Il divieto di anatocismo si applica anche alle modalità di calcolo degli interessi applicati ai mutui fondiari contratti nella vigenza del T.U.B. (d.lgs. 385/1993), posto che con l’entrata in vigore di tale ultima normativa, la struttura del credito fondiario ha perso quelle peculiarità nelle quali risiedevano le ragioni della sua sottrazione al divieto di cui...
Tag: Presidente NAPPI Aniello
Corte di Cassazione, sezione I civile, sentenza 19 maggio 2016, n. 10336
Uno dei presupposti per l’accertamento della concorrenza sleale, la cui assenza impedisce ogni concorrenza, è costituito dall’esistenza della comunanza di clientela che è data non già dall’identità soggettiva degli acquirenti dei prodotti delle due imprese, bensì dall’insieme dei consumatori che sentono il medesimo bisogno di mercato, e, pertanto, si rivolgono all’acquisto di tutti quei prodotti...
In tema di bancarotta fraudolenta impropria, nell’ipotesi di fallimento causato da operazioni dolose non determinanti un immediato depauperamento della società, la condotta di reato è configurabile quando la realizzazione di tali operazioni si accompagni, sotto il profilo dell’elemento soggettivo, alla prevedibilità del dissesto come effetto della condotta antidoverosa. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 maggio 2016, n.18980.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 6 maggio 2016, n.18980 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 14.10.2014 la Corte d’Appello di Milano, confermava la sentenza emessa dal locale Tribunale in data 26.05.2011 con la quale M.A. era stato condannato alla pena di anni quattro di reclusione, oltre al risarcimento danni da liquidarsi...
lo sfruttamento della manodopera deve avvenire tramite le condotte alternativamente contemplate di violenza, minaccia o intimidazione, idonee – nel ricorrere dell'altro presupposto dell'approfittare da parte del soggetto attivo dello stato di bisogno o di necessità – ad attentare alla sua dignità di uomo, non essendo, quindi, la sola condizione di sfruttamento sufficiente ad integrare il delitto. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 aprile 2016, n. 16737.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 aprile 2016, n. 16737 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. MORELLI Francesca – Consigliere Dott. DE...
La Prima Sezione ha rimesso al Primo Presidente, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, la questione, ritenuta di massima di particolare importanza, se il decreto reiettivo del reclamo avverso il diniego di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis l.fall. sia o meno ricorribile ex art. 111 Cost.. Corte di Cassazione, sezione I, ordinanza 20 aprile 2016, n. 7958.
Suprema Corte di Cassazione sezione I ordinanza 20 aprile 2016, n. 7958 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott....
Al fine di ritenere configurabile il delitto di alterazione di stato, la condotta deve comportare un’alterazione destinata a riflettersi sulla formazione dell’atto di nascita; ne discende che il reato di cui all’art. 567 c.p. non è configurabile in relazione alle false dichiarazioni incidenti sullo stato civile di un minore nato da una procedura estera di maternità surrogata, rese quando l’atto di nascita è già stato formato dall’autorità amministrativa estera alla stregua della normativa nella quale doverosamente è stato redatto. Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 aprile 2016, n. 13525.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 aprile 2016, n. 13525 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvan – rel. Consigliere Dott. MORELLI Francesca – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott....
Sulla validità del contratto c.d. “monofirma” prodotto in giudizio, ossia caratterizzato dalla presenza sul documento della sola sottoscrizione del cliente, mentre manca la firma della banca o dell’intermediario finanziario. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 marzo 2016, n. 5919.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I sentenza 24 marzo 2016, n. 5919 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente – Dott. BERNABAI Renato – Consigliere – Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere – Dott. DI MARZIO Mauro – rel. Consigliere – Dott. NAZZICONE Loredana – Consigliere – ha pronunciato la seguente: SENTENZA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 aprile 2016, n. 7068. In materia di intermediazione finanziaria, dopo la stipulazione del contratto di negoziazione, gli ordini di acquisto e le operazioni di compravendita danno luogo ad atti sicuramente negoziali, ma non a veri e propri contratti, per di più autonomi rispetto all’originale contratto quadro di cui essi costituiscono attuazione ed adempimento. La nullità del contratto incide dunque sulla validità dei successivi ordini di acquisto stante anche l’esclusione di ogni forma di convalida del contratto nullo ex art. 1423 c.c..
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 11 aprile 2016, n. 7068 Ritenuto in fatto D.M.L. proponeva ricorso ex art. 19 Dlgs n. 5/2003, nei confronti della Banca Passadore & C. SPA, chiedendo dichiararsi la nullità del “contratto di borsa”, per vizio di forma, e la restituzione della somma di Euro 24.903,71, impiegata nell’acquisto di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 21 marzo 2016, n. 5507. L’intestazione fiduciaria di titoli azionari (o di quote di partecipazione societaria) integra gli estremi dell’interposizione reale di persona, per effetto della quale l’interposto acquista (a differenza che nel caso di interposizione fittizia o simulata) la titolarità delle azioni o delle quote, pur essendo, in virtù di un rapporto interno con l’interponente di natura obbligatoria, tenuto ad osservare un certo comportamento, convenuto in precedenza con il fiduciante, nonché a ritrasferire i titoli a quest’ultimo ad una scadenza convenuta, ovvero al verificarsi di una situazione che determini il venir meno del rapporto fiduciario
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 21 marzo 2016, n. 5507 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. FERRO Massimo – rel. Consigliere Dott. LAMORGESE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 marzo 2016, n. 5762. La regola posta dall’art. 1337 c.c. non si riferisce alla sola ipotesi della rottura ingiustificata delle trattative ma ha valore di clausola generale, il cui contenuto non può essere predeterminato in modo preciso ed implica il dovere di trattare in modo leale, astenendosi da comportamenti maliziosi o reticenti e fornendo alla controparte ogni dato rilevante, conosciuto o conoscibile con l’ordinaria diligenza, ai fini della stipulazione del contratto. Ne consegue che la violazione dell’obbligo di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto assume rilievo non solo in caso di rottura ingiustificata delle trattative e, quindi, di mancata conclusione del contratto o di conclusione di un contratto invalido o inefficace, ma anche nel caso in cui il contratto concluso sia valido e, tuttavia, risulti pregiudizievole per la parte vittima dell’altrui comportamento scorretto. L’azione di risarcimento danni ex art. 2043 c.c. per la lesione della libertà negoziale sia esperibile allorché ricorra una violazione della regola di buona fede nelle trattative che abbia dato luogo ad un assetto d’interessi più svantaggioso per la parte che abbia subito le conseguenze della condotta contraria a buona fede, e ciò pur in presenza di un contratto valido ovvero, nell’ipotesi di invalidità dello stesso, in assenza di una sua impugnativa basata sugli ordinari rimedi contrattuali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 marzo 2016, n. 5762 Svolgimento del processo 1.- La società Guaber (ora Coswell), definitasi leader nella produzione e commercializzazione di prodotti per la cosmesi e l’igiene personale, convenne in giudizio la Keraunos srl, la Bx Trade e i sig.ri P.G. e C.C. , personalmente e quali rappresentanti...