Suprema Corte di Cassazione sezione V ordinanza 14 aprile 2015, n. 15233 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Presidente Dott. SAVANI Piero – Consigliere Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 aprile 2015, n. 14012. Posto a carico del committente l’obbligo di verificare nel merito l’operato dei coordinatori e, pertanto, il committente diviene responsabile di tutte le violazioni poste in essere dagli stessi nella redazione dei piani
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 aprile 2015, n. 14012 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – rel. Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 marzo 2015, n. 9693. Non può configurarsi la legittima difesa allorquando la stessa finisca per configurarsi ? nella prospettazione difensiva ? quale mera ipotesi, non suffragata da alcuna evenienza processuale e peraltro svalutata sia dalla mancata specificazione delle circostanze in cui si sarebbe spiegata la reazione difensiva che dalla mancata indicazione dei pericolo che, al momento della stessa, incombeva sul soggetto agente.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 marzo 2015, n. 9693 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. SETTEMBRE Anton – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 marzo 2015, n. 9654. Il delitto di maltrattamenti in famiglia assorbe i delitti di percosse e minacce, anche gravi, sempre che tali comportamenti siano contestati come finalizzati ai maltrattamenti, in quanto costituiscono elementi essenziali della violenza fisica o morale propria della fattispecie prevista dall'art. 572 c.p., ma non quello di lesioni (che non costituisce sempre elemento essenziale del delitto di maltrattamenti), di danneggiamento e di estorsione attesa la diversa obiettività giuridica dei reati
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 marzo 2015, n. 9654 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la corte di appello di Napoli, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere il giorno 30 ottobre 2013 nei confronti di M.P. e da questi appellata, ha dichiarato non doversi...
Corte di Cassazione, sezione VI, 30 gennaio 2015, n. 4584. Non si da assorbimento o consunzione del delitto di abuso d'ufficio di cui all'art. 323 cod. pen. in quello di cui all'art. 582 cod. pen., quandoché la condotta del pubblico agente si esaurisca nella mera produzione delle lesioni personali e ricorra tra i due illeciti il nesso teleologico di cui allo art. 61 n. 2 cod. pen., configurandosi invece un rapporto di concorso formale tra i reati, i quali offendono beni giuridici distinti.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 30 gennaio 2015, n. 4584 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata il Tribunale di Novara ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di I.F. in ordine al reato di lesioni personali aggravate (artt. 582, 61 n. 9 cod. pen.) perché estinto per intervenuta remissione della...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 febbraio 2015, n. 5597. Profili penali della trasmissione del virus HIV, distinguendo tra responsabilità per colpa cosciente e per dolo eventuale. Nella colpa cosciente, consistente nel malgoverno del rischio e nella mancata adozione di cautele idonee ad evitare conseguenze pregiudizievoli, la volontà non è diretta verso l'evento tipico sanzionato dalla norma penale, ancorché la possibilità di verificazione dell'evento sia stata prevista dall'autore del reato. Diversamente, nel dolo eventuale si versa al cospetto di una organizzazione della condotta che tiene conto dell'evento in termini di accettazione del rischio che lo stesso possa avverarsi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 febbraio 2015, n. 5597 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. POSITANO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 febbraio 2015, n. 5326. Costituisce sfregio permanente contemplato nella seconda ipotesi del n.4 del comma secondo dell'art.583 c.p., un qualsiasi nocumento che, senza determinare la più grave conseguenza della deformazione, importi un turbamento irreversibile dell'armonia e dell'euritmia delle linee del viso, per tale intendendosi quella parte del corpo che va dalla fronte all'estremità del mento e dall'uno all'altro orecchio. Ne deriva che, se pure non ogni alterazione della fisionomia del viso costituisca sfregio, sono certamente tali le alterazioni che ne turbino l'armonia con effetto sgradevole o di ilarità, anche se non di ripugnanza: il tutto rapportato ad un osservatore comune, di gusto normale e di media sensibilità
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 4 febbraio 2015, n. 5326 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 19.6.13 la Corte di Appello di Lecce riformava la sentenza emessa dal GUP presso il Tribunale del luogo, appellata da C. M., ritenuto responsabile del reato di lesioni (art.582-583-585 C.P. ascrittogli per aver cagionato a R.G....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 28 gennaio 2015, n. 4177. Integra la fattispecie criminosa di cui all'art. 583, comma primo, n. 2 cod. pen., anche l'avulsione di un solo dente incisivo, in quanto occorre far riferimento alla naturale funzionalità dell'organo indipendentemente dalla possibile applicazione di una protesi dentaria. L'ulteriore indebolimento di un organo, la cui funzione sia già limitata a causa di precedente anomalia, costituisce causa per ritenere la sussistenza dell'aggravante di cui al n 2 del primo comma dell'art 583 cod pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 28 gennaio 2015, n. 4177 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Lecce, in data 5 luglio 2013, confermava la sentenza del Tribunale di Lecce – sezione distaccata di Campi Salentina, con la quale A.N. era stato condannato alla pena di giustizia per...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 novembre 2014, n. 47289. In ordine ai presupposti per applicare la legge c.d. Balduzzi: 1) il medico si deve trovare in colpa, avendo violato regole cautelari diverse dalle linee guida; 2) l'operatività di regole cautelari diverse dalle linee guida è dovuta alla presenza nel caso concreto di una situazione di rischio peculiare, difforme da quella standard per la quale operano le linee guida; 3) il medico deve aver rispettato le linee guida. Ciò significa, per converso, che, in presenza del rispetto delle linee guida, ma nel parmanere di una situazione di rischio standard non modificata da circostanze peculiari del caso concreto, l'esecuzione maldestra dell'attività medica determina comunque una responsabilità per colpa, non trovando applicazione la legge Balduzzi
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 novembre 2014, n. 47289 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marc – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana M.T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 12 novembre 2014, n. 46820. In materia di infortuni sul lavoro, la condotta incauta del lavoratore infortunato non assurge a causa sopravvenuta da sola sufficiente a produrre l'evento quando sia comunque riconducibile all'area di rischio propria della lavorazione svolta: in tal senso il datore di lavoro e' esonerato da responsabilita' solo quando il comportamento del lavoratore, e le sue conseguenze, presentino i caratteri dell'eccezionalita', dell'abnormita', dell'esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo e alle direttive di organizzazione ricevute
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 12 novembre 2014, n. 46820 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. IZZO Fausto – rel. Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott....