Non è abnorme, e quindi non è ricorribile per cassazione, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari restituisca gli atti al pubblico ministero perché valuti la possibilità di chiedere l’archiviazione del procedimento per particolare tenuità del fatto ex articolo 131-bis del Cp.
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Non è abnorme, e quindi non è ricorribile per cassazione, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari restituisca gli atti al pubblico ministero perché valuti la possibilità di chiedere l’archiviazione del procedimento per particolare tenuità del fatto ex articolo 131-bis del Cp.

Corte di Cassazione, sezioni unite penali, Sentenza 9 maggio 2018, n. 20569 La massima estrapolata Non è abnorme, e quindi non è ricorribile per cassazione, il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, investito della richiesta di emissione del decreto penale di condanna, restituisca gli atti al pubblico ministero perché valuti la possibilità...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 1 marzo 2018, n. 9395. Il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione e’ reato di pericolo a dolo generico per la cui sussistenza, pertanto, non e’ necessario che l’agente abbia consapevolezza dello stato di insolvenza dell’impresa
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 1 marzo 2018, n. 9395. Il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione e’ reato di pericolo a dolo generico per la cui sussistenza, pertanto, non e’ necessario che l’agente abbia consapevolezza dello stato di insolvenza dell’impresa

Il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione e’ reato di pericolo a dolo generico per la cui sussistenza, pertanto, non e’ necessario che l’agente abbia consapevolezza dello stato di insolvenza dell’impresa, ne’ che abbia agito allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e che non e’ necessaria l’esistenza di un nesso causale tra i fatti...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 8 marzo 2018, n. 10498. Il compimento di atti della vita privata nei luoghi di lavoro, di studio e di svago non costituisce, dunque, condizione sufficiente per affermare che tali luoghi rientrino nella nozione di privata dimora
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 8 marzo 2018, n. 10498. Il compimento di atti della vita privata nei luoghi di lavoro, di studio e di svago non costituisce, dunque, condizione sufficiente per affermare che tali luoghi rientrino nella nozione di privata dimora

Il compimento di atti della vita privata nei luoghi di lavoro, di studio e di svago non costituisce, dunque, condizione sufficiente per affermare che tali luoghi rientrino nella nozione di privata dimora, trattandosi di luoghi generalmente accessibili ad una pluralita’ di soggetti anche senza il preventivo consenso dell’avente diritto e ad essi e’, pertanto, intrinsecamente...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 22 febbraio 2018, n. 8736. I fotogrammi scaricati dal sito internet “Google Earth”, costituiscano prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell’articolo 234 c.p.p., comma 1 o articolo 189 c.p.p.
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 22 febbraio 2018, n. 8736. I fotogrammi scaricati dal sito internet “Google Earth”, costituiscano prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell’articolo 234 c.p.p., comma 1 o articolo 189 c.p.p.

I fotogrammi scaricati dal sito internet “Google Earth”, costituiscano prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell’articolo 234 c.p.p., comma 1 o articolo 189 c.p.p. Qualunque documento legittimamente acquisito e’ soggetto alla libera valutazione da parte del giudice ed ha valore probatorio, pur se privo di certificazione ufficiale di conformita’ e pur se l’imputato ne abbia...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7891. L’articolo 603 bis c.p., come modificato dalla L. n. 199 del 2016 sul caporalato
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7891. L’articolo 603 bis c.p., come modificato dalla L. n. 199 del 2016 sul caporalato

L’articolo 603 bis c.p., come modificato dalla L. n. 199 del 2016, punisce chiunque recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, sul solo presupposto dello stato di bisogno dei lavoratori e senza che sia richiesta, per l’integrazione della fattispecie, una finalita’ di lucro. Sentenza 19 febbraio 2018, n....

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7859. La circostanza aggravante della finalita’ di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n. 7859. La circostanza aggravante della finalita’ di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso

Il legittimo esercizio del diritto di critica, pur non potendosi pretendere caratterizzato dalla particolare obiettivita’ propria del diritto di cronaca, non consente comunque gratuite aggressioni alla dimensione morale della persona offesa e presuppone sempre il rispetto del limite della continenza delle espressioni utilizzate, da ritenersi superato nel momento in cui le stesse, per il loro...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n.7859. Sussiste il delitto di diffamazione quando il legittimo dissenso contro le iniziative e le idee politiche altrui si trasforma in una mera occasione per aggredirne la reputazione
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 19 febbraio 2018, n.7859. Sussiste il delitto di diffamazione quando il legittimo dissenso contro le iniziative e le idee politiche altrui si trasforma in una mera occasione per aggredirne la reputazione

Sussiste il delitto di diffamazione quando il legittimo dissenso contro le iniziative e le idee politiche altrui si trasforma in una mera occasione per aggredirne la reputazione, con affermazioni che non si risolvono in critica, anche estrema, delle idee e dei comportamenti altrui, nel cui ambito possono trovare spazio anche valutazioni e commenti tipicamente “di...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1929. Dovere di astensione per i pubblici agenti che si trovino in una situazione di conflitto di interessi. La semplice esistenza di una controversia giudiziaria tra il pubblico ufficiale ed il cittadino sanzionato non puo’ certo ingenerare una situazione di conflitto di interessi nell’espletamento dell’azione amministrativa
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1929. Dovere di astensione per i pubblici agenti che si trovino in una situazione di conflitto di interessi. La semplice esistenza di una controversia giudiziaria tra il pubblico ufficiale ed il cittadino sanzionato non puo’ certo ingenerare una situazione di conflitto di interessi nell’espletamento dell’azione amministrativa

L’articolo 323 c.p. ha introdotto nell’ordinamento, in via diretta e generale, un dovere di astensione per i pubblici agenti che si trovino in una situazione di conflitto di interessi, con la conseguenza che l’inosservanza del dovere di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto integra il reato anche se manchi,...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1930. Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 17 gennaio 2018, n. 1930. Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’

Il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale improprio, a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilita’, con la conseguenza che, nell’ipotesi in cui il presupposto della reiterazione venga integrato da condotte poste in essere anche dopo la proposizione della querela, la condizione di procedibilita’ si estende anche a queste...

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 9 gennaio 2018, n. 317. Il diritto di critica va escluso qualora le espressioni denigratorie siano generiche e non collegabili a specifici episodi, risolvendosi in frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili
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Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 9 gennaio 2018, n. 317. Il diritto di critica va escluso qualora le espressioni denigratorie siano generiche e non collegabili a specifici episodi, risolvendosi in frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili

Il diritto di critica attiene ad un giudizio valutativo che trae spunto da un fatto ed esclude la punibilita’ di affermazioni lesive dell’altrui reputazione purche’ le modalita’ espressive siano proporzionate e funzionali all’opinione o alla protesta espresse, in considerazione degli interessi e dei valori che si ritengono compromessi. Si deve, altresi’, considerare, nella valutazione del...