Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2014, n. 45001 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Toni Adet – Consigliere Dott. DI TOMASSI M. Stefan – rel. Consigliere Dott. BONITO Francesco M....
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 novembre 2014, n. 46093. In un errore di diritto sono incorsi i giudici di merito nell'operare la assimilazione della sosta dell'imputato dentro la sala bingo, durante il tragitto di ritorno dal luogo di lavoro a casa, all'allontanamento dal luogo di esecuzione degli arresti domiciliari, che, a norma dell'articolo 276, comma I-ter, cod. proc. pen., comporta inderogabilmente la revoca della misura e la sua sostituzione colla custodia in carcere. Mentre è corretta l'equiparazione del Tribunale tra l’allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari e l’allontanamento dal diverso luogo ove il soggetto, sottoposto alla misura coercitiva, sia stato autorizzato a svolgere l'attività lavorativa
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 novembre 2014, n. 46093 Osserva Rileva: 1. – Con ordinanza deliberata il 6 giugno 2014 e depositata il 12 giugno 2014, il Tribunale ordinario di Bolzano, in funzione di giudice dell’appello dei provvedimenti incidentali de libertate, in accoglimento del gravame del Pubblico Ministero avverso la ordinanza del...
Corte di Cassazione, sezione III, 8 ottobre 2014, n. 41936. Reato di maltrattamento contro la moglie (art. 572 c.p.). Il GIP aveva disposto la misura coercitiva dell'allontanamento dalla casa familiare, prevista dall’art. 282 bis c.p.p., e disposto inoltre il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie con la prescrizione di mantenersi ad una distanza non inferiore a 500 metri da quest'ultima. L’uomo, chiedendo il riesame e la revoca della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, si era difeso raccontando una versione dei fatti diversa. Il loro matrimonio non sarebbe stato in crisi, come potevano dimostrare i post che la donna pubblicava su facebook dai quali emergeva una situazione familiare serena e diametralmente opposta da quella narrata dalla moglie. Quanto ai post di facebook, il giudicante osserva che essi non provassero che la situazione coniugale fosse serena, essendo ben possibile che la persona offesa li avesse inseriti dopo temporanee rappacificazioni.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III PENALE sentenza 8 ottobre 2014, n. 41936 Ritenuto in fatto Con ordinanza emessa in data 7 ottobre 2013 il GIP presso il Tribunale di Ravenna applicava a V.A. la misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da L.T. e con...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 ottobre 2014, n. 43394. Non sussiste la condizione di cosiddetta quasi-flagranza qualora l'inseguimento dell'indagato da parte della P.G. sia stato iniziato” non già a seguito e a causa della “diretta percezione dei fatti da parte della polizia giudiziaria”, bensì “per effetto e solo dopo l'acquisizione di informazioni da parte di terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 ottobre 2014, n. 43394 Rileva in fatto e diritto 1. – Con ordinanza, deliberata e depositata il 17 agosto 2013, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Catanzaro – per quanto qui rileva – non ha convalidato l’arresto di Q.R. , eseguito dai Carabinieri...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 15ottobre 2014, n. 43130. Lo stato di incensuratezza non dimostra automaticamente l'assenza di pericolosita, potendo questa essere desunta, come espressamente previsto dall'art. 274 lett. c) cod.proc.pen., dai comportamenti e dagli atti concreti dell'agente quale specifico elemento significativo per valutare la personalità dell'agente. Ai fini dell'affermazione della sussistenza del pericolo di reiterazione del reato ben possono porsi a fondamento della valutazione della personalità dell'indagato le stesse modalità del fatto da cui è stata dedotta anche la gravità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 15ottobre 2014, n. 43130 Considerato in fatto 1. Con ordinanza in data 15 gennaio 2014 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno rigettava parzialmente la richiesta di applicazione di misure cautelari nei confronti di vari soggetti sottoposti ad indagini per una serie di delitti di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 ottobre 2014, n. 41120. L'individuazione del contenuto delle prescrizioni accessorie di una misura cautelare deve avvenire in base al principio del favor rei, nel senso che laddove un comportamento non sia espressamente vietato esso deve ritenersi consentito, atteso che l'imposizione della misura costituisce comunque una deroga al principio di inviolabilità della libertà personale che per previsione costituzionale non ammette restrizione se non nei casi e modi previsti per legge (art. 13, comma 2, Cost.)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 ottobre 2014, n. 41120 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40827. In tema di modalità di trasmissione della nomina di difensore, l'articolo 96, comma 2, c.p.p. appare scontare il peso del tempo e ben può essere interpretato in senso estensivo, tenendo conto delle nuove e sempre più diffuse modalità di spedizione delle comunicazioni. Ne consegue che ben si possa ritenere valida una nomina di difensore di fiducia effettuata con modalità di spedizione di una missiva che siano del tutto equiparabili a quelle dell'invio di una raccomandata, quale la spedizione a mezzo corriere espresso dhl
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 ottobre 2014, n. 40827 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IANNELLI Enzo – Presidente Dott. CASUCCI Giuliano – Consigliere Dott. MACCHIA Alberto – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 1 luglio 2014, n. 28270. La custodia cautelare disposta nel corso delle indagini preliminari perde efficacia se il giudice non procede all'interrogatorio entro il termine di cinque giorni previsto dall'articolo 294, l'articolo 302 c.p.p., prevede che "dopo la liberazione, la misura puo' essere nuovamente disposta dal giudice, su richiesta del pubblico ministero, previo interrogatorio, allorche', valutati i risultati di questo, sussistono le condizioni indicate negli articoli 273, 274 e 275", contemplando il medesimo schema procedurale nel caso in cui la persona, senza giustificato motivo, non si presenti per rendere interrogatorio
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 1 luglio 2014, n. 28270 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. FERRUA Giuliana – Consigliere Dott. SQUASSONI Claudia – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO Massimo –...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 settembre 2014, n. 38060. In tema di maltrattamenti alunni da parte di un'insegnante. Misura cautelare in danno della direttrice
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 settembre 2014, n. 38060 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. IASILLO Adriano – rel. Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 settembre 2014, n. 37448. La condanna per stalking (art. 612 bis c.p.) non colpisce soltanto chi è legato alla persona molestata da vincoli affettivi, ma anche chi rende impossibile la vita degli altri per motivi che nulla hanno a che fare con un rapporto affettivo, perché il reato in questione non limita e circoscrive la natura e la qualità della parte lesa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 settembre 2014, n. 37448 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott....