Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 10 aprile 2014, n. 8458 REPUBBLICA ITALIANA NEL NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE PRIMA SEZIONE CIVILE ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: Fallimento D s.r.l. – ricorrente – CONTRO EP, MS, VN – controricorrente – nonché sul ricorso incidentale...
Categoria: Cassazione civile 2014
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 maggio 2014, n. 11090. Allorquando nel corso del giudizio di opposizione all'esecuzione il diritto per cui si procede esecutivamente, fondato su titolo esecutivo giudiziale ancora sub iudice, risulta negato parzialmente da una successiva sentenza di merito pur non definitiva emessa nel giudizio in cui se ne discute, o per riconoscimento della parziale inesistenza originaria o per riconoscimento di una parziale inesistenza in forza di fatto estintivo sopravvenuto fatto valere in quel giudizio, il giudice dell'esecuzione che decida l'opposizione deve rigettarla per la parte di credito riconosciuta esistente e accoglierla per la parte residua, dichiarando a seconda dei casi il momento al quale risale l'accertata inesistenza. Tale principio si applica anche nel caso in cui l'esecuzione sia stata iniziata sulla base di decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo e l'opposizione ad esso venga accolta parzialmente, siccome si evince anche dal secondo comma dell'art. 653 c.p.c.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 20 maggio 2014, n. 11090 Ritenuto in fatto N.F. , N.M. e P.C. hanno proposto ricorso straordinario per cassazione contro la Mantovana 1896 Credito Cooperativo s.c.a.r.l., la Banca di Credito Cooperativo di Castelgoffredo, il Banco Popolare di Verona e Novara s.c.a.r.l., la MPS Gestione Crediti...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 9 maggio 2014, n. 10105. Ai sensi dell’art. 10 L. Fall., ai fini della decorrenza del termine annuale entro il quale può essere dichiarato il fallimento di un'impresa svolta in forma societaria, occorre fare riferimento alla data della sua effettiva cancellazione dal registro delle imprese, a nulla rilevando nei confronti dei terzi il diverso momento in cui la relativa domanda sia stata presentata presso il registro delle imprese
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 9 maggio 2014, n. 10105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso 19363/2012 proposto da: S.F., in proprio quale socia della società fallita – ricorrente – contro EQUITALIA SUD S.P.A FALLIMENTO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 maggio 2014, n. 10852. Negli edifici condominiali l'utilizzazione delle parti comuni con impianto a servizio esclusivo di un appartamento esige non solo il rispetto delle regole dettate dall'art. 1102 cod. civ., comportanti il divieto di alterare la destinazione della cosa comune e di impedire agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto, ma anche l'osservanza delle norme del codice in tema di distanze, onde evitare la violazione del diritto degli altri condomini sulle porzioni immobiliari di loro esclusiva proprietà.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 maggio 2014, n. 10852 Svolgimento del processo Con citazione notificata il 13 maggio 1998, S.F. , premesso che era proprietaria di una unità immobiliare in un edificio sito in (omissis) ; che Si.Ro. , proprietario di un’altra unità immobiliare del medesimo edificio, aveva installato un ascensore esterno...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 20 maggio 2014, n. 11027. Qualora il giudice di primo grado dichiari il difetto di giurisdizione sulla domanda, ritenendo che questa solleciti una pronuncia del giudice amministrativo, il giudice di secondo grado che, pur attraverso una diversa qualificazione della domanda stessa, affermi la giurisdizione negata dalla prima sentenza, deve fare applicazione dell'art. 353 cod. proc. civ., indipendentemente dal fatto che le parti abbiano formulato conclusioni di merito, e rimettere la causa al primo giudice, con la conseguenza che, ove a ciò non provveda, statuendo nel merito, la cassazione della relativa pronuncia deve essere disposta dalla Corte direttamente con rinvio al primo giudice
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 20 maggio 2014, n. 11027 Ritenuto in fatto 1. – Con atto di citazione notificato l’8 novembre 2002, F.G. – premesso di avere svolto l’incarico di vice comandante della polizia municipale di Cesena dal 1 marzo 1993 e di avere presentato in tale veste denuncia alla locale Procura della...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 maggio 2014, n. 10783. In ordine all'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità naturale, contraddittori necessari, passivamente legittimati, sono, ai sensi dell'art. 276 c.c., in caso di morte del preteso genitore, esclusivamente i suoi eredi, e non anche gli eredi degli eredi di lui, o altri soggetti, comunque portatori di un interesse contrario all'accoglimento della domanda, ai quali è invece riconosciuta la sola facoltà di intervenire in giudizio a tutela dei rispettivi interessi
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione I SENTENZA 16 maggio 2014, n. 10783 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 7 gennaio 2004 F.N.E. ha convenuto, davanti al Tribunale di Milano, L.P. , erede di V.P.A. , a sua volta erede di D.M.A. , sorella e unica erede di D.M.R. (deceduto nel...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 maggio 2014, n. 10965. La facoltà di domandare la risoluzione del contratto di vendita, attribuita dall'art. 1492 cod. civ. al compratore di una cosa affetta da vizi, ha natura di diritto potestativo, a fronte della quale la posizione del venditore è di mera soggezione; ne consegue che la prescrizione dell'azione – fissata in un anno dall'art. 1495, terzo comma, cod. civ. – può essere utilmente interrotta soltanto dalla proposizione di domanda giudiziale e non anche mediante atti di costituzione in mora, che debbono consistere, per il disposto dell'art. 1219, primo comma, cod. civ., in una intimazione o richiesta di adempimento di un'obbligazione, previsioni che si attagliano ai diritti di credito e non anche ai diritti potestativi
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE sezione II sentenza 19 maggio 2014, n. 10965 Motivi della decisione 2) Con il primo motivo, la ricorrente denuncia violazione e falsa applicazione degli artt. 1495 e 2943 comma quarto c.c.. Sostiene che il ‘termine annuale di prescrizione di cui all’art. 1495’ era stato interrotto da tre lettere spedite il 2...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 maggio 2014, n. 10629. In tema di danni imputabili all’attività dei medici dipendenti di una U.S.L. poi disciolta ex lege e quindi di responsabilità ex contractu, i crediti risarcitori vanno richiesti nei confronti della Gestione liquidatoria della medesima U.S.L.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 maggio 2014, n. 10629 Fatto e diritto I FATTI. 1) IL PROCEDIMENTO 22759/2007 (+ 26526 e 27732/2007). S.A. , in proprio e quale tutrice provvisoria della figlia M.A. , nell’evocare in giudizio dinanzi al Tribunale di Torino la Regione Piemonte, il Ministero della Salute, la Gestione Liquidatoria...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 maggio 2014, n. 9966. il termine per la relativa denunzia non inizia a decorrere finche' il committente non abbia conoscenza sicura dei difetti e tale consapevolezza non puo' ritenersi raggiunta sino a quando non si sia manifestata la gravita' dei difetti medesimi e non si sia acquisita, in ragione degli effettuati accertamenti tecnici, la piena comprensione del fenomeno e la chiara individuazione ed imputazione delle sue cause, non potendosi onerare il danneggiato della proposizione di azioni generiche a carattere esplorativo. L'inizio della decorrenza del termine di decadenza puo' essere pero' legittimamente spostato in avanti nel tempo solo quando gli accertamenti tecnici si rendano effettivamente necessari per comprendere appieno la gravita' dei difetti e stabilire il corretto collegamento causale, allo scopo di indirizzare verso la giusta parte una eventuale azione del danneggiato
Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 maggio 2014, n. 9966 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CARLEO Giovanni – Presidente Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – rel. Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 maggio 2014, n. 10832. Incombe sul pronto soccorso un onere di vigilanza e controllo su un paziente affetto da problemi psichici reduce da una crisi e quindi su un soggetto in condizioni di fragilità psichica, che si rivolge al pronto soccorso per un disagio psichico in fase acuta. Primo obbligo del pronto soccorso, infatti, che con l'accettazione prende in carico il paziente, dopo averlo visitato ed aver disposto la visita psichiatrica, è assicurare che la situazione di attesa del paziente sia svolta in condizioni di sicurezza, per evitarle di nuocere a sé o ad altri pazienti ricoverati
suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione III SENTENZA 16 maggio 2014, n. 10832 Ritenuto in fatto Nel (…) C.R. veniva condotta alle 2,40 di notte da alcuni agenti di polizia al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello di (…) dopo essere stata sottoposta presso un’altra struttura ospedaliera ad accertamenti psichici, e lì, mentre si trovava in una stanza...