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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 maggio 2015, n. 10289. La scelta della linea tecnica da seguire nella prestazione professionale spetta esclusivamente all’avvocato. L’assenso o addirittura la sollecitazione da parte del cliente in relazione alla proposizione di mezzi difensivi a lui pregiudizievoli non esonera il difensore dalla responsabilità per negligenza professionale. Nello caso concreto, risponde dei danni provocati al cliente il difensore che chiama in causa un terzo nei cui confronti il diritto è prescritto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 maggio 2015, n. 10289 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – rel....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 giugno 2015, n. 11615. In tema di liquidazione delle spese processuali, il giudice non può limitarsi a determinare in maniera generica i diritti di procuratore e degli onorari di avvocato in misura inferiore a quelli presentati, ma ha l’onere di motivare adeguatamente l’eventuale eliminazione e la riduzione di voci

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 giugno 2015, n. 11615 Svolgimento del processo È stata depositata la seguente relazione. «1. In relazione all’incidente stradale verificatosi in data 10 marzo 2009 tra la vettura di proprietà di O. R. e quella di proprietà di M. R. D.C., assicurata con la T.A. s.p.a., il Giudice...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 giugno 2015, n. 11446 . L’avvocato non abilitato al patrocinio presso le magistrature superiori non può pretendere il compenso dal cliente per avere redatto il ricorso al Consiglio di Stato e avere predisposto un parere preventivo diretto ad illustrare i margini di successo del proponendo appello.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  3 giugno 2015, n. 11446 Svolgimento del processo Con atto notificato in data 13.9.2002 l’avvocato F.R. citava a comparire innanzi al tribunale di Roma A.R.D.. Esponeva che per il tramite del dottor R.P. aveva ricevuto incarico dalla convenuta di redigere ricorso al Consiglio di Stato, onde interporre appello...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 maggio 2015, n. 9237. In un procedimento di separazione personale, l’esistenza di un mandato a condurre trattative stragiudiziali con il coniuge può essere desunto anche in via presuntiva, qualora l’incarico conferito per iscritto preveda esclusivamente l’introduzione del giudizio

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 maggio 2015, n. 9237 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. FALASCHI Milena – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 maggio 2015, n. 9816. L’art. 424, 1 comma c.c., stabilisce che le disposizioni sulla tutela dei minori e quelle sulla curatela dei minori emancipati si applicano rispettivamente alla tutela degli interdetti e alla curatela degli inabilitati. E poiché al curatore del minore emancipato non si applica l’art. 379 c.c. né altra norma prevede indennità di sorta in suo favore, ugualmente il curatore dell’inabilitato non ha diritto ad alcuna indennità, nemmeno (come osservato in dottrina) in considerazione dell’entità del patrimonio o della difficoltà dell’amministrazione, secondo quanto è previsto invece per il tutore dall’art. 379 c.c.. Ciò corrisponde alla diversità dei due istituti di protezione dell’incapace e delle funzioni svolte al riguardo, ove si consideri che il curatore, a differenza del tutore, non rappresenta né si sostituisce all’incapace, ma si limita a sostenerlo integrandone la volontà, in modo da dare vita all’esterno ad una manifestazione unitaria

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 maggio 2015, n. 9816 Svolgimento del processo Il 30.3.2011 l’avv. C.C.A. , curatore dell’inabilitata O.M.B. , chiedeva al giudice tutelare del Tribunale di Busto Arsizio, sez. distaccata di Gallarate, la liquidazione di un’indennità ai sensi dell’art. 379 c.c. per l’importo complessivo di Euro 67.839,63, di cui 16.468,85...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 aprile 2015, n. 8304. L’avvocato non può mascherare e motivare il patto quota lite raggiunto con il cliente come riconoscenza per essersi mosso con estrema celerità nei confronti dell’assicurazione e aver siglato una quietanza decisamente ricca e vantaggiosa per il proprio assistito

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 aprile 2015, n. 8304 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – rel. Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. ABETE...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 26 marzo 2015, n. 6060. Nella liquidazione coatta amministrativa l’avvocato può pretendere un proprio credito da interessi anche in una fase successiva a quella in cui ha chiesto il credito vero e proprio per l’attività svolta

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 26 marzo 2015, n. 6060 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. BERNABAI Renato –...