Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza 5 settembre 2017, n. 4207
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Consiglio di Stato, sezione terza, sentenza 5 settembre 2017, n. 4207

Quando una ditta intende avvalersi della clausola di equivalenza ex art. 68 del D.Lgs. 163/06, ha l’onere di dimostrare l’equivalenza tra i prodotti, non potendo pretendere che di tale accertamento si faccia carico la Commissione di gara. Sentenza 5 settembre 2017, n. 4207 Data udienza 6 luglio 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 6 settembre 2017, n. 4221
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 6 settembre 2017, n. 4221

La richiesta della Lettera di invito alle imprese partecipanti, di dichiarare il possesso della certificazione di qualità ISO, ancorché non espressamente qualificata negli atti di gara come requisito di partecipazione, non può essere derubricata a mero “obbligo dichiarativo”, la cui inosservanza sia priva di conseguenze sull’esito della gara. La certificazione del possesso di un «sistema...

Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 5 settembre 2017, n. 4192
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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 5 settembre 2017, n. 4192

Per le clausole di esclusione di cui alla lettera c), comma 5, dell’art. 50 del D.Lgs. n. 50/2016, vige la regola secondo la quale la gravità dell’evento è ponderata dalla stazione appaltante, sicché l’operatore economico è tenuto a dichiarare situazioni ed eventi potenzialmente rilevanti ai fini del possesso dei requisiti di ordine generale di partecipazione alle...

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 settembre 2016, n. 3919
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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 22 settembre 2016, n. 3919

Il concorrente escluso da una gara preordinata all’affidamento di un contratto pubblico, con provvedimento divenuto inoppugnabile, non ha titolo per ottenere il ristoro dei pregiudizi derivanti dalla mancata aggiudicazione o dalla perdita di “chance”, non sussistendo gli estremi del danno “iniuria datum” Consiglio di Stato sezione V sentenza 22 settembre 2016, n. 3919 REPUBBLICA ITALIANA...

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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 aprile 2015, n. 1723. L’art. 86, c. 3-bis del Dlg 163/2006 giustifica interpretazioni per cui v’è una preclusione invincibile all’omessa indicazione dei predetti costi, tale comunque da attivare tal meccanismo. Invero, la norma prevede “… nella predisposizione delle gare di appalto e nella valutazione dell’anomalia delle offerte nelle procedure di affidamento di appalti di…servizi …, gli enti aggiudicatori sono tenuti a valutare che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al… costo relativo alla sicurezza, il quale deve essere specificamente indicato e risultare congruo rispetto all’entità e alle caratteristiche dei lavori, dei servizi o delle forniture…”. La norma si rivolge alle stazioni appaltanti, imponendo loro, “… nella predisposizione delle gare di appalto e nella valutazione dell’anomalia delle offerte…”, d’effettuare una specifica valutazione della congruità dei costi del lavoro e della sicurezza indicati dalle imprese concorrenti. Essa invero prevede che i costi in questione debbono essere specificamente indicati, ma tal indicazione è in sé ed oggettivamente funzionale alla verifica di congruità. Sicché la mancanza di essa, anche per le imprese partecipanti a gare per appalti di servizi, non giustifica l’automatica esclusione delle stesse imprese dalla procedura comparativa, se la stazione appaltante non ha preliminarmente proceduto ad una verifica sulla serietà e sostenibilità dell’offerta economica nel suo insieme

Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 aprile 2015, n. 1723 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso n. 3266/2014 RG, integrato da motivi aggiunti, proposto dalla Po. s.r.l., corrente in Atripalda (BN), in persona del legale rappresentante pro...

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