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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 5 ottobre 2015, n. 39868. In caso di più ordinanze cautelari emesse nell’ambito di procedimenti diversi aventi ad oggetto fatti posti tra loro in rapporto di connessione qualificata, ai fini del computo dei termini di durata delle misure il giudice deve verificare l’effettiva prosecuzione dell’attività illecita, anche in ambito associativo, oltre la data di emissione della prima ordinanza custodiale

Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 5 ottobre 2015, n. 39868 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 2 ottobre 2015, n. 39844. Nell’ipotesi del fatto di lieve entità di cui all’art. 73, comma 5 d.P.R. n. 309 del 1990 il connotato dell’occasionalità del fatto non costituisce indice indefettibile di minima offensività della condotta, essendo compatibile con la sua ripetizione nel tempo

Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 2 ottobre 2015, n. 39844   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. TADDEI Margherita Bianca – Consigliere Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 settembre 2015, n. 37357. Va annullata la condanna al pagamento delle spese alla parte civile se il reato è prescritto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 settembre 2015, n. 37357 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ACETO...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 settembre 2015, n. 39357. La pena applicata su richiesta delle parti per i delitti previsti dall’art. 73 D.P.R. n. 309 del 1990 in relazione alle droghe c.d. leggere, con pronuncia divenuta irrevocabile prima della sentenza della Corte Costituzionale n. 32 del 2014 deve essere necessariamente rideterminata in sede di esecuzione, con la precisazione che la pena deve essere rideterminata attraverso la “rinegoziazione” dell’accordo tra le parti, ratificato dal giudice dell’esecuzione, che viene interessato attraverso l’incidente di esecuzione attivato dal condannato o dal pubblico ministero. È stato quindi accolto il principio per cui pena illegale non è solo quella superiore alla sanzione edittale massima reintrodotta per effetto della pronuncia di incostituzionalità, ma anche quella applicata in base alla sanzione prevista dalla norma incostituzionale. Principio applicabile anche in sede esecutiva, la valutazione discrezionale del giudice nella individuazione della pena in concreto da applicare non può prescindere dagli “indicatori astratti” (il minimo e il massimo edittale) che il legislatore gli ha fornito. È nell’ambito di quello spazio sanzionatorio che il giudicante deve compiere la sua valutazione. Con la conseguenza che se detto spazio muta (si restringe o si dilata), mutano inevitabilmente i parametri entro i quali la valutazione in concreto deve essere effettuata. Per altro, in terna di sostanze stupefacenti, tale spazio sanzionatorio, con il ripristino della distinzione tra “droghe leggere” e “droghe pesanti”, conseguente alla sentenza del Giudice delle leggi rr. 32 del 2014, è stato sensibilmente ridisegnato, consentendo, di nuovo, il ricorso ad una forbice edittale (tanto per limitarsi alla sola pena detentiva) – da due a sei anni di reclusione – di gran lunga meno ampia (e meno severa) rispetto a quella posta a base delle statuizioni contestate, vale a dire da sei a venti anni di reclusione (tanto che, come si è anticipato, il massimo della prima corrisponde al minimo della seconda), così da comporre un quadro di riferimento non paragonabile a quello tenuto presente al momento delle pronunzie dei giudici del merito e da realizzare, pertanto; un sostanziale ridimensionamento dello stesso disvalore penale dei fatto

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 settembre 2015, n. 39357 Rilevato in fatto 1. Con ordinanza del 14 luglio 2014, ii Tribunale di Cagliari accoglieva parzialmente l’istanza di ridete rm inazione della pena formulata da G.Z. m relazione alle sentenze di applicazione della pena n. 26/2012 e n. 181/2013, emesse dal G U...

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Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 4 settembre 2015, n. 35980. Il giudice chiamato a rideterminare in meglio la pena, a seguito della declaratoria di incostituzionalità della disciplina sanzionatoria delle sostanze stupefacenti, non può limitarsi, secondo la sentenza 35980/2015 della Corte di Cassazione, ad una operazione di ricalcolo matematico e proporzionale, essendo tenuto ad esercitare appieno i propri poteri valutativi disciplinati dall’articolo 133 c.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 4 settembre 2015, n. 35980 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. CAPUTO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 settembre 2015, n. 37629. Sia la prova della destinazione della droga ad uso personale, sia quella della destinazione allo spaccio, può essere tratta da qualsiasi elemento o dato indiziario che – con rigore, univocità e certezza – consenta di inferirne la sussistenza attraverso un procedimento logico adeguatamente fondato su corrette massime di esperienza

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 17 settembre 2015, n.37629 Ritenuto in fatto L. T. ricorre per cassazione impugnando la sentenza con la quale la corte di appello di Genova, in parziale riforma di quella pronunciata a seguito di giudizio abbreviato dal Gip presso il tribunale di La Spezia, ha ridotto la pena inflittagli...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 luglio 2015, n. 33591. Accertata la pericolosità sociale prima dell’applicazione della libertà vigilata, si devono distinguere i casi in cui l’applicazione della predetta misura sia facoltativa od obbligatoria

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 luglio 2015, n. 33591 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 luglio 2015, n. 33040. In materia di sostanze stupefacenti, con riferimento alle ipotesi di illeciti riguardanti sostanze stupefacenti leggere

Suprema Corte di Cassazione S,U.P. sentenza 28 luglio 2015, n. 33040 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. CHIEFFI Severo – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio –...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 luglio 2015, n. 32787. Nella individuazione dei reati rispetto ai quali è applicabile l’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova di cui all’articolo 168 bis del Cp e seguenti (“reati puniti…con la pena edittale detentiva non superiore al massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria…”), deve aversi riguardo alla sola pena edittale, senza che si possa tenere conto della sussistenza di eventuali circostanze aggravanti, seppure a effetto speciale. Infatti, sul piano letterale, manca nella disciplina normativa alcun esplicito riferimento alla possibile incidenza delle eventuali aggravanti, mentre ogni volta che il legislatore ha voluto che si tenesse conto delle circostanze aggravanti lo ha espressamente previsto (cfr. articoli 4 del Cpp, 157 del Cp, 278 del Cpp, 131 bis del Cp). Inoltre, anche strutturalmente, ai fini della decisione sull’istanza presentata ex articolo 464 bis del Cpp, al giudice non è consentito pronunciarsi sulla fondatezza dell’accusa, dunque sulla configurabilità o meno del fatto aggravato, se non in termini negativi circa la sussistenza delle condizioni per la pronuncia di una sentenza di proscioglimento (da queste premesse, accogliendo il ricorso dell’imputato, la Corte, in una fattispecie in cui era contestato il reato di cui all’articolo 73, comma 5, del Dpr 9 ottobre 1990 n. 309, punito con una pena ricompresa nella soglia indicata dall’articolo 168 bis del Cp, ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui il Gip aveva invece rigettato la richiesta di sospensione in ragione della ritenuta contestazione dell’aggravante a effetto speciale di cui all’articolo 80 del Dpr n. 309 del 1990, che secondo il giudicante avrebbe portato la pena oltre la soglia prevista per l’ammissibilità dell’istituto)

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 luglio 2015, n. 32787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....