causa. Ne consegue che la parte non può limitarsi a censurare la complessiva valutazione delle risultanze processuali contenuta nella sentenza impugnata, contrapponendovi la propria diversa interpretazione, al fine di ottenere la revisione degli accertamenti di fatto compiuti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 gennaio 2016, n. 1060 Svolgimento dei processo 1.Con sentenza dei 28/4/2010 la Corte d’Appello di Milano confermava la sentenza del giudice di primo grado che aveva rigettato la domanda proposta da R.M., assegnataria di cattedra presso la scuola elementare statale Canetta nel rione S.Ambrogio di Varese, nei...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 dicembre 2015, n. 25046. L’opposizione proposta ex art. 1, comma 51, della legge n. 92 del 2012, può investire nuovi profili soggettivi ed oggettivi, tra i quali le eccezioni in senso stretto, come quella di decadenza, non sollevata dall’interessato durante la fase sommaria, giacché essa non vale come impugnazione, ossia come istanza di revisione del precedente giudizio, inidonea ad introdurre nuovi temi della disputa
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 11 dicembre 2015, n. 25046 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 12 novembre 2015, n. 23140. La sanzione disciplinare è illegittima qualora il datore di lavoro non abbia consentito al lavoratore di rendere le giustificazioni orali, benchè quest’ultimo abbia presentato la relativa richiesta oltre il termine di cinque giorni entro il quale il lavoratore deve essere sentito a sua discolpa ai sensi dell’art. 7 della l. n. 300 del 1970.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 12 novembre 2015, n. 23140 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 dicembre 2015, n. 24809. Ai fini della valutazione della legittimità del licenziamento, il giudice deve comunque verificare la riconducibilità del fatto addebitato alla nozione di giusta causa di cui all’articolo 2119 del Cc, anche prescindendo dalle previsioni del contratto collettivo, che hanno natura meramente esemplificativa; in ossequio al principio generale di ragionevolezza e di proporzionalità, il giudice deve valutare se il fatto addebitato sia di entità tale da legittimare il recesso, tenendo conto altresì dell’elemento intenzionale che ha sorretto la condotta del lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 dicembre 2015, n. 24809 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...