Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 febbraio 2014, n. 2860 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – rel. Consigliere Dott. CARRATO...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 febbraio 2014, n. 3210. Il termine di decadenza di cui all'articolo 1495 c.c. per la denunzia dei vizi della cosa venduta, pur dovendo essere riferito alla semplice manifestazione del vizio e non gia' all'individuazione della sua causa, decorre solo dal momento in cui il compratore abbia acquisito la certezza oggettiva dell'esistenza del vizio, con la conseguenza che ove la scoperta avvenga per gradi ed in tempi diversi e successivi, in modo da riverberarsi sull'entita' del vizio stesso, occorre fare riferimento al momento in cui si sia completata la relativa scoperta
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 febbraio 2014, n. 3210 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PROTO Cesare A. – Consigliere Dott. MANNA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 marzo 2014, n. 5136. Il riferimento all'assegno di divorzio può costituire un criterio generale e astratto idoneo a sostituire quello della durata del matrimonio, ovvero può essere considerato un antecedente vincolante nella determinazione della quota della pensione di reversibilità perché non può essere consentito al giudice di individuare nell'entità dell'assegno divorzile un limite legale alla quota di pensione attribuibile all'ex coniuge, data la mancanza di qualsiasi indicazione normativa in tal senso
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 marzo 2014, n. 5136 Fatto e diritto Rilevato che: 1. R.F. ha chiesto al Tribunale di Ravenna il riconoscimento del suo diritto, nei confronti di T.V. e dell’INPDAP, a una quota della pensione di reversibilità e del trattamento di fine rapporto dell’ex coniuge Ru.Lu. deducendo di essere...
Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 19 febbraio 2014, n. 7765. Anche gli organi pubblici deputati al controllo sugli interventi di trasformazione del suolo posti in essere da privati possono essere chiamati a rispondere dei reati urbanistici. E ciò non solo nel caso in cui il rilascio dell'atto illegittimo sia avvenuto con dolo, ma anche nelle ipotesi di semplice colpa del funzionario
Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 19 febbraio 2014, n. 7765 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. GAZZARA Santi...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 febbraio 2014, n. 4569. L'atto di approvazione delle tabelle millesimali, al pari di quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale, con la conseguenza che non deve essere approvato con il consenso unanime dei condomini, essendo a tal fine sufficiente la maggioranza qualificata di cui all'articolo 1136 c.c., comma 2. Infatti, la deliberazione che approva le tabelle millesimali non si pone come fonte diretta dell'obbligo contributivo del condomino, fonte che e' costituita dalla legge stessa, ma solo come parametro di quantificazione dell'obbligo, determinato in base ad un valutazione tecnica
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 26 febbraio 2014, n. 4569 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere Dott. MANNA Felice – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 marzo 2014, n. 10594. Il sequestro preventivo si può applicare anche agli articoli on line con la tecnica dell'oscuramento
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 marzo 2014, n. 10594 Ritenuto in fatto 1. Nel procedimento a carico di M.T., Pa.M., P.A., i primi due indagati con riferimento al delitto di diffamazione a mezzo stampa in danno di C.A., il terzo con riferimento al delitto di cui all’articolo 57 cp, il tribunale del...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 5 marzo 2014, n. 10584. L'imputato ricorreva sulla ritenuta sussistenza dell'aggravante dell'esposizione alla pubblica fede laddove, come nella specie, un'autovettura sia dotata di impianto antifurto satellitare, e deduceva violazione di legge e mancanza di motivazione nella mera affermazione di adesione all'orientamento. Per la Cassazione, invece, la dotazione sull'autovettura oggetto di furto di un impianto di localizzazione satellitare, dando luogo ad una costante individuabilità della posizione dei veicolo, ne può consentire il recupero successivamente alla sottrazione, ma non impedisce che quest'ultima sia realizzata, mantenendo in essere i presupposti per la configurabilità dell'aggravante dell'esposizione alla pubblica fede giurisprudenziale favorevole alla configurabilità dell'aggravante
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 5 marzo 2014, n. 10584 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata veniva confermata la sentenza del Tribunale di Roma dell’11/02/2013, con la quale P.C. era ritenuto responsabile del reato di cui agli artt. 624 e 625 cod. pen., commesso il 09/02/2013 impossessandosi dell’autovettura di A.C., parcheggiata in...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 2757 del 6 febbraio 2014. In materia di contrattazione collettiva, la comune volontà delle parti contrattuali non sempre è agevolmente ricostruibile attraverso il mero riferimento al senso letterale delle parole, atteso che la natura di detta contrattazione, sovente articolata su diversi livelli (nazionale, provinciale, aziendale ecc.), la vastità e la complessità della materia trattata in ragione della interdipendenza dei molteplici profili della posizione lavorativa (che spesso consigliano alle parti sociali il ricorso a strumenti sconosciuti alle negoziazione tra le parti private, come preamboli, note a verbale, ecc), il particolare linguaggio usato nel settore delle relazioni industriali non necessariamente coincidente con quello comune e, da ultimo, il carattere vincolante che non di rado assumono nell’azienda l'uso e la prassi, costituiscono elementi tutti che rendono indispensabile nella materia della contrattazione collettiva una utilizzazione dei generali criteri ermeneutici, che di detta specificità tenga conto, con conseguente assegnazione di un preminente rilievo al canone interpretativo dell'art. 1363 c.c.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 2757 del 6 febbraio 2014 Svolgimento del processo Con sentenza del 13.5.2010, la Corte di Appello di Torino rigettava il gravame proposto dalla società S. c.p.a. avverso la sentenza di prime cure che aveva accolto il ricorso proposto da R.R. per il risarcimento del danno connesso all’inadempimento...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza n. 596, del 7 gennaio 2014. In tema di ricorso avverso il decreto direttoriale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, recante la cancellazione dell’associazione CIF dal registro nazionale delle associazioni di promozione sociale e di ogni altro atto connesso presupposto o consequenziale
Consiglio di Stato sezione VI sentenza n. 596, del 7 gennaio 2014 FATTO e DIRITTO 1.- Il Centro italiano femminile (d’ora in avanti anche CIF) impugna la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio 12 febbraio 2013 n. 1495, resa in forma semplificata, che ha respinto il suo ricorso avverso il decreto direttoriale del Ministero...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 5 marzo 2014, n. 10482. Non integra reato l'installazione, in assenza di permesso di costruire, di mezzi mobili di pernottamento, anche in via permanente, entro il perimetro delle strutture turistico-ricettive all'aperto regolarmente autorizzate ed in ottemperanza dei requisiti stabiliti dagli ordinamenti regionali, non versandosi in presenza di un'attività rilevante ai fini urbanistici, edilizi e paesaggistici come previsto dall'art. 3, comma nono, della L. n. 99 del 2009
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 marzo 2014, n. 10482 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 11 marzo 2011 il Tribunale di Ascoli Piceno, Sezione di San Benedetto del Tronto, condannava A.S. e D.G.G. alla pena di mesi sei di arresto ed Euro 14.000.00 di ammenda per il reato di cui agli...