Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 novembre 2014, n. 45266 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 novembre 2014, n. 45234. In materia di appello cautelare personale o reale (artt. 310 e 322 bis c.p.p.), il tribunale della libertà, a cui sia devoluta esclusivamente la cognizione della nullità dell'ordinanza de libertate affetta dal vizio di omessa pronuncia sul petitum, non può sostituirsi al primo giudice violando il principio devolutivo e redigendo la motivazione del tutto omessa, nè può limitarsi a dichiarare la nullità del provvedimento impugnato ai sensi dell'art. 125 c.p.p., comma 3, ma deve, dichiarata la nullità, trasmettere gli atti al primo giudice per non privare la parte di un grado del giudizio cautelare e per consentire alla parte stessa di redigere motivi specifici di impugnazione qualora essa debba dolersi delle ragioni di un eventuale rigetto della domanda
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 novembre 2014, n. 45234 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 novembre 2014, n. 47244. Sono atti contrari alla pubblica decenza tutti quelli che in spregio ai criteri di convivenza e di decoro che debbono essere osservati nei rapporti tra i consociati, provocano in questi ultimi disgusto o disapprovazione come l'urinare in luogo pubblico. Né la norma dell'art. 726 cod. pen., esige che l'atto abbia effettivamente offeso in qualcuno la pubblica decenza e neppure che sia stato percepito da alcuno, quando si sia verificata la condizione di luogo, cioè la possibilità che qualcuno potesse percepire l'atto. Il reato in questione (consistente nell'avere orinato vicino all'ingresso della abitazione) poi si differenzia da quello di cui all'art. 527 cod. pen., in quanto la distinzione tra gli atti osceni e gli atti contrari alla pubblica decenza va individuata nel fatto che i primi offendono, in modo intenso e grave il pudore sessuale, suscitando nell'osservatore sensazioni di disgusto oppure rappresentazioni o desideri erotici, mentre i secondi ledono in via esclusiva il normale sentimento di costumatezza, generando fastidio e riprovazione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 novembre 2014, n. 47244 Ritenuto in fatto II giudice di pace di Bergamo, con sentenza del 9 maggio 2013, ha assolto, per non aver commesso il fatto, C.G.F., imputato del reato di cui all’art. 726 cod. pen., per avere compiuto atti contrari alla pubblica decenza, consistenti nell’avere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2014, n. 24466. Durante un allenamento al gioco del calcio, un giovane si appese con le mani alla traversa di una porta da calcio, amovibile e non assicurata al suolo. In conseguenza la porta si ribaltò, provocando la morte del giovane. Il Tribunale di Saluzzo rigettò la domanda, ritenendo sussistere una colpa esclusiva della vittima, che tenne una condotta imprevedibile ed inevitabile. Infondato anche l'appello, nella parte in cui censurava il rigetto della domanda nei confronti del Comune di Saluzzo, perché fondato sul presupposto che la porta ribaltatasi "non era ancorata al suolo", là dove non esisteva alcun obbligo legale o prudenziale di provvedere a tale ancoraggio. Rigettato il ricorso in Cassazione.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2014, n. 24466 Svolgimento del processo 1. Il 3.11.1992 il giovane N.B., durante un allenamento al gioco del calcio, si appese con le mani alla traversa di una porta da calcio, amovibile e non assicurata al suolo. In conseguenza la porta si ribaltò, provocando la morte...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 novembre 2014, n. 23426. Il risarcimento del danno – patrimoniale e non – patito jure proprio dai congiunti di persona deceduta per colpa altrui deve essere ridotto in misura corrispondente alla percentuale di colpa ascrivibile alla stessa vittima. Accolto il ricorso di una assicurazione condannata dalla Corte d'Appello a risarcire integralmente la moglie ed i figli di un uomo deceduto in un incidente stradale nonostante fosse stato ritenuto corresponsabile del sinistro al 50%.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 novembre 2014, n. 23426 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. SCARANO Luigi A. – Consigliere Dott. CIRILLO Francesco Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 13 novembre 2014, n. 24187. In ipotesi di litisconsorzio necessario, la confessione resa da uno dei litisconsorti è liberamente apprezzata dal Giudice in relazione a tutti i litisconsorti e, quindi, anche nei confronti del confitente ai sensi dell'art. 2733 co. 3 cod. civ.— a fortiori deve ritenersi che la confessione proveniente da un soggetto che non è litisconsorte necessario, quale il conducente – non proprietario, debba essere liberamente apprezzata, nei riguardi dell'assicuratore e del proprietario (diverso dal conducente-confitente).
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 13 novembre 2014, n. 24187 Svolgimento del processo e motivi della decisione È stata depositata in cancelleria la seguente relazione: “1. Con sentenza in data 20.06.2012 il Tribunale di L’Aquila – decidendo sull’appello proposto da P.C. nei confronti di Pa.An. , di Aquilav 2 s.n.c. e dell’Aurora Assicurazioni...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 novembre 2014, n. 23381. La reiterazione del patto di prova è legittima se giustificata dalla effettiva necessità del datore di lavoro di verificare le qualità professionali, il comportamento e la personalità del lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 novembre 2014, n. 23381 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. VENUTI Pietro – rel. Consigliere Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 ottobre 2014, n. 21220. Nella liquidazione del compenso spettante pro quota all'arbitro quale componente di collegio arbitrale costituito da avvocati, per l'individuazione dello scaglione di cui al punto 9 della tabella relativa alle prestazioni stragiudiziali, di cui al d.m. 585/1994, applicabile nella specie, va fatto riferimento al valore della controversia, nel caso individuato nelle riserve collegate alla terza sospensione, nell'importo indicato dalla Corte di merito, a cui vanno aggiunti gli accessori richiesti dalla parte in sede di arbitrato
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I CIVILE sentenza 8 ottobre 2014, n. 21220 Svolgimento del processo L’avv. G.G. chiedeva ed otteneva dal Tribunale di Milano decreto ingiuntivo nei confronti della Regione Marche, per il pagamento della somma di Euro 12.394,96, oltre Euro 2153,62 più c.p.a., Iva, ed interessi, oltre le spese del procedimento,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 ottobre 2014, n. 23073. La clausola contrattuale che sottoponga il sorgere del diritto al compenso da parte del professionista incaricato del progetto di un'opera all'intervenuto finanziamento dell'opera progettata non limita la responsabilità del committente il progetto, giacché non influisce sulle conseguenze del suo eventuale inadempimento, ma piuttosto delimita il contenuto del mandato conferito, facendo derivare i diritti del mandatario dal progetto finanziato e non dal progetto solo redatto; ne consegue che una clausola siffatta, non incidendo sulle conseguenze dell'inadempimento del predisponente, non può ritenersi vessatoria e non è, pertanto, abbisognevole di specifica approvazione per iscritto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 ottobre 2014, n. 23073 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALVAGO Salvatore – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott. DE MARZO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 12 novembre 2014, n. 46818. In tema di circolazione stradale, il diritto di precedenza non esclude il dovere del conducente "favorito" di osservare a sua volta, approssimandosi all'incrocio, le normali prescrizioni di prudenza e di diligenza e, in particolare, quella di rallentare e di moderare la velocità. Né può dirsi che l'ingombro della carreggiata da parte di altro veicolo in un incrocio cittadino sia una circostanza imprevedibile. Nel corso della circolazione stradale il conducente è tenuto a prevedere anche le condotte imprudenti altrui
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 12 novembre 2014, n. 46818 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 22\10\2012, emessa in sede di rito abbreviato, la Corte di Appello Milano, confermava la condanna di N.A. per il delitto di cui all’art. 589 c.p., per omicidio colposo in danno di S.V: (acc. in Milano il...