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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2015, n. 8826. L’autorizzazione del consiglio d’amministrazione di un ente (nella specie, un consorzio) affinché il presidente agisca o resista in giudizio non può intervenire, con effetto retroattivo, nel corso del giudizio di cassazione ove i giudici di merito abbiano rilevato la mancanza del presupposto processuale, traendone le debite conseguenze in ordine alla validità dell’atto compiuto in sua assenza.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 aprile 2015, n. 8826 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – rel. Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2015, n. 8811. In tema di azioni a difesa del possesso, chi ha collaborato con l’autore morale dello spoglio è passivamente legittimato all’azione di reintegrazione solo se ha stabilito con la cosa un rapporto materiale che ne comporti il potere di disposizione, in difetto del quale egli non avrebbe nulla da restituire

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 30 aprile 2015, n. 8811 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. CORRENTI Vincenzo – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – Consigliere Dott. ABETE Luigi...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 15 maggio 2015, n. 10022. La traditio del titolo al portatore legittima il possessore del titolo stesso all’esercizio del diritto in esso menzionato, ma nei rapporti interni tra il tradens (e i suoi eredi) e l’accipiens, l’appartenenza della titolarità del diritto è condizionata all’esistenza e validità del rapporto sottostante tra essi intercorso. Ne deriva, pertanto, che, in caso di opposizione avverso decreto di ammortamento, l’opponente detentore è tenuto a provare soltanto di avere acquistato la titolarità del credito da esso portato anteriormente all’ammortamento, onere che – nel caso di libretto al portatore – può essere assolto dimostrando di aver posseduto quest’ultimo prima dell’ammortamento, spettando quindi all’ammortante dare la prova contraria (attesa la presunzione di buona fede ex art. 1147 c.c.) che l’acquisto del possesso sia avvenuto in mala fede, ovvero (stante la presunzione di possesso intermedio ex art. 1142 c.c.) che il credito sia stato successivamente trasferito dal detentore

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 15 maggio 2015, n. 10022   Ritenuto in fatto In data 16.11.1992, su ricorso di M.B. , nella qualità di curatore dell’eredità giacente di V.G. , il Presidente del Tribunale di Savona ha emesso un decreto di ammortamento del certificato di deposito al portatore n. (omissis) di L....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 maggio 2015, n. 9587. Poiché la valutazione di soccombenza, ai fini della condanna alle spese, va rapportata all’esito finale della lite anche in caso di giudizio seguito ad opposizione a decreto ingiuntivo, il creditore opposto che veda conclusivamente riconosciuto, sia pure in – quand’anche minima – parte rispetto a quanto richiesto ed ottenuto col monitorio, il proprio credito, se legittimamente subisce la revoca integrale del decreto ingiuntivo e la condanna alla restituzione di quanto, eccedente rispetto al dovuto, percepito in dipendenza della provvisoria esecutività di questo, non può tuttavia qualificarsi soccombente ed essere condannato alle spese del grado di appello, ove la pronunzia che questo conclude, sebbene impropriamente rigettando il gravame avverso l’integrale accoglimento dell’opposizione, comunque escluda dalla restituzione le somme qualificate appunto come effettivamente dovute

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 maggio 2015, n. 9587 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CARLEO Giovanni – Presidente Dott. DE STEFANO Franco – rel. Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott. VINCENTI Enzo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 maggio 2015, n. 8935. Qualora sia accertata la violazione delle distanze tra costruzioni, è preclusa al giudice ogni indagine sull’idoneità dell’intercapedine ad arrecare il pregiudizio per l’igiene e la salubrità dell’ambiente che le norme sulle distanze intendono impedire, in quanto la legge, imponendo l’osservanza di determinate distanze, ha ritenuto che soltanto queste valgano presuntivamente a soddisfare le esigenze di sicurezza ed igiene

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 5 maggio 2015, n. 8935 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott. ABETE Luigi...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 maggio 2015, n. 9237. In un procedimento di separazione personale, l’esistenza di un mandato a condurre trattative stragiudiziali con il coniuge può essere desunto anche in via presuntiva, qualora l’incarico conferito per iscritto preveda esclusivamente l’introduzione del giudizio

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 maggio 2015, n. 9237 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. FALASCHI Milena – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 7 maggio 2015, n. 9255. L’espropriazione forzata deve seguire alla lettera l’ordinanza emessa dal giudice e, quindi, tutte le regole legate alla pubblicità legale per l’immobile che deve essere venduto. Anche se la legge non preveda particolari obblighi divulgativi. Le regole fissate con ordinanza riguardano l’intera procedura dell’esecuzione forzata: dalle modalità e dalla data della vendita forzata, fino al provvedimento di trasferimento coattivo del bene che segue l’aggiudicazione

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 7 maggio 2015, n. 9255 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – rel....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 maggio 2015, n. 10202. A fronte di quietanza in forma tipica, cioè di atto rilasciato dal creditore al debitore, al creditore quietanzante non è sufficiente, per superare la vincolatività della dichiarazione, provare di non avere ricevuto il pagamento, perché il modello di riferimento non è quello della “relevatio ab onere probandi” e dell’inversione dell’onere della prova che caratterizza le dichiarazioni ricognitive asseverative di diritti ex art. 1988 cod. civ.. Il creditore è ammesso ad impugnare la quietanza non veridica soltanto attraverso la dimostrazione – con ogni mezzo – che il divario esistente tra realtà e dichiarato è conseguenza di errore di fatto o di violenza. Fuori di questi casi, vale il principio di autoresponsabilità, che vincola il quietanzante alla “contra se pronuntiatio” asseverativa del fatto dell’intervenuto pagamento, seppure non corrispondente al vero

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 19 maggio 2015, n. 10202 Motivi della decisione 2) La Corte d’appello ha ritenuto che la quietanza rilasciata nel rogito valeva a liberare gli acquirenti da ogni debito, essendo richiamata la pienezza del saldo, con rinuncia del venditore all’ipoteca legale. Ha osservato che era onere dell’attore fornire la...