Sentenza 228/2014 Giudizio Presidente CASSESE – Redattore CORAGGIO Camera di Consiglio del 11/06/2014 Decisione del 24/09/2014 Deposito del 06/10/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 32, c. 1°, n. 2, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 29/09/1973, n. 600, come modificato dall’art. 1, c. 402°, lett. a), n. 1, della legge 30/12/2004 ,n....
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 22 settembre 2014, n. 4733. In tema di pubblici appalti, l'istituto della cauzione provvisoria si profila come garanzia del rispetto dell'ampio patto d'integrità cui si vincola chi partecipa a gare pubbliche, ed il suo incameramento, sussistendone i presupposti, risulta coerente con tale finalità, avendo esso la funzione di garantire la serietà e l'affidabilità dell'offerta, sanzionando la violazione dell'obbligo di diligenza gravante sull'offerente, mediante l'anticipata liquidazione dei danni subiti dalla stazione appaltante. E ciò tenuto conto del fatto che, con la domanda di partecipazione alla gara, l'operatore economico sottoscrive e si impegna ad osservare le regole della relativa procedura, delle quali ha, dunque, contezza. L'incameramento della cauzione provvisoria costituisce una scelta del legislatore ordinario, scelta che, considerate la natura e le finalità della detta cauzione, non può essere giudicata frutto di un uso distorto ed arbitrario della discrezionalità allo stesso spettante e contrastante con il canone della ragionevolezza
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 22 settembre 2014, n. 4733 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5727 del 2012, proposto da: An. Spa, rappresentato e difeso per legge dall’Avvocatura gen. dello Stato, domiciliata...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 22 settembre 2014, n. 4775. La valutazione di impatto ambientale di un'opera, in caso di significativi effetti transfrontalieri, sotto il profilo procedimentale è disciplinata dalla Convenzione di Espoo del 25 febbraio 1991 (Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero) – ratificata e resa esecutiva con legge 3 novembre 1994, n. 640, e in vigore dal 10 settembre 1997 -, nonché dall'art. 7 della direttiva 27 giugno 1985, n. 85/337/CEE (Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati), e ss. mm. Ii. Ne discende, sul piano processuale – in ipotesi di rischio di una significativa incidenza pregiudizievole di un impianto eolico, sotto il profilo ambientale-paesaggistico, sul confinante territorio di un comune straniero (nella specie, austriaco) -, a detto comune va riconosciuta la legittimazione a ricorrere avverso la deliberazione di approvazione del progetto relativo all'impianto de quo. Peraltro, un distinto ed autonomo fondamento normativo della legittimazione a ricorrere del Comune in questione in impugnazione del provvedimento autorizzatorio è rinvenibile nella Convenzione di Århus del 25 giugno 1998 (Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale), ratificata e resa esecutiva con legge 16 marzo 2001, n. 108, il cui articolo 9 impone alle Parti aderenti di garantire a chiunque ritenga leso il proprio diritto partecipativo in materia ambientale (tra l'altro, per l'inadeguatezza delle risposte fornite alle proprie richieste informative) l'"accesso a una procedura di ricorso dinanzi a un organo giurisdizionale o a un altro organo indipendente e imparziale istituito dalla legge
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 22 settembre 2014, n. 4775 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1155 del 2013, proposto da: W. s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 settembre 2014, n. 37859. Il fatto di tenere custoditi gli animali in condizioni di eccessivo sovraffollamento integra il reato di cui all'art. 727, comma 2, cod. pen., atteso che la presenza di animali in sovrannumero costituisce una scelta imprenditoriale diretta a sacrificare il benessere degli animali alle logiche del profitto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 settembre 2014, n. 37859 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 settembre 2014, n. 38955. In caso di infortunio sul lavoro dovuto all'utilizzo di un macchinario non sicuro, a rispondere del reato di lesioni personali sono sia il costruttore che il datore di lavoro
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 settembre 2014, n. 38955 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 22 settembre 2014, n. 38637. All'estradato in Italia non possono essere applicate ulteriori misure di sicurezza, limitative dunque della libertà personale, a seguito della successiva dichiarazione di «delinquenza abituale»
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 settembre 2014, n. 38637 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristina – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 24 settembre 2014, n. 39079. In tema di calunnia, non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede di interrogatorio di garanzia, si limiti ad una generica contestazione della veridicità di una relazione di servizio e di altri atti di polizia giudiziaria, senza allegare alcun elemento idoneo a sostenere l'ipotesi, solo implicitamente prospettata, della loro falsità. Ricorrono infatti gli estremi del reato di calunnia quando l'imputato, travalicando il rigoroso rapporto funzionale tra la sua condotta e la confutazione dell'imputazione, non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico, ma assuma ulteriori iniziative dirette a coinvolgere altri, di cui conosce l'innocenza, nella incolpazione, specifica e circostanziata, di un fatto concreto e da ciò derivi la possibilità di inizio di un'indagine penale da parte dell'autorità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 settembre 2014, n. 39079 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26 ottobre 2012, la Corte d’Appello di Napoli ha assolto M.D. dal reato di cui agli artt. 81 cpv e 368 cod. pen., per il quale era stato condannato con sentenza del 15 marzo 2011 del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 giugno 2014, n.14085. La parte rimasta totalmente vittoriosa in primo grado non ha l'onere di proporre appello incidentale per chiedere il riesame delle domande e delle eccezioni respinte, ritenute assorbite o comunque non esaminate con la sentenza impugnata dalla parte soccombente, essendo sufficiente la riproposizione di tali domande od eccezioni in una delle difese del giudizio di secondo grado
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 20 giugno 2014, n.14085 MOTIVI DELLA DECISIONE Al ricorso in esame si applica, ratione temporis, la disposizione dell’art. 366 bis c.p.c., in quanto la sentenza è stata pubblicata in data 23.6.2007. Con i primi tre motivi, la ricorrente censura le affermazioni secondo cui sarebbe incontroverso ‘che le parti...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 settembre 2014, n. 19682. Chi viola la regola della incompatibilità tra la professione di avvocato e lo status di dipendente pubblico commette un illecito a prescindere dall'effettivo prodursi di un danno per l'amministrazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 18 settembre 2014, n. 19682 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere Dott. ARIENZO Rosa...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 settembre 2014, n. 19534. L'azione a tutela della privacy proposta davanti al Garante non è alternativa alla richiesta di risarcimento del danno presentata innanzi al giudice ordinario. Si tratta, infatti, di due domande aventi un oggetto diverso che possono viaggiare separatamente. Soltanto se l'Authority rigetta il ricorso, allora per chiedere i danni è necessaria anche la contestuale e tempestiva impugnazione del diniego
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 settembre 2014, n. 19534 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Dott. BENINI Stefano – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – rel. Consigliere Dott....