Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 30 giugno 2014, n. 28198 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – rel. Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – Consigliere Dott. DELL’UTRI...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 maggio 2014, n. 20526. Anche in caso di mandato d'arresto europeo "esecutivo" la consegna deve essere rifiutata se il reato, giudicabile in Italia, risulta già prescritto alla data di emissione del mandato d'arresto
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 maggio 2014, n. 20526 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 luglio 2014, n. 28506. L'intervenuto accordo tra un numero non esiguo di persone di aggredire in modo deciso ed efferato una persona sola, in un clima di reciproca esaltazione punitiva e violenta, con l'evidente incapacità di ciascuno, in tale contesto, di controllare lo sviluppo della condotta del gruppo, rappresentano tutti insieme elementi per ritenere che lo sfregio permanente del viso (o altra gravissima conseguenza) sia stato in concreto previsto e accettato dai componenti del branco, rappresentando una eventualità estremamente probabile e non certo atipica della condotta in concreto tenuta, non ravvisandosi alcuna frattura del nesso psicologico e causale con l'evento più grave, ed anzi quest'ultimo innestandosi in una condivisa, violenta e prolungata aggressione di gruppo. Ne consegue che non è applicabile in tal caso la circostanza attenuante di cui all’art. 116 c.p.
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione V SENTENZA 2 luglio 2014, n. 28506 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Torino, con sentenza del 14/12/2012, riformando parzialmente, in punto di pena, quella emessa dal locale Tribunale, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato G.D. , V.M. e C.G. per lesioni gravissime – con le aggravanti del...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 luglio 2014, n. 30022. La condotta dissimulativa della propria condizione di insolvenza, ex art. 641 c.p., è integrata da chi, scientemente, consapevole della propria condizione economica, nulla riferisca alla persona con la quale contrae un'obbligazione. Per cui anche il semplice "silenzio" può integrare la condotta dissimulatoria, perché in pieno contrasto con i principi cardine di correttezza e buona fede, cui deve essere improntato il comportamento del privato nella stipulazione di qualsiasi negozio giuridico. L'atto di tacere in modo preordinato delle proprie condizioni economiche ai fini della capacità di assolvimento di un'obbligazione, costituisce violazione del principio di buona fede contrattuale e vale ad integrare la dissimulazione (cioè il nascondimento) della propria condizione di insolvenza quale elemento costitutivo del delitto di cui all'art. 641 c.p.
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 9 luglio 2014, n. 30022 Ritenuto in fatto C.T., tramite il difensore, ricorre per Cassazione avverso la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Trieste, lo ha condannato alla pena di mesi tre di reclusione per il reato di cui all’art. 641 c.p., per avere “dissimulando il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 giugno 2014, n. 24876. E' legittima l'adozione da parte del G.I.P. del sequestro preventivo di un manufatto abusivo in sede di trattazione dell'opposizione al rigetto dell'istanza di revoca del sequestro probatorio, atteso che per l'adozione della misura cautelare reale non è richiesta la cessazione del sequestro probatorio e la avvenuta restituzione delle cose non più necessarie a fini di prova (Cass. Sez. III, 24.11.2005, n. 45629, Federici). Fattispecie: provvedimento del Gip di conversione del sequestro probatorio in sequestro preventivo di un cantiere relativo ad opere (in relazione ai reati di cui agli artt. 44, lett. c), d.p.R. 6 giugno 2001, n. 380, 181 d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, 349 e 734 cod. pen. e 6 e 30 legge 6 dicembre 1991, n. 394), per avere eseguito incrementi di volume e di superficie, locali tecnici e magazzini, sbancamento di terreno per la realizzazione di un tracciato stradale e realizzazione di un piazzale per la sosta, senza permesso di costruire e senza nulla osta dell'ente preposto alla tutela del vincolo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 giugno 2014, n. 24876 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 giugno 2014, n. 25421. Il comportamento provocatorio, anche quando non integrante gli estremi di un illecito codificato, deve comunque potersi ritenere contrario alla civile convivenza secondo una valutazione oggettiva e non in forza della mera percezione negativa che del medesimo abbia avuto l'agente. Non e' dunque sufficiente che questi si sia sentito provocato, ma e' necessario che egli sia stato oggettivamente provocato. In tal senso l'attribuzione alla persona offesa di – per di piu' – generici atteggiamenti scortesi tenuti nei suoi confronti certamente non puo' costituire una valida piattaforma su cui fondare la valutazione della condotta dell'imputata in termini di reazione giustificabile ai sensi dell'articolo 599 c.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 giugno 2014, n. 25421 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUNO Paolo Antonio – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 giugno 2014, n. 25450. La nozione di profitto dipendente dal reato di manipolazione del mercato e riferibile sia alla societa' che agli azionisti indagati, deve presentare i connotati della immediata derivazione e della concreta effettivita', ma non coincide necessariamente, quanto alla posizione dell'ente collettivo, con il solo profitto conseguito dall'autore del reato, potendo consistere anche in altri vantaggi di tipo economico che l'ente abbia consolidato e che siano dimostrati. Per l'azionista, d'altra parte, valgono ovviamente gli stessi criteri, con la precisazione che il vantaggio puo' consistere nella acquisizione della plusvalenza delle azioni, come nella evitata perdita di valore, sempre che il vantaggio stesso possa individuarsi con le caratteristiche della effettiva realizzazione e non della sola "attesa".
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 giugno 2014, n. 25450 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 giugno 2014, n. 24531. In caso di sinistro stradale, l'obbligo di fermarsi, contemplato dall'art. 189 cod. strad., non sussiste solo nel caso in cui sia necessario prestare assistenza alle persone coinvolte, ma anche per fornire agli agenti intervenuti le indicazioni necessarie alla ricostruzione del sinistro, comprese le proprie generalità
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE Sentenza 10 giugno 2014, n. 24531 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Ritenuto in fatto L.G. ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, confermando quella di primo grado [che già lo aveva assolto dalla imputazione di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 luglio 2014, n. 28231. Nell'ipotesi dell'omicidio solo tentato, ai fini dell'accertamento della volontà omicidiaria assume valore determinante l'idoneità dell'azione che va apprezzata in concreto sulla base di una prognosi formulata ex post. Ne consegue che ricorre la fattispecie di tentato omicidio, e non quella di lesioni personali, se il tipo di arma impiegata e specificamente l'idoneità offensiva della stessa, la sede corporea della vittima raggiunta dal colpo di arma e la profondità della ferita inferta inducano a ritenere la sussistenza in capo al soggetto agente del cosiddetto "animus necandi".
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione I SENTENZA 1 luglio 2014, n. 28231 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Verso le ore 1,15 del 25 aprile 2011, all’uscita della discoteca (omissis) , scoppiava una rissa tra gli addetti alla sicurezza del locale e tre tunisini che mal volentieri erano stati accompagnati all’esterno perché uno...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 25 giugno 2014, n. 27548. Ai fini della responsabilita' per il delitto di ricettazione e' sufficiente invece l'accertamento del possesso di un bene di provenienza delittuosa in assenza di qualunque giustificazione del suo acquisto. La questione della consapevolezza delle manomissioni dei dati identificativi del veicolo attiene poi piu' propriamente all'originaria imputazione di riciclaggio
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 25 giugno 2014, n. 27548 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente Dott. IANNELLI Enzo – Consigliere Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. PRESTIPINO Antonio – rel. Consigliere Dott. MACCHIA...