In tema di ricorso per l’ottemperanza, con l’art. 113 comma 1, c.p.a., il legislatore ha fissato un principio di preferenza per il giudice amministrativo di primo grado, che provvede sia per le decisioni da lui direttamente adottate, sia per i provvedimenti confermati in appello con lo stesso contenuto dispositivo e conformativo, con la conseguenza che...
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Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 3 giugno 2016, n. 11487
Le iniziative a difesa del possesso si distinguono in azione di reintegrazione, che presuppone (art. 1168 del Codice civile) lo spoglio nel possesso del bene, e in azione di manutenzione, (art. 1170), quando non si verifica una privazione ma solo una turbativa nel possesso del bene, vale a dire una molestia nel proprio legittimo esercizio...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 giugno 2016, n. 11412
In tema di compensi per prestazioni giornalistiche, le tabelle elaborate dal Consiglio dell’ordine, pur non vincolanti, rappresentano un valido criterio orientativo in sede di determinazione giudiziale ex art. 2233 c.c. in quanto forniscono elementi utili ai fini della individuazione dei minimi inderogabili a garanzia dell’attività svolta dal professionista. Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza...
Corte di Cassazione, sezione II civile, sentenza 5 luglio 2016, n. 13658
L’elemento distintivo tra contratto definitivo e contratto preliminare di vendita è dato dalla volontà delle parti, che nel primo è rivolta direttamente al trasferimento della proprietà o di altro diritto, mentre nel secondo fa dipendere tale trasferimento da una futura manifestazione di consenso che gli stessi contraenti si obbligano a prestare; con la conseguenza che,...
La parte che abbia già ricevuto, per ogni singolo periodo, le prestazioni previste dalla sentenza di separazione a titolo di assegno per il mantenimento del figlio non può essere costretta a restituirle dopo la raggiunta autosufficienza economica del figlio medesimo
Corte di Cassazione, sezione VI civile, ordinanza 4 luglio 2016, n. 13609 La parte che abbia già ricevuto, per ogni singolo periodo, le prestazioni previste dalla sentenza di separazione a titolo di assegno per il mantenimento del figlio non può essere costretta a restituirle dopo la raggiunta autosufficienza economica del figlio medesimo Suprema Corte di...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 30 giugno 2016, n. 13455
È nullo il licenziamento per «assenza ingiustificata» qualora al termine della maternità la lavoratrice non si presenti presso la sede della società in un diverso comune dove il datore l’ha nel frattempo trasferita Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 30 giugno 2016, n. 13455 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA...
Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 11 luglio 2016, n. 28767
Nell’ipotesi di truffa contrattuale il reato si consuma nel momento in cui si realizza l’effettivo conseguimento del bene da parte dell’agente e la definitiva perdita dello stesso da parte del raggirato Suprema Corte di Cassazione sezione II penale sentenza 11 luglio 2016, n. 28767 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 9 luglio 2014 la...
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 11 luglio 2016, n. 28747
Il ricorso in Cassazione avverso la sentenza emessa ai sensi dell’art. 444 c.p.p. per errata qualificazione del fatto deve ritenersi limitata alle ipotesi in cui si tratti di qualificazione palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione, dovendo escludersi l’ammissibilità dell’impugnazione che richiami aspetti in fatto e probatori che non risultino con immediatezza dalla...
Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 7 luglio 2016, n. 13920
Ove la persona danneggiata muoia nel corso del giudizio di liquidazione del danno per causa indipendente dal fatto lesivo di cui il convenuto è chiamato a rispondere, la determinazione del danno biologico che gli eredi del defunto richiedano “iure successionis” va effettuata non più con riferimento alla durata probabile della vita futura del soggetto, ma...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 6 luglio 2016, n. 27942
Il reato tentato è un reato autonomo rispetto al reato consumato e non una sua ipotesi attenuata. Quindi, laddove in grado di appello venga riformata la decisione di primo grado ritenendo integrato il tentativo e non il reato consumato, non vi è l’obbligo di applicare una riduzione di pena, come per le attenuanti, rispetto alla...