Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza  30 maggio 2016, n. 22800
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 30 maggio 2016, n. 22800

In tema di peculato, l’appropriazione si realizza con l’inversione del titolo del possesso da parte del pubblico agente, che si comporta, oggettivamente e soggettivamente uti dominus nei confronti della cosa posseduta in ragione dell’ufficio, che conseguentemente viene estromessa totalmente dal patrimonio dell’avente diritto Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  30 maggio 2016, n. 22800...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 febbraio 2016, n. 6405. Il direttore di un telegiornale Rai è un incaricato di pubblico servizio. Confermata la condanna per peculato continuato nei confronti dell’ex direttore del Tg1 per l’uso indebito della carta di credito aziendale.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 17 febbraio 2016, n. 6405 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI S. – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. PATERNO’...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n.35988. Per commettere il delitto di peculato, il pubblico ufficiale ovvero l’incaricato di pubblico servizio deve appropriarsi del denaro o della cosa mobile di cui dispone per una ragione legata all’esercizio di poteri e di doveri funzionali, in un contesto che consenta al soggetto di tenere nei confronti della cosa quei comportamenti uti dominus in cui consiste l’appropriazione. Deve ritenersi incompatibile con la presenza della ragione funzionale un possesso proveniente da un affidamento devoluto solo intuitu personae, oppure scaturito da una situazione contra legem o evidentemente abusiva, senza alcuna relazione legittima con l’oggetto materiale della condotta. (Fattispecie in cui la Suprema Corte annulla la sentenza di condanna per il delitto di peculato ascritto ad medico chirurgo, alle dipendenze dell’Azienda ospedaliera, per essersi appropriato delle somme erogate dai pazienti da lui visitati nell’esercizio dell’attività professionale svolta intramoenia: somme che egli riscuoteva senza rilasciare ricevuta e che, almeno pro quota, erano di spettanza dell’amministrazione ospedaliera

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 4 settembre 2015, n.35988 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 7 marzo 2013 la Corte d’appello di Firenze, in parziale riforma della sentenza dei G.u.p. presso il Tribunale di Pisa del 6 giugno 2011, che all’esito di rito abbreviato dichiarava B.P. colpevole dei reato di peculato...