Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 settembre 2015, n. 36687 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenic – rel. Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....
Categoria: Sezioni Diritto
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 6 ottobre 2015, n. 4650. La pendenza di un procedimento penale a carico di un esponente aziendale per fatti commessi in danno della stessa stazione appaltante costituisce un ragionevole motivo per escludere l’affidabilità della relativa ditta in ordine alla corretta esecuzione delle prestazioni da affidare in appalto
Consiglio di Stato sezione V sentenza 6 ottobre 2015, n. 4650 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8625 del 2012, proposto dalla s.p.a. Ro., in proprio e quale mandataria ATI, in persona del legale...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 13 ottobre 2015, n. 4703. Vizia il contratto di avvalimento ed il conseguente impegno verso la stazione appaltante, la limitazione della responsabilità del Consorzio in relazione alle prestazioni oggetto dell’appalto, qualora ricondotta ai soli requisiti di cui è carente l’impresa ausiliata. Tale limitazione si pone, invero, in diretto contrasto con quanto prevede l’art. 49, comma 4, D.Lgs. n. 163 del 2006, che postula una piena responsabilità solidale del concorrente e dell’impresa ausiliaria nei confronti della stazione appaltante in relazione al tutte le prestazioni contrattuali (restando il riparto di responsabilità questione interna relativa ai rapporti contrattuali tra le parti)
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 13 ottobre 2015, n. 4703 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4851 del 2015, proposto da: Al. in persona del legale rappresentante in carica, rappresentata e difesa dall’avvocato...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 ottobre 2015, n. 20345. L’art. 1392 c.c. – secondo cui la procura non ha effetto se non è conferita nelle forme prescritte per il contratto che il rappresentante deve concludere – trova applicazione, ai sensi dell’art. 1324 c.c., per gli atti unilaterali negoziali, non anche per gli atti in senso stretto o meri atti giuridici, tra cui la ricezione della prestazione, il cui compimento non soggiace, pertanto, a criteri di validità formale. Ne deriva che la rappresentanza a ricevere l’adempimento dell’obbligazione, con effetto liberatorio per il solvens ai sensi dell’art. 1188, 1° comma c.c., può risultare anche da una condotta concludente, a sua volta dimostrabile con ogni mezzo, incluse le presunzioni, secondo un apprezzamento di puro fatto che compete al giudice di merito e che si sottrae al sindacato della Corte di legittimità
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 9 ottobre 2015, n.20345 Ritenuto in fatto M.O., coltivatrice diretta, proponeva opposizione al decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Alessandria su ricorso della B.D. e C. s.n.c. per il pagamento della somma di E 23.000,00, a titolo di rivalsa IVA sul prezzo di vendita di una mietitrebbia. A...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 settembre 2015, n. 18632. Il convivente more uxorio può chiedere la restituzione della somma pagata per l’acquisto della casa intestata all’ex partner, se l’esborso, in considerazione delle condizioni patrimoniali della coppia, risulti ingente e dunque non riconducibile nell’alveo delle obbligazioni naturali scaturenti dalla famiglia di fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 settembre 2015, n. 18632 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 settembre 2015, n. 18740. In materia di violazione di norme tributarie, l’atto di contestazione ed irrogazione delle sanzioni, disciplinato dall’art. 17 del D.lgs. 18 dicembre 1997, n. 472, è autonomo rispetto al procedimento di accertamento del tributo cui le medesime si riferiscono, con la conseguenza che, qualora il trasgressore scelga di addivenire alla definizione agevolata, prevista dal comma 2 dell’art. 17 cit., la ripetizione delle somme pagate non è consentita, dovendosi ritenere definitivamente chiuso, a quel momento, il rapporto tra contribuente e Fisco in ordine alle altre conseguenze sanzionatorie delle violazioni stesse già rilevate
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 settembre 2015, n. 18740 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CICALA Mario – Presidente Dott. BOGNANNI Salvatore – rel. Consigliere Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 settembre 2015, n. 18817. L’attesa di un figlio dalla nuova compagna, nel frattempo divenuta convivente, legittima il rovesciamento del provvedimento con cui il tribunale aveva collocato, in regime di affidamento condiviso, il figlio presso il papà
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 settembre 2015, n. 18817 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAGONESI Vittorio – Presidente Dott. GENOVESE Francesco Antonio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 settembre 2015, n. 19036. Non solo per i lavori socialmente utili, ma anche per quelli di pubblica utilità previsti dal D.lgs. n. 280 del 1997 trova applicazione l’incremento dell’assegno nella misura e nei termini determinati dall’art. 45, comma 9, della legge n. 144 del 1999
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 settembre 2015, n. 19036 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 settembre 2015, n. 19044. In tema di demansionamento e relativo onere probatorio, il lavoratore può reagire al potere direttivo che assume esercitato illegittimamente prospettando circostanze di fatto volte a dare fondamento alla denuncia e, quindi, con un onere di allegazione di elementi di fatto significativi dell’illegittimo esercizio, mentre il datore di lavoro, convenuto in giudizio, è tenuto a prendere posizione, in maniera precisa e non limitata ad una generica contestazione, circa i fatti posti dal lavoratore a fondamento della domanda e può allegarne altri, indicativi, per converso, del legittimo esercizio del potere direttivo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 settembre 2015, n. 19044 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – rel. Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. AMENDOLA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 ottobre 2015, n. 20305. Il contratto può essere annullato ai sensi dell’art. 1434 cod. civ. qualora la volontà del contraente sia stata alterata dalla coazione, fisica o psichica, proveniente dalla controparte o da un terzo, requisiti che non ricorrono ove la determinazione della parte sia stata provocata da timori meramente interni ovvero da personali valutazioni di convenienza, senza cioè che l’oggettività del pregiudizio risalti – su iniziativa probatoria della parte che promuove la domanda di annullamento – quale idonea a condizionare un libero processo determinativo delle proprie scelte. Secondo un consolidato indirizzo, invero, cui si presta adesione, in materia di annullamento del contratto per vizi della volontà, si verifica l’ipotesi della violenza, invalidante, il negozio giuridico, qualora uno dei contraenti subisca una minaccia specificamente finalizzata ad estorcere il consenso alla conclusione del contratto, proveniente dal comportamento posto in essere dalla controparte o da un terzo e risultante di natura tale da incidere, con efficienza causale, sul determinismo del soggetto passivo, che in assenza della minaccia non avrebbe concluso il negozio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 9 ottobre 2015, n.20305 I fatti rilevanti della causa e le ragioni della decisione Con il primo motivo il ricorrente deduce violazione di legge ai sensi degli artt. 1427, 1434 e 1438 cod.civ. e vizio di motivazione, avendo erroneamente la corte d’appello ravvisato l’inconfigurabilità della minaccia di far...