Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 25 giugno 2015, n. 13180 Svolgimento del processo La Protea s.r.l in liquidazione propone ricorso con un motivo avverso la sentenza del 5-4-2013 della Corte di Appello di Roma che, per quello che ancora interessa, ha accolto l’appello incidentale proposto da L.A. ed ha condannato la società Protea...
Categoria: Cassazione civile 2015
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 giugno 2015, n. 11907. Il dolo, ai sensi dell’art. 1439 c.c., determina l’annullamento del contratto allorché i raggiri usati da una parte abbiano determinato la volontà a contrarre del “deceptus”, avendo in lui ingenerato una rappresentazione alterata della realtà, così provocando un errore essenziale ex art. 1429 c.c. Il mendacio deve, cioè, essere accompagnato da astuzie e malizie idonee, in concreto, a sorprendere una persona di normale diligenza, giacché l’affidamento non può ricevere tutela giuridica se fondato sulla negligenza
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 9 giugno 2015, n. 11907 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BURSESE Gaetano Antonio – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – rel. Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 10 giugno 2015, n. 12047. All’avvocato non spetta il compenso per l’attività stragiudiziale che precede la difesa nel giudizio di omologazione del concordato preventivo qualora non provi di aver svolto una prestazione avente il carattere della continuità e dell’organicità
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 10 giugno 2015, n. 12047 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 giugno 2015, n. 12072. L’esclusività della qualifica delle mansioni di assunzione (guardia giurata) fanno si che quando queste non possono essere più volte in conseguenza del ritiro del porto d’armi si determina una situazione di impossibilità sopravvenuta della prestazione che è parziale e che comunque richiede la valutazione del residuo interesse del datore di lavoro alla prestazione lavorativa residuale
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 giugno 2015, n. 12072 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – rel. Consigliere Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DE MARINIS...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 giugno 2015, n. 12086. L’elemento soggettivo per l’annullamento del contratto di assicurazione nel caso di dichiarazioni inesatte o di reticenze da parte dell’assicurato (art. 1892, c.c.) non richiede che questi ponga in essere artifici o altri mezzi fraudolenti. Pertanto, quanto al dolo, è sufficiente la sua coscienza e volontà di rendere una dichiarazione inesatta o reticente, e, quanto alla colpa grave, che la dichiarazione inesatta o reticente sia frutto di una grave negligenza inerente al momento della coscienza dell’inesattezza o della dichiarazione della notizia, occorrendo che l’assicurato abbia consapevolezza della importanza dell’informazione; a quest’ultimo fine, ed allo scopo di delimitare l’obbligo dell’assicurato, l’assicuratore è, perciò, tenuto ad indicare le circostanze che egli intende conoscere
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 giugno 2015, n. 12086 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 10 giugno 2015, n. 12021. In tema di accertamento fiscale, al contribuente, esercente la professione di amministratore di immobili per conto terzi, non si applica, quale lavoratore autonomo, la presunzione legale di redditività delle movimentazioni bancarie di cui all’art. 32, comma 1, n. 2), del d.P.R. n. 600 del 1973
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 10 giugno 2015, n. 12021 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAMBITO Maria Giovanna Concetta – Presidente Dott. BOTTA Raffaele – Consigliere Dott. MELONI Marina – Consigliere Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 giugno 2015, n. 12638. La competenza per la domanda di rettificazione di sesso e conseguentemente del nome deve essere proposto secondo quanto stabilito inconfutabilmente dall’art. 2 della 1. n. 164 del 1982 e attualmente dall’art. 31, secondo comma del d.lgs n. 150 del 2011, nel luogo di residenza dell’attore. L’annotazione costituisce un adempimento successivo, dovuto all’ordine contenuto nel dispositivo della pronuncia di rettificazione di sesso. Non può, pertanto, applicarsi il criterio di radicamento della competenza territoriale stabilito nell’art.96 del d.p.r. 396 del 2000, da utilizzarsi soltanto per i ricorsi rivolti a rettificare una precedente annotazione o a procedere alla ricostituzione, la cancellazione o la formazione di un atto dello stato civile, non essendo stata richiesta alcuna di queste domande nella fattispecie
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 giugno 2015, n. 12638 Fatto e diritto Il Tribunale di Teramo ha dichiarato la propria incompetenza in ordine alla domanda di rettificazione dell’attribuzione di sesso con conseguente cambio del nome proposta dal ricorrente, ritenendo competente, ai sensi dell’art. 96 d.p.r. n. 396 del 2000, il Tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 maggio 2015, n. 10124. Il mandatario per la liquidazione dei sinistri, figura prevista dall’articolo 152 del Codice delle assicurazioni private (Dlgs 209/2005), ha la rappresentanza ex lege dell’assicuratore del responsabile dell’incidente e, pertanto, può agire o essere convenuto in giudizio in nome e per conto del mandante, al fine di ottenere una sentenza eseguibile nei confronti di quest’ultimo. Dunque, in caso di sinistro avvenuto quando ci si trovi al di fuori dei confini nazionali, al ritorno in Italia si può citare in giudizio direttamente il mandatario e non necessariamente la compagnia assicuratrice straniera
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 maggio 2015, n. 10124 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 giugno 2015, n. 11894. Per spese straordinarie devono intendersi quelle che, per la loro rilevanza, imprevedibilità ed imponderabilità, esulano dall’ordinario regime di vita dei figli, cosicché la loro inclusione in via forfettaria nell’ammontare dell’assegno, posto a carico di uno dei genitori, può rivelarsi in contrasto con il principio di proporzionalità sancito dalla legge e con quello dell’adeguatezza del mantenimento, nonché recare pregiudizio alla prole, che potrebbe essere privata di cure necessarie o di altri indispensabili apporti.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 giugno 2015, n. 11894 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – rel. Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 giugno 2015, n. 11890. In tema di dichiarazione dello stato di adottabilità, l’ascolto del minore di almeno dodici anni e anche di età minore ove capace di discernimento, costituisce una modalità, tra le più rilevanti di riconoscimento del suo diritto fondamentale a essere informato e a decidere con chi crescere.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 giugno 2015, n. 11890 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE...