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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 settembre 2015, n. 36687. ai fini della determinazione dei limiti edittali per accedere alla messa alla prova per adulti, deve ritenersi fermo il criterio “quantitativo” soggetto ai limiti di pena stabiliti e determinati ex art. 4 c.p,p. richiamato dall’art. 550 , c. 1 c.p.p. e implicitamente fatto proprio dall’art. 168 bis c.p.p. Di conseguenza si tiene conto delle “aggravanti per le quali la legge prevede una specie di pena diversa da quella ordinaria” e di quelle “ad effetto speciale”

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 settembre 2015, n. 36687 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenic – rel. Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....

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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 6 ottobre 2015, n. 4650. La pendenza di un procedimento penale a carico di un esponente aziendale per fatti commessi in danno della stessa stazione appaltante costituisce un ragionevole motivo per escludere l’affidabilità della relativa ditta in ordine alla corretta esecuzione delle prestazioni da affidare in appalto

Consiglio di Stato sezione V sentenza 6 ottobre 2015, n. 4650 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8625 del 2012, proposto dalla s.p.a. Ro., in proprio e quale mandataria ATI, in persona del legale...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 settembre 2015, n. 18632. Il convivente more uxorio può chiedere la restituzione della somma pagata per l’acquisto della casa intestata all’ex partner, se l’esborso, in considerazione delle condizioni patrimoniali della coppia, risulti ingente e dunque non riconducibile nell’alveo delle obbligazioni naturali scaturenti dalla famiglia di fatto

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 settembre 2015, n. 18632 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 settembre 2015, n. 18817. L’attesa di un figlio dalla nuova compagna, nel frattempo divenuta convivente, legittima il rovesciamento del provvedimento con cui il tribunale aveva collocato, in regime di affidamento condiviso, il figlio presso il papà

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 settembre 2015, n. 18817 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAGONESI Vittorio – Presidente Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 settembre 2015, n. 19036. Non solo per i lavori socialmente utili, ma anche per quelli di pubblica utilità previsti dal D.lgs. n. 280 del 1997 trova applicazione l’incremento dell’assegno nella misura e nei termini determinati dall’art. 45, comma 9, della legge n. 144 del 1999

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 settembre 2015, n. 19036 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 ottobre 2015, n. 20305. Il contratto può essere annullato ai sensi dell’art. 1434 cod. civ. qualora la volontà del contraente sia stata alterata dalla coazione, fisica o psichica, proveniente dalla controparte o da un terzo, requisiti che non ricorrono ove la determinazione della parte sia stata provocata da timori meramente interni ovvero da personali valutazioni di convenienza, senza cioè che l’oggettività del pregiudizio risalti – su iniziativa probatoria della parte che promuove la domanda di annullamento – quale idonea a condizionare un libero processo determinativo delle proprie scelte. Secondo un consolidato indirizzo, invero, cui si presta adesione, in materia di annullamento del contratto per vizi della volontà, si verifica l’ipotesi della violenza, invalidante, il negozio giuridico, qualora uno dei contraenti subisca una minaccia specificamente finalizzata ad estorcere il consenso alla conclusione del contratto, proveniente dal comportamento posto in essere dalla controparte o da un terzo e risultante di natura tale da incidere, con efficienza causale, sul determinismo del soggetto passivo, che in assenza della minaccia non avrebbe concluso il negozio

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 ottobre 2015, n.20305 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente deduce violazione di legge ai sensi degli artt. 1427, 1434 e 1438 cod.civ. e vizio di motivazione, avendo erroneamente la corte d’appello ravvisato l’inconfigurabilità della minaccia di far...