Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 dicembre 2015, n. 50027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 dicembre 2015, n. 49571. L’aggravante della consegna delle sostanze stupefacenti a persona di età minore, prevista dall’art. 80 co. 1 lett a, d.P.R. n. 309/1990, è configurabile anche nel caso di semplice dazione, indipendentemente dalla diversa destinazione (a persona maggiorenne) che lo stupefacente possa eventualmente avere: la ratio dell’aggravante risiede, infatti, proprio nella circostanza che un minore entri in possesso dello stupefacente e nel conseguente pericolo di assunzione della sostanza
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 dicembre 2015, n. 49571 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZAPENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475. L’applicazione di una pena in base a criteri non più corrispondenti al giudizio di disvalore della condotta espresso dal legislatore è destinata a violare il principio di proporzionalità che deve assistere l’esercizio del potere punitivo attribuito all’autorità giudiziaria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49475 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. FIDELBO Giorgi – rel. Consigliere Dott. GIORDANO Emilia Anna – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463. L’accertata pluralità degli episodi di ‘spaccio’ non osta alla configurabilità della fattispecie di lieve entità di cui all’art. 73, co. 5, d.P.R. n. 309 del 1990. La non occasionalità della condotta illecita non ne è elemento costitutivo e, pertanto, non può esserne legittimamente esclusa la ricorrenza in ragione della mera reiterazione nel tempo delle condotte di cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 15 dicembre 2015, n. 49463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere Dott. CAPOZZI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 gennaio 2016, n. 7. A seguito della dichiarazione d’incostituzionalità degli artt. 4-bis e 4vicies ter del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2006, n. 49, pronunciata con sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, deve escludersi la rilevanza penale delle condotte che, poste in essere a partire dall’entrata in vigore di detta legge e fino all’entrata in vigore del d.l. 20 marzo 2014, n. 36, abbiano avuto ad oggetto sostanze stupefacenti incluse nelle tabelle solo successivamente all’entrata in vigore del d.P.R. n. 309 del 1990, nel testo novellato dalla citata legge n. 49 del 2006. La sostanza definita Khat (catha edulis), pur prevista nelle tabelle con la riforma del 2006 e reinserita in esse dalla novella del 2014, non risultava indicata specificamente negli elenchi appositamente predisposti dal Ministero della Sanità prima della riforma del 2006 e questa Corte aveva già tra l’altro escluso che la “catha edulis”, pur contenendo in sé il principio attivo tabellato “catina”, potesse considerarsi in se stessa soggetta alla normativa sanzionatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 gennaio 2016, n. 7 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza dei primo aprile 2014, il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma applicava a G. S., in base all’art. 444 cod. proc. pen., la pena di anni due di reclusione e 2.000 euro di multa...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2015, n. 45699. In caso di custodia cautelare in carcere il giudice deve motivare sull’inidoneità degli arresti domiciliari “aggravati”. Alla luce del nuovo art. 275, comma 3-bis, c.p.p., annullata l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere in ragione dell’omessa motivazione circa l’idoneità o meno nel caso concreto della misura degli arresti domiciliari con le procedure di controllo, ex art. 275-bis, comma 1, c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2015, n. 45699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 18 novembre 2015, n. 45697. All’esito della “liberalizzazione” dei servizi postali, l’impugnazione mediante posta privata, si considera proposta dalla data di spedizione rilevabile dal francobollo a stampa apposto sul plico raccomandato e non da quella di ritiro della corrispondenza presso il mittente, restando a carico della parte il rischio che l’atto inviato dopo la scadenza dei termini sia dichiarato inammissibile per tardività
Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 18 novembre 2015, n. 45697 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 novembre 2015, n. 46507. L’attenuante di cui al quinto comma dell’articolo 73 d.P.R. 309\90 può essere riconosciuta solo in ipotesi di minima offensività penale della condotta, deducibile sia dal dato qualitativo e quantitativo, sia dagli altri parametri richiamati dalla disposizione (mezzi, modalità, circostanze dell’azione), con la conseguenza che ove uno degli indici previsti dalla legge risulti negativamente assorbente, ogni altra considerazione resta priva di incidenza sul giudizio. Si è pervenuti a conclusioni analoghe anche dopo le modifiche normative intervenute ad opera dell’art. 2 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 21 febbraio 2014, n.10, che hanno trasformato la fattispecie circostanziale di cui al comma 5 dell’art. 73 d.P.R. 309\90 in ipotesi autonoma di reato. E’ obbligo del giudice quello di valutare complessivamente, ai fini della configurabilità del reato in esame, tutti gli elementi normativamente indicati, quindi, sia quelli concernenti l’azione (mezzi, modalità e circostanze della stessa), sia quelli che attengono all’oggetto materiale dei reato (quantità e qualità delle sostanze stupefacenti oggetto della condotta criminosa).
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 novembre 2015, n. 46507 Ritenuto in fatto 1. La Corte di appello di Catania – Sezione Penale minori, con sentenza del 20/6/2014 ha riformato, rideterminando la pena originariamente inflitta, la decisione con la quale, in data 4/11/2013, a seguito di giudizio abbreviato, il Giudice dell’udienza preliminare del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 novembre 2015, n. 44452. In tema di vendita e cessione, di un campione di circa 78 grammi di cocaina e di un quantitativo di circa chilogrammi 5 di eroina, seppure la circostanza aggravante, di cui all’art. 61 n. 9 c.p. per avere il coimputato, sovrintendente della polizia di Stato, commesso il fatto con abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzionela, non presuppone necessariamente che il reato sia commesso in relazione al compimento di atti rientranti nella sfera di competenza dei pubblico ufficiale o dell’incaricato di un pubblico servizio, ne’ l’attualità dell’esercizio della funzione o dei servizio, ai fini della stessa, è necessario che la commissione del fatto sia stata quanto meno facilitata od agevolata dall’esercizio dei poteri o dalla violazione dei doveri non essendo dunque sufficiente che in capo a chi commetta un qualsivoglia reato sussista la veste di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 novembre 2015, n. 44452 Ritenuto in fatto 1. A.N. ha proposto, tramite il proprio difensore, ricorso nei confronti della sentenza della Corte d’Appello di Bari che ha confermato, quanto all’affermazione di responsabilità, la sentenza dei Tribunale di Foggia di condanna per il concorso nel reato di cui...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 ottobre 2015, n. 41693. In tema di stupefacenti, nel rideterminare la pena calcolata a titolo di continuazione tra reati di detenzione illecita di droghe c.d. “pesanti” e di droghe c.d. “leggere”, alla luce della più favorevole cornice edittale applicabile a seguito della pronuncia della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, il giudice dell’esecuzione può rielaborare il rapporto tra “reato-base” e “reati-satellite”. In tema di stupefacenti, per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, il minimo edittale di anni sei resta intangibile per la detenzione a fini di spaccio della droga pesante ed è quest’ultimo il fatto-reato da porre – nella nuova determinazione – a base della continuazione, degradando tutte le ulteriori fattispecie a reato-satellite, la cui incidenza andrà commisurata ai rivissuti parametri edittali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 ottobre 2015, n. 41693 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria C. – Presidente Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Consigliere Dott. BONITO Francesco M. –...