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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 gennaio 2015, n. 13. La contestazione dell'addebito disciplinare a carico del lavoratore subordinato non è assimilabile alla formulazione dell'accusa nel processo penale, assolvendo esclusivamente alla funzione di consentire al lavoratore incolpato di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa. Pertanto, la suddetta contestazione va valutata in modo autonomo rispetto ad eventuali imputazioni in sede penale a carico del lavoratore. Da ciò ne consegue che se sia stata emessa in favore del lavoratore sentenza irrevocabile di assoluzione dibattimentale, ai sensi dell'art. 654 cod. proc. pen. (in tema di effetti in sede civile di tale tipo di sentenza), il discrimine tra efficacia vincolante dell'accertamento dei fatti materiali in sede penale e libera valutazione degli stessi in sede civile è costituito dall'apprezzamento della rilevanza in detta sede degli stessi fatti, essendo ipotizzabile che essi, pur rivelatisi non decisivi per la configurazione del reato contestato, conservino rilievo ai finì del rapporto dedotto innanzi al giudice civile, con la conseguenza che dall'assoluzione dalla penale responsabilità non discende in tal caso l'automatica conseguenza della preclusione alla cognizione della domanda da parte di detto giudice.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 gennaio 2015, n. 13   REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. TRIA Lucia...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 gennaio 2015, n. 152. Licenziamento per il direttore inflittogli da s.p.a. Poste italiane per avere effettuato, mentre era direttore di un ufficio postale di Ancona, numerosi prelievi da un libretto di risparmio intestato a due anziani coniugi, ricoverati in una casa di riposo, pur essendo privo di delega e con modalità illecite, quali la falsa sottoscrizione; l'importo complessivo dei prelievi era stato di 69.000, 00 euro

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza  9 gennaio 2015, n. 152 Ritenuto che con sentenza del 26 aprile 2011 la Corte d’appello di Ancona confermava la decisione, emessa dal Tribunale, di rigetto della domanda proposta da M.M. ed intesa all’annullamento del licenziamento inflittogli da s.p.a. Poste italiane per avere effettuato, mentre era direttore di...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 dicembre 2014, n. 25608. Non costituisce giusta causa o giustificato motivo di licenziamento una mera svista commessa dal lavoratore nell'espletamento delle proprie mansioni e priva di conseguenze dannose per il datore di lavoro e/o per terzi

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 dicembre 2014, n. 25608 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio – Consigliere Dott. BUFFA Francesco...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 novembre 2014, n. 24662. L'oggetto del patto di non concorrenza è delimitato dall'attività del datore di lavoro nei confronti del quale è assunto il vincolo, sicché deve escludersi che possano rientrarvi, in quanto inidonee ad integrare concorrenza, attività estranee allo specifico settore produttivo o commerciale nel quale opera l'azienda.

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 19 novembre 2014, n. 24662 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – rel. Consigliere Dott. LORITO Matilde...