Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 dicembre 2014, n. 51095 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele –...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52077. La c.d. bancarotta "riparata" si configura, determinando l'insussistenza dell'elemento materiale del reato, quando la sottrazione dei beni venga annullata da un'attività di segno contrario, che reintegri il patrimonio dell'impresa prima della soglia cronologica costituita dalla dichiarazione di fallimento, così annullando il pregiudizio per i creditori o anche la sola potenzialità di un danno per le ragioni creditorie, i quali integrano l'offesa tipica della bancarotta fraudolenta patrimoniale che è reato di pericolo
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 dicembre 2014, n. 52077 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. OLDI Paolo – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. ZAZA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 dicembre 2014, n. 52073. Il perfezionamento di un negozio, causalmente riconducibile allo schema della transazione (art. 1965 cod. civ.), che individua un titolo idoneo a giustificare la successiva erogazione di somme in favore dell'amministratore, sottraendole alla naturale destinazione al soddisfacimento delle ragioni creditorie, integra una condotta distrattiva, proprio perché pone un vincolo giuridicamente azionabile che programma una diminuzione patrimoniale, penalmente rilevante, in quanto se ne accerti l'estraneità alle finalità dell'impresa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 dicembre 2014, n. 52073 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE MARZO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 dicembre 2014, n. 27358. In tema di simulazione, il curatore del fallimento che agisca in rappresentanza del fallito (nella specie per ottenere il pagamento di un residuo suo credito derivante da un contratto di appalto concluso dall'imprenditore "in bonis"), e non della massa dei creditori, non può provare per testimoni la simulazione della quietanza di pagamento rilasciata dal primo alla controparte contrattuale Non è ammissibile la prova testimoniale diretta a dimostrare la simulazione assoluta della quietanza, che dell'avvenuto pagamento costituisce documentazione scritta, ostandovi l'art. 2726 c.c., il quale, estendendo al pagamento il divieto, sancito dall'art. 2722 dello stesso codice, di provare con testimoni patti aggiunti o contrari al contenuto del documento contrattuale, esclude che con tale mezzo istruttorio possa dimostrarsi l'esistenza di un accordo simulatorio concluso allo specifico fine di negare l'esistenza giuridica della quietanza, nei confronti della quale esso si configura come uno di quei patti, anteriori o contestuali al documento, che, appunto, il combinato disposto dei citati artt. 2722 e 2726 vieta di provare con testimoni in contrasto con la documentazione scritta di pagamento
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 dicembre 2014, n. 27358 Svolgimento del processo Con atto notificato il 12.3.1990 la Coop. a r.l. ” F.G.” evocava in giudizio innanzi il Tribunale di Castrovillari, S.S. deducendo di avere a lui venduto un’unità immobiliare sita in Amendolara, con rogito del notaio Lacanna, per il prezzo di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 dicembre 2014, n. 51248. Non integra il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione la condotta avente ad oggetto somme di denaro derivanti dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti, non essendo dette somme entrate in concreto nel patrimonio del fallito
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 dicembre 2014, n. 51248 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Presidente Dott. OLDI Paolo – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PISTORELLI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 dicembre 2014, n. 26223. La costituzione del fondo patrimoniale per fronteggiare i bisogni della famiglia, anche qualora effettuata da entrambi i coniugi, non integra, di per sé, adempimento di un dovere giuridico, non essendo obbligatoria per legge, ma configura un atto a titolo gratuito, non trovando contropartita in un'attribuzione in favore dei disponenti, suscettibile, pertanto, di revocatoria, a norma dell'art. 64 legge fallimentare, salvo che si dimostri l'esistenza, in concreto, di una situazione tale da integrare, nella sua oggettività, gli estremi del dovere morale ed il proposito del "solvens" di adempiere unicamente a quel dovere mediante l'atto in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 dicembre 2014, n. 26223 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 dicembre 2014, n. 25841. Sussiste sempre l'interesse ad agire per ottenere la condanna al pagamento di una somma di denaro tutte le volte in cui a fronte di un credito liquido ed esigibile il creditore non disponga di un titolo esecutivo. Tale regola vale a prescindere dall'atteggiamento antagonistico o meno del debitore
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 dicembre 2014, n. 25841 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. VINCENTI Enzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 9 dicembre 2014, n. 25863. Ai fini dell'ammissione al passivo fallimentare di crediti tributari, l'agente della riscossione è tenuto a produrre unicamente il ruolo e non anche a notificare preventivamente al debitore o al curatore la cartella esattoriale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 9 dicembre 2014, n. 25863 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – rel....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 dicembre 2014, n. 50975. Il pagamento di tutti i debiti, o la condotta restitutoria da parte dell'imprenditore che abbia distratto risorse aziendali, fa cadere il reato di bancarotta fraudolenta unicamente se avvenuti prima della dichiarazione di fallimento
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 dicembre 2014, n. 50975 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. SABEONE G. – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 novembre 2014, n. 48739. L'espresso riferimento del terzo comma dell'art. 216 I. fall. alla condizione di fallito dell'imprenditore che esegua i pagamenti e, comunque, per quanto riguarda i fatti posti in essere dai soggetti di cui al primo comma dell'art. 223 I. fall., al fallimento delle società interessate, vale, pur nella diversità delle fattispecie incriminatrici, ad assegnare alla dichiarazione di fallimento lo stesso significato giuridico che ricopre nelle altre ipotesi di bancarotta fraudolenta e, in conseguenza, il medesimo rilievo, quanto al decorso del termine prescrizionale
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 novembre 2014, n. 48739 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Mari – Presidente Dott. OLDI Paolo – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. DE MARZO Giusepp – rel. Consigliere...