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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2014, n. 45001. Per la configurabilita' del reato di avvelenamento (sia esso ipotizzato, come nella specie, quale delitto doloso, o quale fatto colposo) di acque o sostanze destinate all'alimentazione, pur potendosi ritenere giustificato l'orientamento secondo cui che il reato e' di pericolo presunto, e' tuttavia necessario che un "avvelenamento", vi sia comunque stato. E il termine "avvelenamento", "che ha pregnanza semantica tale da renderne deducibile in via normale il pericolo per la salute pubblica", non puo' riferirsi che "a condotte che, per la qualita' e la quantita' dell'inquinante, siano pericolose per la salute pubblica (vale a dire potenzialmente idonee a produrre effetti tossico-nocivi per la salute)". Detta pericolosita' deve dunque potersi ritenere scientificamente accertata, nel senso che deve essere riferita a "dose di sostanza contaminante alla quale le indagini scientifiche hanno associato effetti avversi per la salute". Ne discende che non puo' ritenersi corretto, neppure ai limitati fini dell'apprezzamento del fumus del reato contestato, allorche' si ipotizza che questo consisterebbe nell'avvelenamento di acque o di sostanze alimentari ai sensi dell'articolo 439 c.p., il riferimento a schemi presuntivi che s'attestano su indicazioni di carattere meramente precauzionale, ovvero, in particolare, ai cosiddetti CSC, limiti di concentratone della contaminazione che costituiscono ai sensi del citato decreto legislativo sull'inquinamento la prudenziale indicazione di una soglia di valori al di sotto della quale non si richiede, neppure in presenza di assunzione quotidiana e sul lungo periodo, alcun accertamento ulteriore di rischio e il cui superamento neppure basta ad integrare la fattispecie specifica di cui al Decreto Legislativo n. 156 del 2006, articolo 257, posto che per la punibilita' delle condotte ivi previste – che pure implicano un "inquinamento" che costituisce evidentemente un minus rispetto all'ipotesi di "avvelenamento" – si richiede il superamento delle "concentrazioni soglie di rischio" (CSR), ovverosia di valori ben superiori ai parametri di CSC

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2014, n. 45001 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Toni Adet – Consigliere Dott. DI TOMASSI M. Stefan – rel. Consigliere Dott. BONITO Francesco M....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 ottobre 2014, n. 42309. In tema di delitti colposi derivanti da infortunio sul lavoro, perché si configuri la circostanza aggravante speciale della violazione delle norme antinfortunistiche (art. 590, comma 3, c.p.) non occorre che siano violate norme specifiche dettate per prevenire infortuni sul lavoro, essendo sufficiente che l'evento dannoso si sia verificato a causa della violazione dell'art. 2087 c.c. che fa carico all'imprenditore di adottare, nell'esercizio dell'impresa, tutte le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori (fattispecie relativa alla morte di un lavoratore che durante le operazioni di carico di attrezzature e materiali di scarto depositati al secondo piano di un centro commerciale, precipitava dalla sommità di un parapetto in muratura mentre tentava di comunicare con un collega che si trovava al piano strada)

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 10 ottobre 2014, n. 42309 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 1/02/2012 la Corte di Appello di Milano ha parzialmente riformato, ai soli effetti civili, la sentenza assolutoria emessa il 12/02/2010 dal Tribunale di Monza, condannando G.R. , L.M.D. , Gr.Pi. e S.M. in solido al...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2014, n. 44998. In tema di riabilitazione l'adempimento dell'obbligo non e' condizionato alla proposizione della richiesta della persona danneggiata spettando all'interessato l'iniziativa della consultazione con quest'ultima per l'individuazione di una adeguata offerta riparatoria. Ne', si e' aggiunto, rileva l'intervenuta prescrizione del reato dal momento che la ratio che informa l'istituto della riabilitazione attribuisce rilievo all'adempimento delle obbligazioni derivanti dal reato "in funzione del suo valore dimostrativo della emenda voluta dalla legge, in relazione alla condotta successiva successiva alla condanna che sia stata tenuta dal condannato". L'obbligo di adempiere le obbligazioni civili derivanti da reato trova ragione d'essere nella intervenuta condanna con decreto penale esecutivo, la cui efficacia non puo' venir meno per effetto delle sentenze indicate dal ricorrente. A nulla rileva infatti che in altro processo penale egli sia stato assolto non avendo esercitato attivita' gestorie o che sia stata revocata la sentenza di fallimento. Il contrasto di giudicati trova la sua composizione nell'istituto della revisione.

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2014, n. 44998 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Ton – rel. Consigliere Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Consigliere Dott. BONITO Francesco Mar...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 ottobre 2014, n. 22331. Qualsiasi struttura sanitaria, nel momento stesso in cui accetta il ricovero d'un paziente, stipula un contratto dal quale discendono naturalmente, ai sensi dell'articolo 1374 c.c., due obblighi: il primo e' quello di apprestare al paziente le cure richieste dalla sua condizione; il secondo e' quello di assicurare la protezione delle persone di menomata o mancante autotutela, per le quali detta protezione costituisce la parte essenziale della cura. Ove un paziente ricoverato per disturbi mentali tenti il suicidio, riportando lesioni personali, la struttura sanitaria che l'aveva in cura risponde di tali lesioni, a prescindere dal carattere volontario od obbligatorio del trattamento sanitario praticato in concreto, non potendo quest'ultimo condizionare l'obbligo di sorveglianza da parte del medico e del personale sanitario

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 ottobre 2014, n. 22331 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco...

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 29 ottobre 2014, n. 22928. Deve ritenersi nulla, ai sensi dell'art. 132, comma 2, n. 4, cod. proc. civ., la sentenza corredata da motivazione solo apparente, estrinsecantesi in argomentazioni del tutto apodittiche, disancorate dalla fattispecie concreta e sprovviste di riferimenti specifici e puntuali al rapporto in contestazione, assolutamente inidonee a rivelare la ratio decidendi nonché ad evidenziare gli elementi che giustifichino il convincimento del giudice e ne rendano possibile il controllo di legittimità

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 29 ottobre 2014, n. 22928 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI IASI Camilla – Presidente Dott. VIRGILIO Biagio – Consigliere Dott. GRECO Antonio – Consigliere Dott. FEDERICO Guido – rel. Consigliere Dott. IOFRIDA...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2014, n. 23001. In un giudizio di separazione coniugale il provvedimento di assegnazione della casa familiare ha carattere immediatamente esecutivo e prevale sui precedenti accordi patrimoniali assunti dai coniugi. A tale disciplina non si sottrae neppure il diritto di proprietà

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2014, n. 23001 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – rel. Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto –...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 ottobre 2014, n. 23004. In tema di società di capitali, nel giudizio di liquidazione del compenso azionato da un amministratore, non può prescindersi dalla allegazione e dalla prova della qualità e quantità delle prestazioni concretamente svolte, risultando di per sé sola insufficiente l'indicazione del compenso pattuito in esercizi sociali di anni diversi

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 ottobre 2014, n. 23004 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio –...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 novembre 2014, n. 46412. Deve qualificarsi come furto tentato, e non consumato, la condotta di sottrazione di merce dai banchi di vendita di un supermercato, avvenuta sotto il costante controllo del personale di vigilanza, anche nel caso in cui l'autore sia fermato dopo il superamento delle casse senza aver pagato la merce prelevata

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 novembre 2014, n. 46412 Ritenuto in fatto 1. R.P. fu tratto a giudizio per rispondere del delitto di rapina impropria aggravata dall’uso dell’arma (capo a: artt. 628, commi 2 e 3 n. 1 cod. pen.) e della contravvenzione di porto ingiustificato di coltello (capo b: art. 4...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 ottobre 2014, n. 45019. Ai fini della decorrenza del termine di tre mesi concesso al datore di lavoro per provvedere al versamento dovuto, la notifica dell'avviso di accertamento da parte dell'Ente non può ritenersi validamente effettuata presso la sede della società qualora la persona fisica penalmente responsabile sia cessata dalla carica di amministratore

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 ottobre 2014, n. 45019 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – rel. Consigliere Dott....