Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 marzo 2014, n. 13350 Fatto e diritto 1. Con sentenza pronunciata il 7.12.2012 il tribunale di Teramo in composizione monocratica, in qualità di giudice di appello, confermava la sentenza con cui il giudice di pace di Giulianova, in data 18.7.2011 aveva condannato F.M. , imputato del delitto...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 marzo 2014, n. 12203. Ai fini del rispetto dell'articolo 10 della Convenzione relativo alla liberta' di espressione, si esige la ricorrenza di circostanze eccezionali per l'irrogazione, in caso di diffamazione a mezzo stampa, della piu' severa sanzione, sia pure condizionalmente sospesa, sul rilievo che, altrimenti, non sarebbe assicurato il ruolo di "cane da guardia" dei giornalisti, il cui compito e' di comunicare informazioni su questioni di interesse generale e conseguentemente di assicurare il diritto del pubblico di riceverle
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 marzo 2014, n. 12203 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 marzo 2014, n. 12418. L’esimente ex art. 598 c.p. costituisce applicazione estensiva del più generale principio posto dall'art. 51 cp, in quanto riconducibile all'art. 24 Cost. e si fonda esclusivamente sul rapporto di strumentalità tra le frasi offensive e le tesi prospettate nell'ambito della controversia giudiziaria in corso, sicché non si richiede che le offese abbiano una base di veridicità o una particolare continenza espressiva (sez. 5 n. 6701 rv 234008 8.2.06). Per l'applicazione della cosiddetta immunità giudiziale non occorre che le offese siano in rapporto di giuridica necessità o utilità con l'esercizio del diritto di difesa del soggetto che le ha scritte, bastando che le espressioni diffamatorie, anche se non rispondenti a verità o dettate da motivi personali di risentimento dell'offensore, siano in qualche modo collegate con la tesi difensiva delle parti in contesa e con l'oggetto della causa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 marzo 2014, n. 12418 Fatto e diritto Con sentenza 5.3.2012, il tribunale di Bologna ha confermato la sentenza 23.2.2010 del giudice di pace della medesima sede, con la quale l’avvocato M.M. era stato condannato,per il reato di diffamazione in danno di S.S. , previa concessione delle attenuanti...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 marzo 2014, n. 12428. Annullata la sentenza impugnata agli effetti civili con rinvio al giudice civile competente per materia in grado di appello in merito al reato di diffamazione, che era stato contestato per avere, quale dirigente dell'Istituto scolastico, offeso la reputazione dei genitori delle classi quinte elementari del suddetto istituto, inviando ai genitori una missiva, contenente le seguenti espressioni "agire subdolamente allo scopo di denigrare l'istituzione….persone pedagogicamente incompetenti" nonché attribuendo, con tecnica retorica ai destinatari, che avevano deciso di iscrivere in altro istituto i propri figli per la scuola media, la mancanza di oculatezza ed intelligenza (Genitori oculati ed intelligenti scelgono la scuola migliore del territorio)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 marzo 2014, n. 12428 Fatto e diritto Con sentenza 17.2.2012, la corte di appello di Ancona, in riforma della sentenza 25.5.09 del tribunale di Macerata, sezione di Civitanova Marche, ha assolto F.F. dal reato di diffamazione, che era stato contestato per avere, quale dirigente dell’Istituto Raffaello Sanzio...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 marzo 2014, n. 5499. Se l'utilizzo delle espressioni "Cialtracons", "contro la diarrea prendete Codacons", "Codacons e diarrea…" e "Crollacons" riferite all'associazione Codacons nei tre articoli apparsi sulla edizione abruzzese de "Il Tempo" siano diffamatori, oppure costituiscano legittimo esercizio del diritto di satira, così come ritenuto dalla Corte di merito. Di deverso avviso la Corte di Cassazione che rinvia nuovamente alla Corte d'appello
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 marzo 2014, n. 5499 Svolgimento del processo Il tribunale di Roma, con sentenza in data 6.12.2004, rigettò la domanda di risarcimento danni proposta dal Codacons nei confronti della Editrice Romana spa, editore del quotidiano “Il Tempo”, in relazione a tre articoli di stampa, apparsi sull’edizione abruzzese del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 febbraio 2014, n. 7504. L'attività giornalistica – laddove si tratti della diffusione di notizie o dati concernenti minori – deve sempre avvenire nel rispetto di determinati limiti e, segnatamente, in quello della essenzialità della informazione, la cui valutazione è affidata all'apprezzamento del giudice di merito censurabile soltanto ove lo stesso sia affetto da vizi logici manifesti o contraddittorietà o carenza di motivazione. Per effetto di quanto previsto dall'art. 137 cit., la diffusione o la comunicazione dei dati per finalità giornalistiche può essere effettuata anche senza il consenso dell'interessato previsto dagli artt. 23 e 26, restando tuttavia fermi i limiti del diritto di cronaca a tutela dei diritti di cui all'art. 2 e, in particolare, quello dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 18 febbraio 2014, n. 7504 Ritenuto in fatto 1.1 Con sentenza del 27 settembre 2012 la Corte di Appello di Napoli in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Napoli – Sezione Distaccata di Pozzuoli – del 30 settembre 2009 emessa nei riguardi di P.D. (imputato del reato...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5247. Sussiste l’esimente dell’esercizio del diritto di critica sindacale (articolo 51 c.p.) qualora il rappresentante di un’organizzazione sindacale, intervenendo a tutela dei lavoratori nella veste di rappresentante di categoria, ipotizzi a carico della parte lesa la realizzazione di comportamenti penalmente rilevanti, allorche’ si tratti di critica volta a stigmatizzare, ancorche’ con toni aspri, ma conferenti all’oggetto della controversia, le iniziative intraprese dall’azienda e ritenute illegittime
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5247 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. DUBOLINO Pietro – Consigliere Dott. FUMO Maurizi – Consigliere Dott. PEZZOLLA Rosa – Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628. Burlarsi del cognome altrui è atto di villania: ma la villania non è sanzionata penalmente. La quinta sezione penale della Cassazione ha assolto il giornalista Vittorio Feltri
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628[1] Si legge nella sentenza in commento che l’imputato, nel riferire di un’indagine diretta dal dottor Woodcock nell’esercizio delle funzioni di pubblico ministero, aveva fornito al lettore informazioni tali da far dubitare della bontà dell’inchiesta perché condotta da un magistrato il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 gennaio 2014, n. 194. La pubblicazione su un quotidiano di una foto di persona arrestata, estratta dalle foto segnaletiche effettuate dalle forze dell’ordine ma priva dei numeri identificative propri delle foto segnaletiche, non costituisce foto di persona in stato di detenzione qualora il giudice l’abbia ritenuta non diversa dalle comuni foto identificative, con la conseguenza che per la liceita’ della pubblicazione della stessa non valgono le disposizioni previste dal codice deontologico dei giornalisti (articolo 8), richiamate dall’articolo 12 del codice della privacy; mentre, trattandosi della diffusione per finalita’ giornalistiche dell’immagine, quale dato personale sottoposto allo stesso trattamento dei dati identificativi anagrafici, di persona cui e’ attribuito un reato, la pubblicazione e’ essenziale per l’esercizio del diritto di cronaca in relazione all’interesse pubblico alla identificazione del soggetto e deve rispettare, come nella specie accertato dal giudice del merito, gli ulteriori limiti della pertinenza e della continenza
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 gennaio 2014, n. 194 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. MASSERA Maurizio – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 gennaio 2014, n. 294. Le espressioni utilizzate nei rapporti informativi possono essere ingiuriose e diffamatorie e tendere a porre in cattiva luce il soggetto leso quando veine definito presuntuoso, arrogante e sleale nonché solito ad agire in modo abnorme
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 gennaio 2014, n. 294 Svolgimento del processo Con ricorso al Tribunale di Monza M.R. , funzionario in servizio presso l’Ufficio delle imposte dirette di quella città, chiedeva l’annullamento dei rapporti informativi relativi agli anni 1996 e 1997, redatti dal reggente di detto Ufficio, Ma.Do. , e la...