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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 gennaio 2013, n. 936. In tema di diniego di rinnovo del contratto di locazione ad uso abitativo secondo la suddetta norma (art. 3, Legge 431/1998) alla prima scadenza nella comunicazione del diniego di rinnovazione del contratto deve essere specificato, a pena di nullità, il motivo, tra quelli tassativamente indicati dallo stesso articolo, sul quale la disdetta è fondata

La massima In tema di diniego di rinnovo del contratto di locazione ad uso abitativo secondo la suddetta norma (art. 3, Legge 431/1998)  alla prima scadenza nella comunicazione del diniego di rinnovazione del contratto deve essere specificato, a pena di nullità, il motivo, tra quelli tassativamente indicati dallo stesso articolo, sul quale la disdetta è...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 17 aprile 2013, n. 9358. Il notaio che, quand’anche sistematicamente, offra la propria prestazione ad onorari e compensi più contenuti rispetto a quelli derivanti dall’applicazione della tariffa notarile, non pone in essere, per ciò solo, un comportamento di illecita concorrenza

La massima Il notaio che, quand’anche sistematicamente, offra la propria prestazione ad onorari e compensi più contenuti rispetto a quelli derivanti dall’applicazione della tariffa notarile, non pone in essere, per ciò solo, un comportamento di illecita concorrenza, essendone venuta meno la rilevanza sul piano disciplinare della relativa condotta.   Suprema Corte di Cassazione sezione II...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2013 n. 10196. Nulla la delibera assembleare quando stabilisca interessi moratori per il ritardo dei pagamenti delle quote condominiali, trattandosi per l’appunto di statuizioni che non rientrano nei poteri dell’assemblea

  Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 aprile 2013 n. 10196[1] La delibera deve considerarsi nulla, perché non rientra nei poteri dell’assemblea, deliberando a maggioranza, stabilire interessi moratori a carico dei condomini nel ritardo dei pagamenti delle quote condominiali, potendo tale previsione essere inserita soltanto in un regolamento contrattuale, approvato all’unanimità....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 9777 del 23 aprile 2013. In tema di contratto di agenzia è legittima la clausola di tacita rinnovazione di anno in anno salvo disdetta

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 9777  del 23 aprile 2013 Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 5 giugno 2008 la Corte d’Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del Tribunale, ha condannato la società Fremil a corrispondere a A.S. Euro 2071,51 al titolo di pagamento delle provvigioni portate da due...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 aprile 2013, n. 8576. Può estendersi anche al processo esecutivo il principio del divieto di frazionamento in più parti del credito, originariamente unitario, se ciò è causa di un’indebita maggiorazione dell’aggravio per il debitore

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III CIVILE Sentenza  9 aprile 2013, n. 8576 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMATUCCI Alfonso – Presidente – Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere – Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere – Dott. DE STEFANO Franco...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 aprile 2013, n.9618. In tema di valutazione del danno da reato

La massima La valutazione equitativa del danno, in quanto inevitabilmente caratterizzata da un certo grado di approssimatività, è suscettibile di rilievi in sede di legittimità, sotto il profilo del vizio della motivazione, solo se difetti totalmente la giustificazione che quella statuizione sorregge, o macroscopicamente si discosti dai dati di comune esperienza, o sia radicalmente contraddittoria....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 9778 del 23 aprile 2013. Il lavoratore deve dimostrare il nesso di causalità tra attività lavorativa svolta e malattia contratta

Suprema Corte di Cassazione  sezione lavoro sentenza n. 9778 del 23 aprile 2013   Svolgimento del processo La Corte d’appello di Napoli ha accolto il ricorso proposto dall’Inail e, riformata la sentenza del Tribunale della stessa città, ha respinto la domanda proposta da P.D. con la quale aveva chiesto l’erogazione della rendita in relazione alla...

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Corte do Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2013, n. 10082. L’art. 1127 cod.civ., che vieta al proprietario dell’ultimo piano dell’edificio condominiale sopraelevazioni precluse dalle condizioni statiche del fabbricato medesimo, e, quindi, consente all’altro condomino di agire per la demolizione delle opere realizzate in violazione di detto divieto, trova applicazione pure nel caso di sopraelevazioni che non osservino le specifiche disposizioni dettate dalle leggi antisismiche

La massima 1. La sopraelevazione realizzata dal proprietario dell’ultimo piano di edificio condominiale, in violazione delle prescrizioni e cautele tecniche fissate dalle norme speciali antisismiche, è riconducibile nell’ambito della previsione dell’art. 1127, secondo comma, cod. civ. in tema di sopraelevazioni non consentite dalle condizioni statiche del fabbricato. A fronte di tale opera, pertanto, deve riconoscersi...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 26 aprile 2013, n. 10064. In materia di revisione delle disposizioni concernenti l’affidamento dei figli e di quelle relative alla misura e alle modalità dei contributi da corrispondere a seguito dello scioglimento e della cessazione degli effetti del matrimonio il decreto pronunciato dal tribunale è immediatamente esecutivo

La massima In materia di revisione delle disposizioni concernenti l’affidamento dei figli e di quelle relative alla misura e alle modalità dei contributi da corrispondere a seguito dello scioglimento e della cessazione degli effetti del matrimonio, a norma dell’art. 9 della legge n. 1 dicembre 1970 n. 898 e successive modificazioni, il decreto pronunciato dal...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 aprile 10048. La nozione di aspetto architettonico di cui all’articolo 1127 cc non coincide con quella di decoro di cui all’art. 1120 cc (che è più restrittiva)

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 aprile 10048[1] La nozione di aspetto architettonico di cui all’articolo 1127 Cc non coincide con quella di decoro di cui all’art. 1120 Cc (che è più restrittiva): l’intervento edificatorio quindi dev’essere decoroso (rispetto allo stile dell’edificio), e non deve rappresentare comunque una rilevante disarmonia...