Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 31 marzo 2014, n. 7485. Confermata la pronuncia della Corte d'Appello con la quale è stato riconosciuto un assegno di mantenimento di € 4.000,00 in favore della ex coniuge poiché quest'ultima non aveva i mezzi per mantenere il tenore di vita goduto durante il matrimonio né la possibilità di procurarseli da sola, avendo interrotto l'attività lavorativa durante il matrimonio e non essendo possibile un suo reinserimento nel mondo del lavoro, né vi era prova che avesse rifiutato offerte di lavoro; Il tenore di vita coniugale era molto alto, tenuto conto del notevole patrimonio immobiliare e delle liquidità dell'ex coniuge (avendo incassato nel 2005, prima della sentenza che aveva dichiarato cessati gli effetti civili del matrimonio, l'ingente importo di otto milioni di euro grazie ad un lascito ereditario, oltre a sei miliardi di lire da un lascito precedente, e aveva acquistato un appartamento di pregio per i figli con diritto reale di abitazione in favore dell'ex moglie); inoltre la misura dell'assegno stabilita dal tribunale (di € 2.700,00) era inferiore all'importo concordato dalle parti in sede di separazione e non teneva conto delle notevoli capacità economiche e reddituali dell'ex coniuge che gli consentivano di fare fronte al pagamento dell'assegno per molti anni ancora

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 31 marzo 2014, n. 7485 Svolgimento del processo 1. – All’esito del giudizio, definito dal Tribunale di Trieste con sentenza 2 luglio 2009, che ha regolato gli aspetti patrimoniali della cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto dai sig.ri C.B. e L.E. il 1° marzo 1986, è stato...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 marzo 2014, n. 7184. In tema di continenza di cause atteso che entrambe le domande si fondano sui medesimi fatti costitutivi, ancorchè diversamente qualificati giuridicamente

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 marzo 2014, n. 7184 La Corte rilevato che Unicredit s.p.a. ha proposto regolamento necessario di competenza, cui resiste la sola Immobiliare M. s.r.l., avverso l’ordinanza depositata il 7 febbraio 2013 con la quale il Tribunale di Avellino, nella causa promossa da Immobiliare M. nei confronti di Unicredit...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 20 marzo 2014, n. 13088. Il mobbing attuato nell'ambiente lavorativo non è inquadrabile nel reato di maltrattamenti in famiglia se l'azienda è articolata e di medie-grandi dimensioni

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 20 marzo 2014, n. 13088 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI VIRGINIO Adolfo – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. APRILE Ercole...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 marzo 2014, n. 14287. Il Tribunale di Bassano del Grappa condannava alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione il Sindaco e Assessore del Comune di Romano d'Ezzelino per avere, abusando della loro qualità e del loro potere, compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere o indurre un consigliere comunale a dare le dimissioni dalla carica e, intimandogli e consigliandogli di dimettersi, minacciando altrimenti di denunciare al competente ufficio comunale e di rendere pubblici gli abusi edilizi commessi in passato dallo stesso e da alcuni suoi familiari. la Corte d'appello di Venezia, in riforma della sentenza di primo grado, assolveva gli imputati per insussistenza del fatto, ritenendo che gli stessi non operarono quali pubblici ufficiali e, comunque, non abusarono della loro qualità e dei loro poteri. Essi agirono nel ruolo di esponenti di partito, nel tentativo di indurre il consigliere di maggioranza, a dare le dimissioni da consigliere comunale nell'interesse dello stesso partito, ponendo in essere condotte che non avevano nulla a che fare con il funzionamento della pubblica amministrazione. Rigettati i ricorsi della parte civile in Cassazione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  26 marzo 2014, n. 14287  Ritenuto in fatto 1. Il 7 dicembre 2011 il Tribunale di Bassano del Grappa condannò alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione O.R. e S.G., rispettivamente Sindaco e Assessore del Comune di Romano d’Ezzelino per avere, abusando della loro qualità...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 marzo 2014, n. 14524. In ordine al delitto di disastro ferroviario colposo, di cui agli artt. 113,439, 449, commi 1 e 2 cod.pen. (capo A) e di quello di lesioni colpose plurime,di cui agli artt. 113, 590 cod. pen. (capo B), ed unificati ex art. 81 cod. pen.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 marzo 2014, n. 14524 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 27 marzo 2012, la Corte d’appello di Lecce Sezione distaccata di Taranto parzialmente riformava,limitatamente al trattamento sanzionatolo,la sentenza emessa il 17 luglio 2009 dal Tribunale di Taranto nei confronti di M.V. e di R.P. (imputato non...