Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 settembre 2014, n. 37339 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – rel. Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. ANDRONIO...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 settembre 2014, n. 37366. È illegittimo, sotto il profilo della violazione del diritto di difesa, il diniego del P.M. al rilascio di copia dei files audio contenenti le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni poste a fondamento di una misura cautelare anche nell'ipotesi in cui la difesa nella richiesta, avanzata tempestivamente, abbia omesso di specificare che l'ostensione dei supporti è finalizzata all'istanza di riesame
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 settembre 2014, n. 37366 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristin – Presidente Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. DI TOMASSI Maria Stefani –...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 1 settembre 2014, n. 36495. In tema di valutazione della chiamata in reita' o correita' in sede cautelare, le dichiarazioni accusatorie rese dal coindagato o coimputato nel medesimo reato o da persona indagata o imputata in un procedimento connesso o collegato, integrano i gravi indizi di colpevolezza di cui all'articolo 273 c.p.p., comma 1, – in virtu' dell'estensione applicativa dell'articolo 192 c.p.p., commi 3 e 4, ad opera dell'articolo 273 c.p.p., comma 1 bis, introdotto dalla Legge n. 63 del 2001, articolo 11 – soltanto se esse, oltre ad essere intrinsecamente attendibili, risultino corroborate da riscontri estrinseci individualizzanti, tali cioe' da assumere idoneita' dimostrativa in ordine all'attribuzione del fatto-reato al soggetto destinatario di esse, ferma restando la diversita' dell'oggetto della delibazione cautelare, preordinata a un giudizio prognostico in termini di ragionevole e alta probabilita' di colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata invece all'acquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza dell'imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 1 settembre 2014, n. 36495 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. CIAMPI F. M. – rel. Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 agosto 2014, n. 36392. In un procedimento per il reato di maltrattamenti in famiglia, anche in presenza di un grave quadro indiziario, da cui emerga che l'indagato abbia posto in essere una serie di violente aggressioni contro la moglie e i figli minori, la misura della custodia cautelare in carcere può non essere giustificata, esistendo altre misure meno invasive ma ugualmente idonee, come l'allontanamento dalla casa familiare.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 agosto 2014, n. 36392 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 18 luglio 2014 n. 31785. Sono pienamente utilizzabili nella fase delle indagini preliminari, anche ai fini dell'adozione delle misure cautelari, e per il rinvio a giudizio dell'imputato, le dichiarazioni informalmente rese alla P.G. da persone che possono riferire circostanze utili per le investigazioni ed annotate nella notizia di reato, qualora sia comunque possibile l'individuazione della fonte dichiarativa, in quanto l'obbligo di verbalizzazione degli atti indicati nell'art. 357 c.p.p., comma 2 non è prescritto a pena di nullità
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 18 luglio 2014 n. 31785 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAMPETTI Umberto – rel. Presidente – Dott. DI TOMASSI Mariastefania – Consigliere – Dott. CASSANO Margherita – Consigliere – Dott. CASA Filippo – Consigliere – Dott. MAGI Raffaello...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 7 luglio 2014, n. 29556. Nel caso di sospensione dei termini di fase della custodia cautelare – consentito in «dibattimenti o giudizi abbreviati particolarmente complessi» e relativi a reati particolarmente gravi (come strage, terrorismo, guerra civile, ecc.) – il limite del doppio del termine di fase non può essere ulteriormente superato.
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 7 luglio 2014, n. 29556 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. ESPOSITO Antonio – Consigliere Dott. BRUSCO Carlo G – rel. Consigliere Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. IPPOLITO...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 24 luglio 2014, n. 32923. Il sorvegliato speciale sottoposto all’obbligo o al divieto di soggiorno che non porti con sé e non esibisca, a richiesta di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, la carta di permanenza risponde della contravvenzione di cui all’art. 650 c.p.
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 24 luglio 2014, n. 32923 Ritenuto in fatto 1. S.G. era originariamente imputato del delitto di cui all’art. 9, comma secondo, della legge 27 dicembre 1956, n.1423, nella formulazione risultante dalle varie e successive modifiche (e da ultimo quella di cui al decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 giugno 2014, n. 25450. La nozione di profitto dipendente dal reato di manipolazione del mercato e riferibile sia alla societa' che agli azionisti indagati, deve presentare i connotati della immediata derivazione e della concreta effettivita', ma non coincide necessariamente, quanto alla posizione dell'ente collettivo, con il solo profitto conseguito dall'autore del reato, potendo consistere anche in altri vantaggi di tipo economico che l'ente abbia consolidato e che siano dimostrati. Per l'azionista, d'altra parte, valgono ovviamente gli stessi criteri, con la precisazione che il vantaggio puo' consistere nella acquisizione della plusvalenza delle azioni, come nella evitata perdita di valore, sempre che il vantaggio stesso possa individuarsi con le caratteristiche della effettiva realizzazione e non della sola "attesa".
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 giugno 2014, n. 25450 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 giugno 2014, n. 27193. In tema di cause di giustificazione, incombe sull'imputato, che deduca una determinata situazione di fatto a sostegno dell'operatività di un'esimente, se non un vero e proprio onere probatorio, inteso in senso civilistico, un compiuto onere di allegazione di elementi di indagine per porre il giudice nella condizione di accertare la sussistenza o quanto meno la probabilità di sussistenza dell'esimente. Ne consegue che la mera indicazione di una situazione astrattamente riconducibile all'applicazione di un'esimente, non può legittimare la pronuncia assolutoria ex art. 530 cpv. cod. proc. pen., risolvendosi il dubbio sull'esistenza dell'esimente nell'assoluta mancanza di prova al riguardo. (Nel caso di specie è stato ritenuto irrilevante che l'imputato si fosse allontanato da casa per acquistare un medicinale in quanto "stava male", atteso che non aveva dato neppure dimostrazione di non essersi potuto rivolgere ad un vicino di casa per poter risolvere quel suo problema)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 giugno 2014, n. 27193 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Con la sentenza sopra indicata la Corte di appello di Firenze riformava parzialmente la pronuncia di primo grado del 07/10/2009, riducendo la pena, e confermava nel resto la medesima pronuncia con la quale il Tribunale...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 giugno 2014, n. 27177.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 giugno 2014, n. 27177 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 11/11/2013, il Tribunale del riesame di Bologna, in riforma dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bologna in data 14/10/2013, ha applicato a V.C. la misura cautelare di cui all’art. 282 bis...