Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 marzo 2015, n. 10124 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 marzo 2015, n. 9660. In tema di peculato, il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio non è solo quello che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma anche quello che si basa su un rapporto che consenta al soggetto di inserirsi, di fatto, nel maneggio o nella disponibilità della cosa o del denaro altrui, rinvenendo nella pubblica funzione o nel servizio anche la sola occasione materiale per porre in essere il comportamento appropriativo. L'integrazione della fattispecie incriminatrice di peculato non è certo impedita dal fatto che il possesso o la disponibilità del denaro o dell'altrui cosa mobile siano stati eventualmente acquisiti in violazione delle disposizioni organizzative dell'ufficio a cui appartiene l'agente, fatta eccezione soltanto per i casi, non ravvisabili nell'evenienza qui considerata, di possesso meramente occasionale, ossia dipendente da evento fortuito
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 marzo 2015, n. 9660 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza emessa in data 24 maggio 2013 la Corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza del Tribunale di Varese in data 14 aprile 2010, che ha dichiarato Z.G.L. responsabile del reato di peculato e, previa concessione delle...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 gennaio 2015, n. 2336. Qualora il profitto tratto da taluno dei reati per i quali è prevista la confisca per equivalente sia costituito da denaro, l'adozione del sequestro preventivo non è subordinata alla verifica che le somme provengano dal delitto e siano confluite nella effettiva disponibilità dell'indagato, in quanto il denaro oggetto di ablazione deve solo equivalere all'importo che corrisponde per valore al prezzo o al profitto del reato, non sussistendo alcun nesso pertinenziale tra il reato e il bene da confiscare
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 gennaio 2015, n. 2336 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – rel. Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 dicembre 2014, n. 53578. La condotta appropriativa di fondi specificamente destinati al finanziamento dell'esercizio della pratica sportiva erogati a tale scopo dal C.O.N.I. integra il delitto di peculato, dal momento che, in relazione a tale specifica attività, sono riconosciute alla Federazione connotazioni evidentemente pubblicistiche, e sussiste un vincolo di destinazione dei fondi erogati alla realizzazione di una specifica finalità e funzione pubblica, quale quella della promozione dell'attività sportiva nell'interesse della collettività
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 dicembre 2014, n. 53578 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 dicembre 2014, n. 50944. Per la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'articolo 367 c.p. e' sufficiente il dolo generico, ossia la coscienza e la volonta' di affermare falsamente l'avvenuta consumazione di un reato, mentre il movente del delitto non scusa, ne' interessa ai fini della sua configurabilita'
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 dicembre 2014, n. 50944 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 dicembre 2014, n. 50754. Va ritenuto pubblico ufficiale il tutore dell'incapace con la conseguente integrazione del delitto di peculato laddove il tutore dell'interdetto si appropri di somme di denaro appartenenti a quest'ultimo e ricevute, in ragione dell'ufficio rivestito. Anche per l'amministratore di sostegno valgono le stesse regole. La verifica della reale attività esercitata e degli scopi perseguiti dall'amministratore di sostegno consente di attribuirgli, negli stessi termini del tutore, la veste e qualità di pubblico ufficiale, considerato il complesso delle norme a lui applicabili ed in particolare: a) la prestazione del giuramento prima dell'assunzione dell'incarico (art. 349 Cod.civ.); b) il regime delle incapacità e delle dispense (artt. 350-353 Cod. civ.); c) la disciplina delle autorizzazioni, le categorie degli atti vietati, il rendiconto annuale al giudice tutelare sulla contabilità dell'amministrazione (artt. 374-388 Cod. civ.); d) l'applicazione, nei limiti di compatibilità, delle norme limitative in punto di capacità a ricevere per testamento (artt. 596, 599 Cod. civ.) e capacità di ricevere per donazioni (art. 779 Cod. civ.). In sostanza tutta una disciplina, formale e sostanziale, che pone l'amministratore di sostegno sullo stesso piano del tutore con gli obblighi e le ricadute penali che la sua qualità di pubblico ufficiale comporta.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 dicembre 2014, n. 50754 Ritenuto in fatto 1. I.G.M. , avvocato, ricorre, a mezzo del suo difensore, avverso la sentenza 25 marzo 2013 della Corte di appello di Milano, che, in parziale riforma della sentenza 24 maggio 2011 del G.I.P. presso il Tribunale di Milano, ha ridotto...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 novembre 2014, n. 46282. In caso di uso indebito, per scopi personali, dell'utenza telefonica di cui il pubblico ufficiale abbia la disponibilità per ragioni d'ufficio, ciascuna telefonata compiuta con l'apparecchio di servizio integra un'autonoma condotta di peculato d'uso, rispetto alla quale dovrà dunque essere compiuta la verifica di offensività e, quindi, di rilevanza penale del fatto; ciò salvo che, per l'unitario contesto spaziotemporale, le plurime chiamate non possano ritenersi integrare un'unica ed indivisibile condotta. È invero connaturale alla fattispecie di peculato d'uso che l'agente agisca all'esclusivo fine di fare un uso momentaneo della cosa e che questa, dopo l'uso, sia stata immediatamente restituita. L'elemento della "fisica" sottrazione della res alla sfera di disponibilità e controllo della pubblica amministrazione non è essenziale, in quanto estraneo allo specifico scopo perseguito dal legislatore, di tal che il peculato d'uso risulta configurabile anche nel caso in cui l'apparecchio non esca mai dalla materiale disponibilità della pubblica amministrazione e, nondimeno, il telefono assegnatogli per le esigenze dell'ufficio sia utilizzato dal pubblico agente per fini personali. Tuttavia, proprio la struttura della fattispecie del peculato d'uso, presupponendo l'uso momentaneo, è inconciliabile con un uso prolungato della cosa altrui
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 novembre 2014, n. 46282 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 17 dicembre 2013, la Corte d’Appello di Palermo ha riformato la sentenza del 4 giugno 2012 (in punto di inquadramento giuridico e, di conseguenza, in punto di pena), con la quale il Tribunale di Palermo ha...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 27 agosto 2014, n. 36176. Il dipendente, sia esso guardia giurata o non, di una società concessionaria della gestione di un parcheggio comunale o di altro ente pubblico, che si appropri delle somme versate dai conducenti di automezzi fruitori del parcheggio, in quanto persona incaricata di un pubblico servizio, commette il reato di peculato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 27 agosto 2014, n. 36176 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. SERPICO Francesco – Consigliere Dott. IPPOLITO Francesco – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. DI SALVO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 luglio 2014, n. 30512. La condanna per peculato non salva il notaio dal procedimento per falso in atto pubblico nel caso in cui abbia attestato falsamente una serie di fatti nella procedura di autoliquidazione delle imposte
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 luglio 2014, n. 30512 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. VESSICHELLI Mar – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 giugno 2014, n. 24373. Commette il reato di peculato il pubblico ufficiale che, avendo per ragioni del suo ufficio il possesso e la disponibilita' delle armi comuni da sparo versate dai privati ai fini di distruzione, ai sensi della Legge 22 maggio 1975, n. 152, articolo 6, comma 3, se ne appropria. Infatti, le armi consegnate dal privato al fine di disfarsene, passano in proprieta' dello Stato, il quale puo' anche alienarle, non essendo previsto da alcuna disposizione di legge un divieto in tal senso. D'altra parte, non ha alcuna rilevanza la circostanza che l'arma abbia un valore pressoche' nullo, essendo sufficiente, perche' si configuri il peculato, che la cosa abbia anche un minimo valore o, comunque, una qualche utilita'
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 giugno 2014, n. 24373 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele –...