SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 25 marzo 2016, n.12602 La Corte di appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, con sentenza del 14 luglio 2014, decidendo sull’impugnazione proposta dall’imputato, confermava la decisione in data 22 ottobre 2010 del Tribunale di Taranto, che aveva dichiarato R.M. colpevole di concorso, con altra persona rimasta non identificata,...
Categoria: Cassazione penale 2016
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 marzo 2016, n. 11384. Ai fini della sicurezza sul lavoro, per la nozione di “cantiere temporaneo”, di cui al d.lgs. 81/2008 non rileva che nel contratto si faccia riferimento ad opere genericamente qualificate come di manutenzione. Ne consegue che, indipendentemente dall’inquadramento formale e contrattuale delle opere in corso di svolgimento al momento di infortuni sul lavoro, quando l’attività svolta in concreto dà vita ad un cantiere temporaneo si impone l’adozione di tutte le cautele e misure all’uopo previste, con conseguente applicazione delle previsioni di cui agli artt. 88 e ss., D.Lgs. 81/2008
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 17 marzo 2016, n. 11384 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 8 ottobre 2014, la Corte d’appello di Bologna, 3 Sezione penale, in parziale riforma della sentenza di condanna in data 7 giugno 2012 pronunziata dal Tribunale di Ravenna nei confronti di T.S. e R.S. , concedeva...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 10 marzo 2016, n. 9934. Il compito del direttore dello stabilimento non si esaurisce nella predisposizione di adeguati mezzi di prevenzione e protocolli operativi, essendo lo stesso tenuto ad accertare che le disposizioni impartite vengano nei fatti eseguite e ad intervenire per prevenire il verificarsi di incidenti, attivandosi per far cessare eventuali manomissioni o modalità d’uso pericoloso da parte dei dipendenti
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 10 marzo 2016, n. 9934 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. MOCCI Mauro – Consigliere Dott. SOCCI Angelo Matteo – Consigliere Dott. LIBERATI Giovanni – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 marzo 2016, n. 9874. E’ integrato il reato di calunnia ove il reo non si limiti alla enfatizzazione dei fatti narrati o alla loro ricostruzione con modalità particolarmente allarmanti, ma compia una descrizione nella quale denunci un fatto che incide sull’essenza degli illeciti denunciati e sulla qualificazione giuridica della condotta dell’accusato cui è valsa la contestazione di un diverso reato da altri commesso in danno del reo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 marzo 2016, n. 9874 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. GIANESINI Maurizio – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. GIORDANO Emilia An – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 marzo 2016, n. 9848. Non determina nullità del decreto di citazione la mancata indicazione del giudice-persona fisica addetto alla trattazione del processo sulla base dei criteri cui il Presidente del Tribunale si attiene nella formazione dei ruoli di udienza, atteso che la legge non prescrive anche tale specifica indicazione e che l’eventuale mancanza non determina incertezza assoluta sul luogo di comparizione e sull’autorità giudiziaria davanti alla quale l’imputato è chiamato a comparire
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 9 marzo 2016, n. 9848 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GRILLO Renato – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 marzo 2016, n. 9154. Precisato, nuovamente, il contenuto degli atti fraudolenti quale residuale modalità realizzativa della c.d. frode esattoriale, con particolare riguardo alla costituzione del fondo patrimoniale familiare costituito appunto col solo scopo di eludere l’adempimento dell’obbligazione fiscale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 marzo 2016, n. 9154 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. MANZON Enrico – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. LIBERATI Giovanni – Consigliere Dott. ANDRONIO A....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 marzo 2016, n. 9135. Riaffermata la necessità di verificare in modo rigoroso l’attendibilità del racconto della persona offesa, soprattutto se minorenne in tenera età: gli Ermellini hanno evidenziato come, in particolare, debba vagliarsi con attenzione la collocazione temporale e spaziale delle violenze narrate, ed altresì la specificità/genericità della descrizione degli episodi criminosi
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 marzo 2016, n. 9135 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 marzo 2016, n. 12470. Non costituisce atto abnorme l’ordine di iscrizione della persona non sottoposta ad indagini nel registro delle notizie di reato in relazione a fatti che emergano a suo carico in conseguenza delle indagini già espletate. Tale ordine risulta, infatti, ricompreso nel potere del giudice di ordinare nuove indagini cui fa riferimento, nel suo complesso, l’art. 409 cod. proc. pen., perché l’attività di indagine presuppone la necessaria iscrizione dell’indagato nel registro di cui all’art. 335 cod. proc. pen.. E, per le stesse ragioni, l’iscrizione relativa a nuovi fatti di reato può anche riguardare soggetti già indagati . In tali ipotesi, però, il giudice non può imporre al pubblico ministero un termine per la conclusione delle indagini, perché l’azione penale, comprensiva delle indagini stesse, rientra nella completa disponibilità del pubblico ministero secondo le regole ordinarie. Ne consegue che deve essere ritenuto abnorme il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari, nell’accogliere la richiesta di archiviazione formulata nei confronti dell’indagato, e nell’ordinare contestualmente l’iscrizione di quest’ultimo per altri titoli di reato, ritenuti configurabili nel fatto investigato, assegni al pubblico ministero un termine per lo svolgimento delle nuove indagini, in quanto in tale ipotesi non è applicabile la disposizione di cui all’art. 409, comma 4, cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 marzo 2016, n. 12470 Ritenuto in fatto 1. – Con ordinanza del 2 maggio 2014, il Gip del Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di archiviazione proposta dal pubblico ministero, in un procedimento penale per più reati di cui agli artt. 30 e 44 del d.P.R....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 febbraio 2016, n. 6119. L’esposizione volontaria ad un rischio, o, comunque, la consapevolezza di porsi in una situazione da cui consegua la probabilità che si produca a proprio danno un evento pregiudizievole, è idonea ad integrare una corresponsabilità del danneggiato e a ridurre, proporzionalmente, la responsabilità dei danneggiante, in quanto viene a costituire un antecedente causale necessario del verificarsi dell’evento, ai sensi dell’art. 1227, primo comma, cod. civ. Nella specie, la volontaria e consapevole realizzazione dei video da parte della minore e la trasmissione dello stesso all’imputato ha costituito volontaria esposizione al rischio della sua diffusione da parte della minore, con la consapevolezza di porsi in una situazione da cui conseguiva la probabilità che si producesse a proprio danno un evento pregiudizievole (e cioè la diffusione del video), e determina una corresponsabilità nella verificazione del danno conseguente alla diffusione dei video, sicché risulta corretta la decisione della Corte d’appello di ridurre il risarcimento alla luce dei ruolo avuto dalla minore nella vicenda
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III sentenza 15 febbraio 2016, n. 6119 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 5 novembre 2013 il Tribunale di Milano, a seguito di giudizio abbreviato, aveva condannato A.P. alla pena di anni due e mesi otto di reclusione ed euro 11.000 di multa per il reato di cui all’art....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 8 marzo 2016, n. 9559. In materia di lesioni personali colpose
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 8 marzo 2016, n.9559 Ritenuto in fatto Nel corso di una partita di calcio del campionato, serie ‘eccellenza’, girone Sardegna, D.B.V., calciatore della squadra dell’Alghero, in un’azione di gioco, al fine d’interrompere l’azione avviata da G.A., calciatore della squadra dei Tempio, il quale, attorno al 48° minuto del...