Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 gennaio 2015, n. 1945. Una sentenza di condanna non può fondarsi, unicamente o in misura determinante, su deposizioni rese da una persona che l'imputato non ha potuto interrogare o fare interrogare né nella fase istruttoria né durante il dibattimento perché resasi irreperibile, a prescindere dalla volontà o meno di sottrarsi all'esame

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 gennaio 2015, n. 1945 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. TADDEI Margherita B. – Consigliere Dott. MACCHIA Alberto – rel. Consigliere Dott. CERVADORO...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 15 gennaio 2015, n. 1829. Per la guida in stato di ebbrezza, la pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità non può essere negata perché l'imputato ha chiesto di svolgerla in un comune esterno alla provincia di residenza e dunque contro le indicazioni di legge

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 15 gennaio 2015, n. 1829 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro Antonio – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 gennaio 2015, n. 1135. La circostanza che il conducente non abbia fornito la prova idonea a vincere la presunzione legale di colpa ex art. 2054, comma 1, cod. civ. non preclude l'indagine in ordine all'eventuale concorso di colpa del pedone danneggiato e, una volta accertata la pericolosità e l'imprudenza della condotta del pedone, la colpa dello stesso concorre con quella presunta del conducente prevista dalla richiamata norma

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 gennaio 2015, n. 1135   REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. PETTI Giovanni B. – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 gennaio 2015, n. 1025. L'azienda non può contestare al prestatore assente dal luogo di lavoro di aver rassegnato le dimissioni in mancanza di una chiara volontà espressa dalla parte in tal senso

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 gennaio 2015, n. 1025 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – rel. Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 21 gennaio 2015, n. 992. In sede di verifiche fiscali gli obblighi informativi posti dalla legge n. 212 del 2000 a tutela del contribuente non sono previsti a pena di nullità, valendo, anche in materia tributaria, la regola generale della tassatività delle nullità medesime

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 21 gennaio 2015, n. 992 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIELLI Stefano – Presidente Dott. CIRILLO Ettore – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. OLIVIERI Stefano – Consigliere Dott. SCODITTI Enrico...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 gennaio 2015, n. 854. Deve ritenersi illegittimo il licenziamento intimato dal datore di lavoro al lavoratore che, in più occasioni in un breve arco di tempo, abbia furtivamente sottratto dagli scaffali del supermercato, ove operava quale addetto alle vendite, confezioni di vino in scatola per poi consumarle nello stesso luogo di lavoro ivi abbandonandone i vuoti

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 gennaio 2015, n. 854 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DE MARINIS Nicola...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 21 gennaio 2015, n. 930. Il principio secondo il quale in tema di liquidazione delle spese giudiziali e nel caso di soccombenza reciproca, non prevedendo nessuna norma un criterio di valutazione della prevalenza della soccombenza che si basi sul numero di domande accolte o respinte, per ciascuna di esse, dovendo essere valutato l'oggetto della lite nel suo complesso

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 21 gennaio 2015, n. 930   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. ARIENZO Rosa – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. FERNANDES Giulio – Consigliere...

Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 febbraio 2015, n. 1925. Ai fini dell'individuazione del regime di impugnabilità di una sentenza, occorre avere riguardo alla legge processuale in vigore alla data della sua pubblicazione. Pertanto, le sentenze che abbiano deciso opposizioni all'esecuzione pubblicate prima del primo marzo 2006, restano esclusivamente appellabili; per quelle, invece, pubblicate successivamente a tale data e fino al 4 luglio 2009, non è più ammissibile l'appello, in forza dell'ultimo periodo dell'art. 616 cod. proc. civ., introdotto dalla legge 24 febbraio 2006, n. 52, con la conseguenza dell'esclusiva ricorribilità per cassazione ai sensi dell'art. 111, settimo comma, Cost.; le sentenze, infine, in cui il giudizio di primo grado sia ancora pendente al 4 luglio 2009, e siano quindi pubblicate successivamente a tale data, tornano ad essere appellabili, essendo stato soppresso l'ultimo periodo dell'art. 616 cod. proc. civ., ai sensi dell'art. 49, secondo comma, della legge 18 giugno 2009, n. 69
Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 febbraio 2015, n. 1925. Ai fini dell'individuazione del regime di impugnabilità di una sentenza, occorre avere riguardo alla legge processuale in vigore alla data della sua pubblicazione. Pertanto, le sentenze che abbiano deciso opposizioni all'esecuzione pubblicate prima del primo marzo 2006, restano esclusivamente appellabili; per quelle, invece, pubblicate successivamente a tale data e fino al 4 luglio 2009, non è più ammissibile l'appello, in forza dell'ultimo periodo dell'art. 616 cod. proc. civ., introdotto dalla legge 24 febbraio 2006, n. 52, con la conseguenza dell'esclusiva ricorribilità per cassazione ai sensi dell'art. 111, settimo comma, Cost.; le sentenze, infine, in cui il giudizio di primo grado sia ancora pendente al 4 luglio 2009, e siano quindi pubblicate successivamente a tale data, tornano ad essere appellabili, essendo stato soppresso l'ultimo periodo dell'art. 616 cod. proc. civ., ai sensi dell'art. 49, secondo comma, della legge 18 giugno 2009, n. 69

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 3 febbraio 2015, n. 1925 Ritenuto in fatto E’ stata depositata in cancelleria la seguente relazione: “1.- Con la decisione ora impugnata la Corte d’Appello di Bari ha rigettato l’opposizione all’esecuzione proposta da G.L.T., così confermando il rigetto dell’opposizione già pronunciato con la sentenza del Tribunale di Foggia...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 gennaio 2015, n. 498. In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, mentre il giudice che applica la cautela reale non ha alcun onere di indicare i beni da assoggettare al vincolo, ma solo il valore fino alla concorrenza del quale il sequestro deve essere operato, ben diverso è il compito di quello del riesame ovvero di quello investito di una richiesta di revoca (o dell'appello sul suo mancato accoglimento) quando il profilo dell'effettiva equivalenza tra il valore dei beni sequestrati e quello del profitto gli venga sottoposto, atteso che allo stesso è rimesso lo specifico dovere di verificare il rispetto del principio di proporzionalità nell'esecuzione della misura, giacché è proprio nel momento della sua esecuzione che nel particolare caso del sequestro finalizzato alla confisca di valore ne viene definito in concreto il contenuto. (Nella specie, la Corte ha così annullato il provvedimento del giudice del riesame che si era limitato a rigettare la doglianza della difesa sulla ritenuta sproporzione in eccesso dei beni sequestrati senza procedere a una effettiva valutazione del valore complessivo di questi)

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 gennaio 2015, n. 498 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo A. – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca...