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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 novembre 2015, n. 44791. È legittima l’emissione dell’ordinanza cautelare in base all’allegazione dei brogliacci di ascolto delle intercettazioni. La sommaria trascrizione degli esiti delle intercettazioni ovvero la produzione degli appunti presi dagli agenti in sede di captazione è sufficiente all’emissione del provvedimento cautelare anche senza necessità di allegazione dei decreti autorizzativi

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 novembre 2015, n. 44791 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 novembre 2015, n. 44775. Essendo la concessione della sospensione condizionale della pena parte integrante dell’accordo intercorso tra le parti e non essendo nella richiesta il beneficio sottoposto ad alcuna condizione, il giudice non avrebbe potuto d’ufficio applicare il beneficio richiesto imponendo una condizione scelta tra quelle indicate nell’art. 165, comma primo, doc. pen.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 novembre 2015, n. 44775 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 novembre 2015, n. 44562. La perdita di vista, anche momentanea del bene oggetto del furto da parte di chi ne ha il legittimo possesso, determina una condizione di minorata difesa, idonea ad integrare l’aggravante della destrezza di cui all’art. 625 n. 4 cp.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 novembre 2015, n. 44562 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – rel. Consigliere Dott. POSITANO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 novembre 2015, n. 44765. Nelle separazioni di coppie non sposate con figli, a meno di diversa indicazione da parte del giudice, il versamento degli assegni familiari al genitore affidatario del minore concorre a integrare l’obbligo di mantenimento. Il relativo importo dunque non va scomputato dalla cifra complessiva da corrispondere

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 novembre 2015, n. 44765 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. CITTERIO Car – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluig – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 23 novembre 2015, n. 46385. L’amministratore del condominio riveste una specifica posizione di garanzia, ex art. 40, comma secondo, cod. pen., in virtù del quale ha l’obbligo di attivarsi per rimuovere le situazioni di pericolo per l’incolumità di terzi. La responsabilità penale dell’amministratore di condominio va ricondotta nell’ambito della disposizione (art. 40, comma secondo, cod. pen.) per la quale “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”. Per rispondere del mancato impedimento di un evento è necessario, cioè, in forza di tale norma, l’esistenza di un obbligo giuridico di attivarsi allo scopo: detto obbligo può nascere da qualsiasi ramo del diritto, e quindi anche dal diritto privato, e specificamente da una convenzione che da tale diritto sia prevista e regolata com’e nel rapporto di rappresentanza volontaria intercorrente fra il condominio e l’amministratore. L’amministratore di condominio in quanto tale assume, dunque, una posizione di garanzia ope legis che discende dal potere attribuitogli dalle norme civilistiche di compiere atti di manutenzione e gestione delle cose comuni e di compiere atti di amministrazione straordinaria anche in assenza di deliberazioni della assemblea. Da ciò quindi consegue la responsabilità per omessa rimozione del pericolo cui si espone l’incolumità di pubblica di chiunque acceda in quei luoghi, e per l’eventuale evento dannoso che è derivato causalmente dalla situazione di pericolo proveniente dalla scarsa o dativa manutenzione dell’immobile.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 23 novembre 2015, n. 46385 Ritenuto in fatto 1. Il Giudice Monocratico del Tribunale di Nola, con sentenza del 3.3.2015, confermava – con condanna alle ulteriori spese del grado e a quelle della parte civile – la sentenza resa dal Giudice di Pace di Acerra il 6.3.2014 con...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 23 novembre 2015, n. 23836. La sentenza di applicazione di pena patteggiata, pur non potendosi configurare come sentenza di condanna, presuppone pur sempre una ammissione di colpevolezza ed esonera il giudice disciplinare dall’onere della prova

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 23 novembre 2015, n. 23836 Svolgimento del processo Il 2 aprile 2009 veniva aperto procedimento disciplinare a carico dell’avvocata ricorrente, iscritta al registro praticanti abilitati del COA di Viterbo. Le veniva contestato di aver acquistato in più occasioni sostanze stupefacenti destinate alla cessione a terzi e di aver...