Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 marzo 2015, n. 9266 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. ZAZA Carlo – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 febbraio 2015, n. 5639. Al giudice di legittimita' deve ritenersi preclusa la rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata e l'autonoma adozione di nuovi o diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, ritenuti maggiormente plausibili o dotati di una migliore capacita' esplicativa, dovendo soltanto controllare se la motivazione della sentenza di merito sia intrinsecamente razionale e capace di rappresentare e spiegare l'iter logico seguito. Quindi, non possono avere rilevanza le censure che si limitano ad offrire una lettura alternativa delle risultanze probatorie, e la verifica della correttezza e completezza della motivazione non può essere confusa con una nuova valutazione delle risultanze acquisite: la Corte, infatti, "non deve accertare se la decisione di merito propone la migliore ricostruzione dei fatti, ne' deve condividerne la giustificazione, ma limitarsi a verificare se questa giustificazione sia compatibile con il senso comune e con i limiti di una plausibile opinabilita' di apprezzamento"
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 febbraio 2015, n. 5639 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 febbraio 2015, n. 6408. Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione o dissipazione è configurabile solo quando il pregiudizio per i creditori esista al momento della dichiarazione di fallimento e non all'atto del compimento dell'attività antidoverosa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 febbraio 2015, n. 6408 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. CAPUTO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 febbraio 2015, n. 5317. Si configura il reato di bancarotta per dissipazione se la vendita di merce sottocosto è sistematica, non invece se la stessa vendita sia funzionale alle esigenze dell’impresa e il venditore non abbia la consapevolezza di diminuire in tal modo il patrimonio per scopi del tutto estranei alla società. Nel caso di specie, la Cassazione ha accolto il ricorso degli amministratori di una Srl, operativa nel settore dell’abbigliamento, accusati di aver dissipato il patrimonio, sulla scorta del risultato negativo dato dalla differenza tra il valore della merce e l’ammontare dei ricavi di esercizio
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 febbraio 2015, n. 5317 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. DE MARZO Giusepp – Consigliere Dott. POSITANO G. – rel. Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 gennaio 2015, n. 2799. Costituisce bancarotta societaria fraudolenta e non bancarotta semplice la condotta posta in essere dall'amministratore di una società che gestisce agenzie di viaggio, poi fallite, che effettua spese personali eccessive in favore di familiari e dipendenti, consistenti in numerosi viaggi vacanze. Infatti la nozione di spese personali eccessive di cui all'art. 217 comma 1 n. 1 è riferibile esclusivamente all'imprenditore individuale e pertanto non è richiamata dall'art.224 l.fall.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 gennaio 2015, n. 2799 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 gennaio 2015, n. 498. In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, mentre il giudice che applica la cautela reale non ha alcun onere di indicare i beni da assoggettare al vincolo, ma solo il valore fino alla concorrenza del quale il sequestro deve essere operato, ben diverso è il compito di quello del riesame ovvero di quello investito di una richiesta di revoca (o dell'appello sul suo mancato accoglimento) quando il profilo dell'effettiva equivalenza tra il valore dei beni sequestrati e quello del profitto gli venga sottoposto, atteso che allo stesso è rimesso lo specifico dovere di verificare il rispetto del principio di proporzionalità nell'esecuzione della misura, giacché è proprio nel momento della sua esecuzione che nel particolare caso del sequestro finalizzato alla confisca di valore ne viene definito in concreto il contenuto. (Nella specie, la Corte ha così annullato il provvedimento del giudice del riesame che si era limitato a rigettare la doglianza della difesa sulla ritenuta sproporzione in eccesso dei beni sequestrati senza procedere a una effettiva valutazione del valore complessivo di questi)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 gennaio 2015, n. 498 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 gennaio 2015, n. 40. E' ammissibile il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di somme di denaro che costituiscono profitto di reato, sia nel caso in cui la somma si identifichi proprio in quella che e' stata acquisita attraverso l'attivita' criminosa, sia quando sussistono indizi per i quali il denaro di provenienza illecita risulti depositato in banca, ovvero investito in titoli, trattandosi di assicurare cio'che proviene dal reato e che si e' cercato di occultare. In tema di bancarotta fraudolenta, e' legittimo il sequestro preventivo di conti correnti e depositi di titoli, pertinenti alle vicende di una societa' dichiarata fallita, quando il pericolo derivante dalla libera disponibilita' delle cose sottratte o delle risorse economiche frutto della loro alienazione, presenti i requisiti della concretezza e della attualita', nel senso che in seguito alla consumazione del reato possano prodursi conseguenze ulteriori, connotate in termini di antigiuridicita', in quanto consistenti nel volontario aggravarsi o protrarsi dell'offesa al bene protetto, in rapporto di stretta connessione con la condotta penalmente illecita perseguita; e', pertanto, legittimo il sequestro preventivo preordinato all'esigenza di fermare la circolazione del denaro e dei beni fungibili che siano acquisiti dagli indagati in condizioni di presunta antigiuridicita', anche per consentire, nell'ambito del procedimento penale per bancarotta, la verifica definitiva della riferibilita' delle somme sequestrate all'attivita' di sottrazione di beni e risorse della societa' fallita
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 gennaio 2015, n. 40 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere Dott. BONI Monica – rel. Consigliere Dott. MAGI Raffaello – Consigliere Dott. CENTONZE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 dicembre 2014, n. 52413. Ai fini della configurabilita' del concorso dell'extraneus nel delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione e' necessaria la consapevolezza del percettore della somma in ordine allo stato di decozione dell'impresa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 dicembre 2014, n. 52413 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silva – rel. Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 dicembre 2014, n. 51248. Non integra il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione la condotta avente ad oggetto somme di denaro derivanti dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti, non essendo dette somme entrate in concreto nel patrimonio del fallito
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 dicembre 2014, n. 51248 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Presidente Dott. OLDI Paolo – Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PISTORELLI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 dicembre 2014, n. 50975. Il pagamento di tutti i debiti, o la condotta restitutoria da parte dell'imprenditore che abbia distratto risorse aziendali, fa cadere il reato di bancarotta fraudolenta unicamente se avvenuti prima della dichiarazione di fallimento
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 dicembre 2014, n. 50975 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. SABEONE G. – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. DEMARCHI...