Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 25 marzo 2015, n. 6019 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – rel. Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere...
Tag: c.t.u.
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2015, n. 1729. Nullità del matrimonio per mancata consumazione del matrimonio. La sentenza ha congruamente valorizzato sia gli esiti della c.t.u. in quanto compatibili con la mancata consumazione del matrimonio, sia le ammissioni fatte dal procuratore della convenuta nel giudizio di primo grado ed alle quali, esattamente, è stato attribuito non un inconfigurabile valore confessorio, ma semplice valore indiziario, idoneo, sulla base di una valutazione di merito non censurabile in questa sede, a consentire di ritenere provata la mancata consumazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2015, n. 1729 Ritenuto in fatto e in diritto – che, con sentenza del 10 gennaio 2012, la Corte di appello di Napoli, in riforma della sentenza in data 28 marzo 2011 del Tribunale di Torre Annunziata, accoglieva la domanda di M. S. e pronunciava la...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 12 dicembre 2014, n. 51824. L'offerta o la promessa di denaro o di altra utilita' al consulente tecnico del pubblico ministero finalizzata a influire sul contenuto della consulenza integra il delitto di intralcio alla giustizia di cui all'articolo 377 cod. pen. in relazione alle ipotesi di cui agli articoli 371-bis o 372 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 12 dicembre 2014, n. 51824 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DE ROBERTO Giovanni – Presidente Dott. MARASCA Gennaro – Consigliere Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. ROTUNDO Vincenzo...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 5 novembre 2014, n. 23522. Il decreto di liquidazione del compenso al c.t.u., nella parte in cui pone il medesimo a carico di entrambe le parti o di una di loro ed interviene nei rapporti tra l'ausiliario ed una o tutte le parti in causa, non può affatto dirsi implicitamente assorbito dalla regolamentazione delle spese di lite operata ai sensi dell'art. 91 cod. proc. civ., che regola il diverso rapporto tra vincitore e soccombente, sicché si ha la seguente alternativa: o quest'ultima interviene ex novo sulla liquidazione, eventualmente modificando il provvedimento originario con la previsione di un obbligo di anticipazione a carico di una soltanto delle parti, ma allora deve farlo in modo soltanto espresso; oppure nulla pronuncia al riguardo ed allora conserva validità ed efficacia, nei confronti di tutte le parti, il provvedimento originario anche nella parte in cui esso ha posto il pagamento del compenso a carico di costoro senza differenziarle
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 5 novembre 2014, n. 23522 Svolgimento del processo I. – È stata depositata in cancelleria relazione, resa ai sensi dell’art. 380-bis cod. proc. civ. e datata 19.2.14, regolarmente notificata ai difensori delle parti, relativa al ricorso avverso la sentenza del tribunale di Lecce – sez. dist. di Nardò,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 ottobre 2014, n. 21339. C.T.U.; ai fini dell'applicabilità della disposizione di cui all'art. 5 citato, occorre che il -basso di importanza e di difficoltà della prestazione, che la legge prescrive debba essere "eccezionale", sia necessariamente maggiore rispetto a quello che deve essere compensato con l'attribuzione degli onorari nella misura massima. Ne consegue che è errata l'applicazione dell'aumento (che può essere anche parziale) predetto, qualora non sia stato attribuito il compenso massimo previsto dal decreto.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 ottobre 2014, n. 21339 Svolgimento del processo 1) La controversia qui esaminata è venuta più volte all’esame di questa Corte. La sentenza n. 25131 del 2008 di questa Corte ha così riassunto la vicenda: “Con Decreto del 9.10.2001 il giudice istruttore del Tribunale di Catania liquidava la...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2 ottobre 2014, n. 20831. Il giudice di merito non è tenuto, in particolare, ad un'argomentazione diffusa della propria adesione alle conclusioni del C.t.u., potendo limitarsi ad un mero richiamo di esse, soltanto nel caso in cui non siano mosse alla consulenza precise censure, alle quali, pertanto, è tenuto a rispondere per non incorrere nel vizio di motivazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 2 ottobre 2014, n. 20831 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Catanzaro, in riforma della sentenza di primo grado (che aveva riconosciuto il diritto di D.S. alla percezione di assegno di invalidità, per la permanente riduzione della sua capacità lavorativa a meno di un terzo, ai sensi...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 settembre 2014, n. 20133. Qualora il giudice dell'appello dissenta dalle conclusioni del Ctu di secondo grado per aderire a quelle del Ctu di primo, non solo ha l'obbligo di fornire adeguata motivazione della sua scelta, ma deve anche indicare quali siano le parti della consulenza che non lo convincono, tutto questo tenendo anche conto dei rilievi mossi dalle parti alla prima consulenza che dunque non possono essere ignorati
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 settembre 2014, n. 20133 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 21 luglio 2014, n. 16593. L'incompetenza – per materia, valore o territorio – va rilevata non oltre la prima udienza di trattazione. Per cui la nomina di un consulente tecnico da parte del giudice va considerata come una affermazione della propria competenza e dunque preclusiva di un successivo diniego d'ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 21 luglio 2014, n. 16593 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott. MANCINO Rossana – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 giugno 2014, n. 13245. Il danno patrimoniale futuro, derivante da lesioni personali, e' da valutare su base prognostica ed il danneggiato puo' avvalersi anche di presunzioni semplici. Pertanto, provata la riduzione della capacita' di lavoro specifica, se essa e' di una certa entita' e non rientra tra i postumi permanenti di piccola entita', e' possibile presumere che anche la capacita' di guadagno risulti ridotta nella sua proiezione futura – non necessariamente in modo proporzionale – qualora la vittima gia' svolga un'attivita' o presumibilmente la svolgera'; tuttavia, l'aggravio in concreto nello svolgimento dell'attivita' gia' svolta o in procinto di essere svolta deve essere dedotto e provato dal danneggiato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 giugno 2014, n. 13245 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – Consigliere Dott. VINCENTI Enzo...
Corte di Cassazione, S.U.P., ordinanza 23 ottobre 2013, n. 43384. Il consulente tecnico, con la nomina ad opera del pubblico ministero, riveste già una precisa veste processuale, potenzialmente destinata a rifluire sull’assunzione della qualità “testimoniale” ex artt. 371-bis o 372 cod. pen. Questa qualità, anche se non ancora formalmente assunta, può dunque ritenersi immanente, in quanto prevedibile e necessario sviluppo processuale della funzione assegnata al consulente tecnico nominato dalla parte pubblica. Pertanto, il reato di cui all’art. 377 cod. pen. è in astratto configurabile nella condotta esercitata per influire sui risultati di una consulenza tecnica, destinati a essere falsamente rappresentati al pubblico ministero (art. 371-bis cod. pen.) o successivamente al giudice (art. 372 cod. pen.).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE ORDINANZA 23 ottobre 2013, n. 43384 Ritenuto in fatto 1. L’oggetto del processo è costituito dalla condotta di alcuni soggetti che consegnavano ad un consulente tecnico del Pubblico ministero una somma di denaro (da quello simulatamente accettata) allo scopo di fargli predisporre una consulenza falsa. In particolare, la vicenda...