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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 novembre 2014, n. 48347. L'amministratore che ometta di annotare in contabilità il pagamento della somma ricevuta in nero e la sottragga, così, al soddisfacimento delle obbligazioni sociali, è responsabile per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 novembre 2014, n. 48347 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. DE MARZO G. – rel. Consigliere Dott. POSITANO Gabriel – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 novembre 2014, n. 46479. In tema di bancarotta semplice, le pene accessorie devono essere commisurate alla durata della pena principale, in quanto essendo determinate solo nel massimo, sono soggette alla regola dettata dall'articolo 37 c.p., per il quale la loro durata è uguale a quella della pena principale inflitta

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 novembre 2014, n. 46479 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo M. – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfre – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22044. L'articolo 345 c.p.c., comma 3, nel subordinare l'ammissione di nuovi mezzi di prova in grado d'appello alla condizione che il collegio li ritenga indispensabili ai fini della decisione ovvero, in via alternativa, che la parte dimostri di non averli potuti proporre in primo grado per causa ad essa non imputabile, stabilisce sul piano generale il principio dell'inammissibilita' di mezzi di prova "nuovi", cioe' di mezzi di prova la cui ammissione non sia stata richiesta in precedenza. Il requisito dell'indispensabilita' prescritto dall'articolo 345, comma 3, cit. costituisce infatti un quidpluris rispetto a quello della rilevanza, cui l'articolo 184 c.p.c., comma 1, (nel testo, applicabile ratione temporis al giudizio in esame, anteriore alle modificazioni introdotte dal Decreto Legge 14 marzo 2005, n. 355, convertito in Legge 14 maggio 2005, n. 80) condiziona in via generale l'ammissione dei mezzi di prova, presupponendo che, in quanto di per se' sufficiente a provocare un ribaltamento della decisione, il mezzo istruttorio sia dotato di un'influenza causale piu' incisiva rispetto a quella che le prove dedotte o prodotte in primo grado hanno sulla decisione finale della controversia

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 ottobre 2014, n. 22044 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 ottobre 2014, n. 42257. Il componente del consiglio di amministrazione risponde del concorso nella bancarotta impropria da reato societario per mancato impedimento del reato anche quando egli sia consapevolmente venuto meno al dovere di acquisire tutte le informazioni necessarie all'espletamento del suo mandato

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 ottobre 2014, n. 42257 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 16 ottobre 2014, n. 21939. La legge fallimentare, aderendo al principio di "prossimità della prova", pone a carico del debitore l'onere di provare di essere esente dal fallimento gravandolo della dimostrazione del non superamento congiunto dei parametri dimensionali ivi prescritti

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 16 ottobre 2014, n. 21939   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DE CHIARA...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 15 ottobre 2014, n. 21849. Il termine per determinare l'irragionevole durata di una procedura fallimentare parte dalla insinuazione al passivo e oscilla, a seconda della complessità, tra i 5 ed i 7 anni. Così anche per l'indennizzo che può scendere al di sotto dei 750 euro, per il primo triennio, e 1.000, per gli anni successivi, stabiliti dalla Cedu, sino a 500 e 600 euro senza violare la giurisprudenza comunitaria

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 15 ottobre 2014, n. 21849 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Paquale – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 ottobre 2014, n. 21258. Nel giudizio promosso dal curatore del fallimento del creditore per ottenere l'adempimento dell'obbligazione, il debitore non può opporre la quietanza rilasciata dal predetto creditore all'atto del pagamento, quale confessione stragiudiziale del pagamento, atteso che il curatore, pur ponendosi, nell'esercizio di un diritto del fallito, nella sua stessa posizione, è una parte processuale diversa dal fallito medesimo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 ottobre 2014, n. 21258   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco –...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 26 settembre 2014, n. 20388. Anche alla luce delle finalita' perseguite dal Legislatore con il decreto c.d. correttivo, cosi' come esplicitate nella Relazione, se la regola generale e' quella del pagamento non dilazionato dei crediti privilegiati, il pagamento dei crediti medesimi con dilazione superiore a quella imposta dai tempi tecnici della procedura (e della stessa liquidazione, in caso di concordato c.d. "liquidativo") equivale a soddisfazione non integrale di essi. Cio' a causa della perdita economica conseguente al ritardo (rispetto ai tempi "normali") con il quale i creditori conseguono la disponibilita' delle somme ad essi spettanti. La determinazione in concreto di tale perdita (rilevante ai fini del computo del voto dei privilegiati) costituisce accertamento in fatto che il giudice del merito dovra' compiere, alla luce anche della relazione giurata L.F., ex articolo 160, comma 2, e tenendo conto di eventuali interessi offerti ai creditori e dei tempi tecnici di realizzo dei beni gravati nell'ipotesi di soluzione alternativa al concordato, oltre che del contenuto concreto della proposta nonche' della disciplina degli interessi di cui alla L.F., articoli 54 e 55,

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 26 settembre 2014, n. 20388 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo –...