Poiché le norme sulla circolazione stradale impongono severi doveri di prudenza e diligenza proprio per fare fronte a situazioni di pericolo, anche quando siano determinate da altrui comportamenti irresponsabili, la fiducia di un conducente nel fatto che altri si attengano alle prescrizioni del legislatore, se mal riposta, costituisce di per sé condotta negligente. In altri...
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Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 29 settembre 2016, n. 40699
Non punibile per particolare tenuità del fatto l’omessa custodia del cane che morde una passante Suprema Corte di Cassazione sezione IV penale sentenza 29 settembre 2016, n. 40699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. CIAMPI...
Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 20 settembre 2016, n. 39058
Per andare esente da responsabilità, il datore di lavoro “in colpa” non può invocare la “legittima aspettativa” riposta nella doverosa diligenza del lavoratore, giacchè questa non rileva allorchè chi la invoca versi in re illecita, per non avere, per negligenza, impedito l’evento lesivo, che è conseguito dall’avere l’infortunato operato sul luogo di lavoro in condizioni...
Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 1 settembre 2016, n. 36285
In tema di responsabilità penale per violazione degli obblighi incombenti al progettista o al direttore dei lavori, l’obbligo di garanzia non può andare oltre l’oggetto del rapporto contrattuale, non potendo concernere opere che non siano investite dell’attività del progettista e/o direttore dei lavori; ed invero, ove si tratti di opere del tutto autonome rispetto ad...
Corte di Cassazione, sezione IV penale, sentenza 27 luglio 2016, n. 32529
In tema di mancata prova della sussistenza del nesso causale tra la condotta colposa e l’evento lesivo, quand’anche venga stata ritenuta provata la condotta colpevole dell’imputato, non può comunque dirsi provato il nesso causale tra detta (eventuale) condotta colposa e l’evento lesivo occorso in presenza di alcuni elementi che gettavano ombre sull’attendibilità della persona offesa...
In tema di reati colposi, non sussiste la violazione del principio di correlazione tra l'accusa e la sentenza di condanna se la contestazione concerne globalmente la condotta addebitata come colposa, essendo consentito al giudice di aggiungere agli elementi di fatto contestati altri estremi di comportamento colposo o di specificazione della colpa, emergenti dagli atti processuali e, come tali, non sottratti al concreto esercizio del diritto di difesa. Ai fini della valutazione di corrispondenza tra pronuncia e contestazione di cui all'art. 521 cod. proc. pen. deve tenersi conto non solo del fatto descritto in imputazione, ma anche di tutte le ulteriori risultanze probatorie portate a conoscenza dell'imputato e che hanno formato oggetto di sostanziale contestazione, sicché questi abbia avuto modo di esercitare le sue difese sul materiale probatorio posto a fondamento della decisione. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 9 maggio 2016, n. 19141.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 9 maggio 2016, n. 19141 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe il Tribunale di Pistoia ha confermato la pronuncia di condanna alla pena ritenuta equa emessa dal Giudice di pace di Pistoia, con la quale C.S. é stato giudicato responsabile del reato di lesioni...
In tema di danni determinati dall’esistenza di un cantiere stradale
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 22 aprile 2016, n. 17010 Ritenuto in fatto 1. Il Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Caltagirone, con la sentenza in epigrafe, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di C.G. in ordine al reato ascrittogli con la formula “per non aver commesso il fatto”. 2. Il...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 29 marzo 2016, n. 12701. ll termine per proporre querela per il reato di lesioni colpose determinate da colpa medica inizia a decorrere non già dal momento in cui la persona offesa ha avuto consapevolezza della patologia contratta, bensì da quello, eventualmente successivo, in cui la stessa è venuta a conoscenza della possibilità che sulla menzionata patologia abbiano influito errori diagnostici o terapeutici dei sanitari che l’hanno curata
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 29 marzo 2016, n. 12701 Presidente D’Isa Ritenuto in fatto 1. Con sentenza n. 449/2015 del 30/01/2015, la Corte di Appello di Palermo confermava la sentenza del Tribunale di Palermo emessa in data 10/07/2012 con cui M.M. era stato dichiarato colpevole del reato di lesioni personali colpose aggravato...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 14 marzo 2016, n. 10720. In tema di custodia di animali, l’obbligo di custodirlo in modo adeguato idoneo ad evitare danni a terzi sorge ogni volta che sussista una relazione di possesso o di semplice detenzione tra l’animale e una data persona, posto che l’articolo 672 c.p. relaziona l’obbligo di non lasciare libero l’animale o di custodirlo le debite cautele al possesso dell’animale e tale obbligo cautelare si correla appunto all’esigenza di evitare rischi a terzi che possano entrare in contatto con l’animale. Sotto questo profilo, nel ricorso si fa erroneo richiamo a quell’orientamento giurisprudenziale che ha affrontato specificamente il tema della custodia di un animale in ambiente recintato dove terzi estranei, non titolari dei diritto di entrare e/o frequentare quel luogo, abbiano fatto accesso e siano venuti in contatto con l’animale. Tale orientamento si giustifica con riferimento a situazioni in cui terzi entrino nella proprietà altrui, dove sono liberi ed incustoditi animali, e mira a disciplinare il comportamento cautelare imposto al titolare dell’animale. Diversa è la questione della custodia di animali lasciati liberi in spazi recintati ma di uso comune [l’ipotesi tipica è quella del condominio chiuso all’esterno e caratterizzato dalla presenza di spazi interni comuni dove, in ipotesi, l’animale può essere lasciato libero]. Rispetto a tali situazioni è evidente che l’obbligo di custodia non può che avere come contenuto quel minimo di regole prudenziali che evitino rischi per l’incolumità degli altri legittimi frequentatori del sito, pur non definibili come estranei nei termini di cui i è detto
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 14 marzo 2016, n. 10720 Ritenuto in fatto P.P. ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, riformando in melius quella di primo grado quanto al trattamento sanzionatorio [pur non essendogli state riconosciute le generiche la pena è stata ridotta], ne ha confermato peraltro il giudizio di...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 gennaio 2016, n. 1022. La volontà degli assistiti di avvalersi esclusivamente dell’opera professionale del proprio avvocato, rifiutando di farsi assistere da un sostituto, non è una ragione sufficiente a giustificare il legittimo impedimento del legale a comparire in udienza
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 gennaio 2016, n. 1022 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. D’ISA Claudio – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – rel. Consigliere Dott....