Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 maggio 2014, n. 18957. Va riconosciuta la scriminante, per l'illecito comportamento altrui, al padre che in occasione di un «incontro assistito» con la figlia aggredisca la Polizia municipale (presente a fini di vigilanza), nel caso in cui, a seguito di intemperanze verbali, gli agenti per identificarlo lo conducano in caserma senza che ve ne sia necessità, così impedendogli l'incontro settimanale con la minore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 maggio 2014, n. 18957 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI Alessand – Consigliere Dott. PATERNO’ RADDUSA...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 maggio 2014, n. 11128. Nel regime della rilevazione della questione di competenza, di cui all'art. 38 cod. proc. civ., nel testo sostituito dalla legge n. 69 del 2009, ove l'opponente a decreto ingiuntivo abbia sollevato un'eccezione di incompetenza inderogabile, in ragione del foro del consumatore, soltanto all'udienza di prima comparizione ai sensi dell'art. 183 cod. proc. civ., anziché nell'atto di citazione in opposizione, e, dunque, tardivamente, il potere di rilevazione ufficioso della stessa eccezione di incompetenza deve essere esercitato necessariamente ed espressamente dal giudice nella detta udienza, ai sensi del terzo comma dello stesso art. 38; in mancanza, la competenza resta radicata avanti al giudice adito, dovendosi escludere che l'esercizio espresso del potere ufficioso per la questione di competenza tardivamente sollevata dalla parte non occorra in ragione del già esercitato potere da parte di quest'ultima, giacché detto esercizio deve considerarsi, per la sua tardività, tamquam non esset

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 20 maggio 2014, n. 11128 Fatto e diritto Ritenuto che con ricorso per regolamento di competenza notificato il 6 giugno 2013 G.C. , titolare dell’ambulatorio odontoiatrico Hospitadella, sito in (omissis) , ha chiesto che la Corte di cassazione dichiari la competenza del Tribunale di Padova, sezione distaccata di...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 maggio 2014, n. 11090. Allorquando nel corso del giudizio di opposizione all'esecuzione il diritto per cui si procede esecutivamente, fondato su titolo esecutivo giudiziale ancora sub iudice, risulta negato parzialmente da una successiva sentenza di merito pur non definitiva emessa nel giudizio in cui se ne discute, o per riconoscimento della parziale inesistenza originaria o per riconoscimento di una parziale inesistenza in forza di fatto estintivo sopravvenuto fatto valere in quel giudizio, il giudice dell'esecuzione che decida l'opposizione deve rigettarla per la parte di credito riconosciuta esistente e accoglierla per la parte residua, dichiarando a seconda dei casi il momento al quale risale l'accertata inesistenza. Tale principio si applica anche nel caso in cui l'esecuzione sia stata iniziata sulla base di decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e l'opposizione ad esso venga accolta parzialmente, siccome si evince anche dal secondo comma dell'art. 653 c.p.c.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 20 maggio 2014, n. 11090     Ritenuto in fatto   N.F. , N.M. e P.C. hanno proposto ricorso straordinario per cassazione contro la Mantovana 1896 Credito Cooperativo s.c.a.r.l., la Banca di Credito Cooperativo di Castelgoffredo, il Banco Popolare di Verona e Novara s.c.a.r.l., la MPS Gestione Crediti...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 6 maggio 2014, n. 18745. Incorre nell'esercizio abusivo della professione l'avvocato sospeso – a seguito di una sanzione disciplinare – che continui a incontrare i detenuti suoi assistiti. Il colloquio in carcere costituisce, infatti, un atto tipico e riservato agli avvocati, né può scriminare la condotta sostenere di aver parlato d'altro, in quanto gli incontri sono stati comunque resi possibili dal «rapporto difensivo».

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 maggio 2014, n. 18745 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. SERPICO Francesco – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. LEO Guglielmo – rel. Consigliere Dott. APRILE...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 9 maggio 2014, n. 10105. Ai sensi dell’art. 10 L. Fall., ai fini della decorrenza del termine annuale entro il quale può essere dichiarato il fallimento di un'impresa svolta in forma societaria, occorre fare riferimento alla data della sua effettiva cancellazione dal registro delle imprese, a nulla rilevando nei confronti dei terzi il diverso momento in cui la relativa domanda sia stata presentata presso il registro delle imprese

  Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 9 maggio 2014, n. 10105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 19363/2012 proposto da: S.F., in proprio quale socia della società fallita – ricorrente – contro EQUITALIA SUD S.P.A FALLIMENTO...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 maggio 2014, n.18948. Per effetto della novella introdotta con la legge 6 novembre 2012, n. 190, il legislatore ha scorporato dal testo dell'art. 317 cod. pen. le ipotesi di concussione per induzione, conservando l'originario nomen iuris per i soli fatti di costrizione realizzata mediante abuso dei poteri o della qualità di pubblico ufficiale. Per i comportamenti che invece, con la medesima modalità abusiva, inducono l'interlocutore del pubblico ufficiale alla prestazione, è stata introdotta la fattispecie di “induzione indebita a dare o promettere utilità” (art. 319-quater cod. pen.). Pertanto, integrano la fattispecie di induzione indebita a dare e promettere utilità di cui all'art. 319-quater c.p., i fatti concussivi commessi per induzione del terzo, pure se commessi precedentemente all'entrata in vigore della novella n. 190/2012 che ha introdotto tale norma, poiché quest'ultima prevede un trattamento sanzionatorio più favorevole per il reo, in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 2, comma 4, c.p..

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 maggio 2014, n.18948 Ritenuto in fatto  1. È impugnata la sentenza in data 6/07/2012 della Corte d’appello di Genova con la quale S.G. , in riforma della sentenza assolutoria pronunciata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sanremo all’esito di un giudizio abbreviato, è stato...