Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 gennaio 2016, n. 155 Ritenuto in fatto 1. M.F. , Mo.Ag. , M.G. , M.I.A. , M.G.L. , M.S.C. propongono ricorso per cassazione contro l’ordinanza della Corte di appello di Lecce del 7 marzo 2015, con la quale è stato rigettato l’appello contro il decreto del tribunale...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 47197. La bancarotta documentale postfallimentare si perfeziona indipendentemente dall’impossibilità di ricostruire la contabilità dell’impresa, in quanto l’evento della non ricostruibilità non è riferito a dette ipotesi (sottrazione, distruzione o falsificazione), ma soltanto alla quarta, che concerne l’omessa o irregolare tenuta dei libri contabili
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 47197 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 47195. Il “grave stato di ansia o di paura” e il “fondato timore per la propria incolumità”, quali eventi del reato di atti persecutori, possono essere desunti dalla gravità degli episodi che compongono la condotta tipica e ritenersi provati anche ove non siano stati ammessi dalla vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 47195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. AMATORE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 settembre 2015, n. 38438. Il delitto di uso di atto falso di cui al 489 c.p. è un reato istantaneo e non permanente, giacché la consumazione di esso si esaurisce con l’uso, essendo la protrazione nel tempo dei suoi effetti il risultato dell’azione cosi come compiuta. Qualora, peraltro, dello stesso documento falso venga successivamente reiterato l’impiego, la nuova attività dà luogo ad altro e distinto delitto di uso di atto falso. Infine, la condotta tipica è integrata dall’uso dell’atto falso, sorretto dalla consapevolezza, da parte del reo, della falsità dello stesso e dal dolo specifico di procurare a se’ un vantaggio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 22 settembre 2015, n. 38438 RITENUTO IN FATTO Il difensore di M.V. propone ricorso per cassazione contro la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo, in data 24 giugno 2014, che in parziale riforma della decisione del Tribunale di Marsala, sezione distaccata di Castelvetrano, in data 15 febbraio...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 ottobre 2015, n. 42566. Per il dolo degli atti persecutori è sufficiente la consapevolezza della idoneità causale delle condotte
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 ottobre 2015, n. 42566 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. BRUNO P. A. – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 26 ottobre 2015, n. 43085. L’elemento soggettivo degli atti persecutori è integrato dal dolo generico, che consiste nella volontà di porre in essere le condotte di minaccia e molestia nella consapevolezza della idoneità delle medesime alla produzione di uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incrìminatrice, e che, avendo ad oggetto un reato abituale di evento, deve essere unitario, esprimendo un’intenzione criminosa che travalica i singoli atti che compongono la condotta tipica, anche se può realizzarsi in modo graduale, non essendo necessario che l’agente si rappresenti e voglia fin dal principio la realizzazione della serie degli episodi. E’ pertanto irrilevante che l’occasione per la consumazione di qualcuno – o anche di tutti – gli atti della serie persecutoria sia stata meramente casuale. Ciò che conta infatti è solo la consapevolezza da parte dell’agente dell’abitualità della sua condotta. E’ dunque ovvio che l’acquisizione della prova della “premeditazione” di ogni singolo atto costituisca sintomo, sia sotto il profilo oggettivo che psicologico, di tale abitualità, ma ciò non significa che atti posti in essere dall’agente qualora “si presenti l’occasione” non possano parimenti integrare la fattispecie tipica sotto entrambi i profili.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V Sentenza 26 ottobre 2015, n. 43085 Ritenuto in fatto 1.Con l’ordinanza impugnata il Tribunale di Bari, in funzione di giudice dei riesame, ha annullato il provvedimento con cui era stata applicata ad A.M. la misura cautelare della custodia in carcere per il reato di atti persecutori commesso ai...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 ottobre 2015, n. 42581. Ai fini della configurabilità dell’aggravante prevista dall’ultimo comma dell’art. 614 cod. pen. (fatto commesso con violenza su persone o cose o da soggetto armato) non è sufficiente un rapporto occasionale tra gli atti di violenza e la violazione di domicilio, ma occorre un nesso teleologico tra le due azioni. Ne consegue che se la violenza è usata non per entrare o intrattenersi nell’altrui abitazione, ma per commettere un altro reato, la violazione è aggravata ai sensi dell’art. 61 n. 2 stesso codice e il reato è procedibile a querela
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 ottobre 2015, n. 42581 Ritenuto in fatto Il difensore di G. M. ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Firenze, nei confronti dei suo assistito, in data 28/12/2011; il M. risulta essere stato condannato a pena ritenuta...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 12 ottobre 2015, n. 41037. In tema di querela, la mancata autenticazione della sottoscrizione determina l’improcedibilità dell’azione penale, per l’ipotesi in cui la querela non venga presentata personalmente dall’interessato, ma venga recapitata da un incaricato, riflettendosi sulla garanzia di sicura provenienza dell’atto dal titolare del diritto di querela
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 12 ottobre 2015, n. 41037 Ritenuto in fatto 1. Il 20/02/2015, il Gup del Tribunale di Roma dichiarava non luogo a procedere nei confronti di I.B.D. , imputata dei reati di cui agli artt. 595 e 684 cod. pen., rilevando che l’azione penale non avrebbe dovuto essere...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 settembre 2015, n. 38738. In tema di abuso d’ufficio, il requisito del vantaggio patrimoniale va riferito al complesso dei rapporti giuridici a carattere patrimoniale; pertanto, sussiste non solo quando l’abuso sia volto a procurare beni materiali, ma anche quando sia volto a creare un accrescimento della situazione giuridica soggettiva a favore di colui nel cui interesse l’atto è stato posto in essere
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 23 settembre 2015, n. 38738 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 30.9.2014 il G.U.P. del Tribunale di Pistoia dichiarava il non luogo a procedere, ai sensi dell’art. 425 c.p.p., nei confronti di P.R. , in ordine al reato a lui ascritto al capo B), per non avere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 settembre 2015, n. 17907. I crediti professionali degli avvocati sono prededucibili nel fallimento non solo per i casi di attività svolte dopo l’apertura della procedura concorsuale, ma anche per quelle poste in essere in precedenza, qualora l’opera prestata riguardi il tentativo di risanamento dell’azienda o di prevenzione della dissoluzione della stessa. Lo ha stabilito la Cassazione che ha cassato la decisione dei giudici di merito ricordando che «l’articolo 111, secondo comma, legge fallimentare, allo scopo di incentivare il ricorso alle procedure concorsuali alternative al fallimento, attribuisce il carattere della prededucibilità a tutti i crediti per i quali sussiste il necessario collegamento occasionale o funzionale con la procedura concorsuale». Sarà compito dei giudici verificare «analiticamente, per ciascuna delle prestazioni professionali precedenti, quali risultino funzionalmente destinate all’ammissione alla procedura»
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 10 settembre 2015, n. 17907 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio...