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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 dicembre 2014, n. 27128. Il diritto di abitazione della casa familiare è un atipico diritto personale di godimento (e non un diritto reale), previsto nell'esclusivo interesse dei figli (art. 155, comma quarto, cod.civ.) e non nell'interesse del coniuge affidatario, che viene meno con l'assegnazione della casa familiare in proprietà esclusiva al coniuge affidatario dei figli, non avendo più ragione di esistere. Ed invero, la tutela del figlio minore o disabile è assicurata dall'affidamento al coniuge al quale la casa coniugale sia assegnata nonché dall'obbligo di mantenimento, cura ed educazione che è posto a carico di entrambi i genitori. Nel caso in cui, come nella specie, l'immobile sia assegnato in proprietà esclusiva al coniuge affidatario la invalidità di cui sia portatore il figlio e le sue condizioni di vita – che, per quel che si è detto, assumono rilevanza in relazione agli obblighi dei genitori – non possono avere alcuna interferenza sul valore di mercato dell'immobile ovvero sulla determinazione della porzione corrispondente alla quota di comproprietà spettante al condividente. Infatti, ove si operasse la decurtazione del valore in considerazione del diritto di abitazione, il coniuge non assegnatario verrebbe ingiustificatamente penalizzato con la corresponsione di una somma che non sarebbe rispondente alla metà dell'effettivo valore venale del bene: il che è comprovato dalla considerazione che, qualora intendesse rivenderlo a terzi, l'assegnatario in proprietà esclusiva potrebbe ricavare l'intero prezzo di mercato, pari al valore venale del bene, senza alcuna diminuzione.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 dicembre 2014, n. 27128 Svolgimento del processo 1.- D.S. conveniva in giudizio dinanzi al tribunale di Roma il coniuge separato F.A. chiedendo la divisione dell’immobile sito in (omissis) , e dell’appartamento in (omissis) , entrambi acquistati in regime di comunione. Costituitasi in giudizio, la F. si opponeva...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 luglio 2014, n. 16376. Nell'esercizio del potere di attribuzione dell'immobile ritenuto non comodamente divisibile, ed a maggior ragione quando le quote siano eguali e non soccorra quindi l'unico criterio indicato dalla legge (di preferire, cioè il condividente "avente diritto alla quota maggiore"), il giudice non trova alcun limite nelle disposizioni dettate dall'art. 720 cod. civ., da cui gli deriva, al contrario, un potere prettamente discrezionale nella scelta del condividente al quale assegnarlo, potere che trova il suo temperamento esclusivamente nell'obbligo di indicare i motivi in base ai quali ha ritenuto di dover dare la preferenza all'uno piuttosto che all'altro degli aspiranti all'assegnazione e si risolve in un tipico apprezzamento di fatto, sottratto come tale al sindacato di legittimità, potendo essere oggetto di controllo in questa sede soltanto la logicità intrinseca e la sufficienza del ragionamento operato dal giudice di merito

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza  17 luglio 2014, n. 16376 Fatto e diritto Il relatore nominato per l’esame del ricorso ha depositato la seguente relazione ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c.. Osserva in fatto Con citazione del 22/6/1999 la società Vast di Ardavast Serapian, premesso di avere acquistato qualche mese prima da C.G....

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Corte di Cassazione, sezione VI, 19 marzo 2013, n.6809. Non è ammissibile l’espropriazione forzata della quota di un singolo bene indiviso, quando la massa in comune comprenda più beni della stessa specie

  La massima 1. L’espropriazione forzata dell’intera quota, spettante ad un compartecipe, dei beni compresi in una comunione, è certamente possibile, ma limitatamente a tutti i beni indivisi di una singola specie (immobili, mobili o crediti). Iniziata l’espropriazione della stessa, il giudice dell’esecuzione può disporre la separazione in natura della quota spettante al debitore esecutato,...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza del 27 dicembre 2012, n. 23930. In tema di divisione ereditaria, il criterio dell’estrazione a sorte previsto dall’art. 729 cod. civ. non ha carattere assoluto

Le massime 1. In tema di divisione ereditaria, il criterio dell’estrazione a sorte previsto dall’art. 729 cod. civ. nel caso di uguaglianza di quote a garanzia della trasparenza delle operazioni divisionali contro ogni possibile favoritismo – applicabile anche nell’ipotesi di divisione dei beni comuni, in virtù del rinvio recettizio di cui all’art. 1116 cod. civ....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 14 novembre 2012, n. 19914. Divisione ereditaria – Erede pretermesso

  Suprema Corte di Cassazione sezione II Sentenza del 14 novembre 2012, n. 19914 Svolgimento del processo O.P. e P.P. , premesso: – che in data (…) era deceduto il loro padre E. il quale con testamento olografo nominava essi attori eredi universali mentre lasciava all’altro fratello F. la sola quota legittima; che il de...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 5 ottobre 2012, n. 17040. Il giudizio di accertamento della paternità non determina la sospensione ex art. 295 c.p.c. del giudizio di divisione

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI Ordinanza 5 ottobre 2012, n. 17040 Fatto e diritto Ritenuto che dinanzi al Tribunale di Napoli pende un giudizio di divisione dei beni ereditari relitti dal de cuius L.V., promosso dai coeredi L.M., Ci., L., F. e Ca. nei confronti di G.L. e degli altri coeredi, tra cui m.l.,...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 7 settembre 2012, n. 14990. La soffitta destinata ad abitazione civile partecipa alla divisione e assegnazione delle parti comuni

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  del 7 settembre 2012, n. 14990 Svolgimento del processo Con atto notificato il 4 novembre 1991, i coniugi B. (o B. come indicato a p. 1 e 8 del ricorso e a p. 2 della memoria ex art. 378 cod. proc. civ. per evidente lapsus calami) E.E. e...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza n. 14577 del 21 agosto 2012. Divisione della villa unifamiliare. La destinazione unifamiliare o bifamiliare di un alloggio non ne muta la destinazione urbanistica, che rimane intesa a fini abitati vi e non trasforma l’uso dell’ immobile (in uso commerciale o industriale), come si verifica quando c’è mutamento urbanistlco

Le massime In tema di divisione giudiziale, la non comoda divisibilità di un immobile, integrando un’eccezione al diritto potestativo di ciascun partecipante alla comunione di conseguire i beni in natura (Cass. 25322/11), può ritenersi legittimamente predicabile solo quando risulti rigorosamente accertata la ricorrenza dei suoi presupposti, costituiti dalla irrealizzabilità del frazionamento dell’immobile, o dalla sua...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 agosto 2012 n. 14713. In una divisione ereditaria, in mancanza di contestazione sulla consistenza delle quote, il sorteggio è il criterio ordinario di assegnazione

L’articolo in originale Corte di cassazione – Sezione II civile – Sentenza 30 agosto 2012 n. 14713. In una divisione ereditaria, in mancanza di contestazione sulla consistenza delle quote, il sorteggio è il criterio ordinario di assegnazione Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 agosto 2012 n. 14713[1] Per la Cassazione, in...