Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 20 febbraio 2015, n. 7818 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. ZOSO Liana M. T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 febbraio 2015, n. 8352. Nei reati omissivi, come quello del mancato versamento dell’Iva, la causa di forza maggiore è integrata dall’assoluta impossibilità, e non invece dalla semplice difficoltà, a porre in essere il comportamento omesso. Pertanto, non si può invocare l’esimente quando l’inadempimento: è stato provocato anche dal mancato pagamento alle scadenze mensili; non è derivato da atti non imputabili all’imprenditore che non ha potuto porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà; è frutto di una scelta imprenditoriale indirizzata a fronteggiare una crisi di liquidità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 febbraio 2015, n. 8352 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. ANDRONIO...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2015, n. 8625. Il reato di induzione indebita (articolo 319-quater del Cp, introdotto dalla legge 6 novembre 2012 n. 190), si caratterizza per uno scambio, sia pure non paritario, tra promesse o prestazioni, che coinvolge anche la vittima delle pressioni induttive, e che discrimina il fatto tipico rispetto alla concussione (articolo 317 del Cp): tanto è vero che, a norma del comma 2 del citato articolo 319-quater, anche l'extraneus è assoggettato a punizione, e non certo sulla sola base della violazione di un generico dovere di resistere alle richieste indebite di un pubblico ufficiale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 febbraio 2015, n. 8625 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. LEO Guglielmo – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 febbraio 2015, n. 8906. In tema di guida in stato di ebbrezza, l'esito positivo dell'alcoltest costituisce prova della sussistenza dello stato di ebbrezza ed è semmai onere dell'imputato fornire eventualmente la prova contraria a tale accertamento dimostrando vizi o errori di strumentazione o di metodo nell'esecuzione dell'aspirazione ovvero vizi correlati all'omologazione dell'apparecchio, non essendo sufficiente la mera allegazione di difettosità o assenza di omologazione dell'apparecchio
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 febbraio 2015, n. 8906 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – rel. Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. SERRAO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 4 marzo 2015, n. 9392. La somma corrispondente al ricavo d'impresa derivante da operazioni societarie in nero, è sequestrabile per equivalente in quanto costituisce il profitto o il prodotto del reato di cui agli artt. 648 bis e 648 ter cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 4 marzo 2015, n. 9392 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. ALMA Marco Mar – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 marzo 2015, n. 9305. Il socio di maggioranza e al tempo stesso presidente del cda non può permettersi di svendere i beni dell'impresa solo perchè l'azienda è in crisi. E il socio di minoranza ha tutto il diritto di chiedere una consulenza tecnica per verificare se il prezzo dell'operazione sia di comodo o veritiero
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 marzo 2015, n. 9305 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 marzo 2015, n. 9168. Non si vìola il principio del ne bis in idem in caso di precedente condanna di natura amministrativa per la tenuta irregolare dei registri di carico e scarico delle sostanze stupefacenti e psicotrope e di una successiva pronuncia di responsabilità penale afferente gli stessi fatti in quanto tra le due norme, contemplate rispettivamente dal 1 comma e dal comma 1 bis del medesimo art. 68 D.P.R. n. 309 del 1990, permane una differenziazione sostanziale
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 marzo 2015, n. 9168 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. IZZO Fausto – Consigliere Dott. ZOSO Liana M. T – rel. Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe –...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 2 marzo 2015, n. 9156. Se è ben vero che la coltivazione di stupefacenti, sia essa svolta a livello industriale o domestico, costituisce reato anche quando sia realizzata per la destinazione del prodotto ad uso personale, è però altrettanto vero che spetta pur sempre al giudice verificare in concreto l'offensività della condotta ovvero l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 2 marzo 2015, n. 9156 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. D’ISA Claudio – rel. Consigliere Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 26 febbraio 2015, n. 3931. Il licenziamento per superamento del periodo di comporto è fattispecie diversa dal licenziamento per giustificato motivo oggettivo e pertanto al licenziamento del lavoratore disabile per superamento del periodo di conservazione del posto non è applicabile il comma 4 dell'articolo 10 della legge 68/1999, secondo cui è annullabile il licenziamento del lavoratore occupato obbligatoriamente per riduzione di personale o giustificato motivo oggettivo quando al momento della cessazione del rapporto il numero dei rimanenti lavoratori occupati obbligatoriamente sia inferiore alla quota di riserva
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 26 febbraio 2015, n. 3931 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – rel. Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere Dott. AMENDOLA...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 21 gennaio 2015, n. 961. Il giudice di merito non può desumere l'esistenza di un'autonoma organizzazione dal solo fatto che l'esercente un'attività artistica disponga di un agente e stipuli contratti con una società organizzatrice di spettacoli
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA sentenza 21 gennaio 2015, n. 961 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 15 febbraio 2012 la Commissione tributaria regionale dell’Emilia Romagna rigettava l’appello del contribuente contro la sentenza dì primo grado che aveva confermato il recupero a tassazione diretta e indiretta (IVA) per l’anno 2003 a carico del...