Corte di Cassazione, sezioni unite civili, sentenza  8 giugno 2016, n. 11708
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Corte di Cassazione, sezioni unite civili, sentenza 8 giugno 2016, n. 11708

Il “danno ingiusto” arrecato ad una delle parti dall’incolpato in violazione del dovere di diligenza di cui all’art. 1 del d.lgs. 23 febbraio 2006, n. 109, idoneo ad integrare la fattispecie normativa di cui al successivo art. 2, comma 1, lett. a), non viene meno allorquando l’imputato, illegittimamente privato della libertà personale a seguito di...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 maggio 2016, n. 10700
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 maggio 2016, n. 10700

L’avvocato – in caso di furto d’auto – non è responsabile per aver inoltrato la richiesta di risarcimento danni all’assicurazione fuori dai termini, quando l’incarico sia stato affidato non dal legittimo proprietario ma dal semplice utilizzatore Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 maggio 2016, n. 10700 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 maggio 2016, n. 10698
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 maggio 2016, n. 10698

Non deve essere ravvisata una responsabilità dell’avvocato se non viene concretamente dimostrato che il giudizio sarebbe stato favorevole se non si fossero verificate le omissioni del difensore Il cliente che invoca la responsabilità professionale del proprio avvocato deve sempre provarla adeguatamente. Intanto non basta presumere il non corretto adempimento del mandato conferito in quanto occorre...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 maggio 2016, n. 8703.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 3 maggio 2016, n. 8703 Ritenuto in fatto 1. – M.S. e G.A. convennero in giudizio Z.F. , chiedendo la condanna della stessa al risarcimento del danno patito per l’evizione subita a seguito dei decreti del giudice dell’esecuzione di Cosenza, che avevano trasferito a terzi la proprietà di...

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Va disposta la cancellazione dalla Sezione speciale degli avvocati stabiliti per il legale che abbia conseguito il titolo in Romania presso una struttura diversa rispetto all’unica riconosciuta dal Ministero della Giustizia italiano attraverso il «Sistema di informazione del mercato interno» dell’Unione europea. Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 4 aprile 2016, n. 6463.

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 4 aprile 2016, n. 6463 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Primo Presidente f.f. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott. NOBILE Vittorio – Presidente di Sez. Dott. MAMMONE...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 aprile 2016, n. 6791. La responsabilità prevista dalla legge 13 aprile 1988 n. 117, ai fini della risarcibilità del danno cagionato dal magistrato nell’esercizio delle funzioni giudiziarie, è incentrata sulla colpa grave del magistrato stesso, tipizzata secondo ipotesi specifiche ricomprese nell’art. 2 della citata legge (nel testo, applicabile ratione temporis alla presente controversia, previgente alla novella di cui alla legge n. 18 del 2015), le quali sono riconducibili al comune fattore della negligenza inescusabile, che implica la necessità della configurazione di un quid pluris rispetto alla colpa grave delineata dall’art. 2236 cod. civ., nel senso che si esige che la colpa stessa si presenti come “non spiegabile”, e cioè priva di agganci con le particolarità della vicenda, che potrebbero rendere comprensibile, anche se non giustificato, l’errore del magistrato. In altri termini, i presupposti della responsabilità di cui al citato art. 2, devono ritenersi sussistenti allorquando nel corso dell’attività giurisdizionale si sia concretizzata una violazione evidente, grossolana e macroscopica della norma stessa ovvero una lettura di essa in termini contrastanti con ogni criterio logico o l’adozione di scelte aberranti nella ricostruzione della volontà del legislatore o la manipolazione assolutamente arbitraria del testo normativo o ancora lo sconfinamento dell’interpretazione nel diritto libero

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 aprile 2016, n. 6791 Ritenuto in fatto 1. – Con decreto reso pubblico in data 10 marzo 2014, la Corte di appello di L’Aquila ha rigettato il reclamo, proposto ai sensi della legge n. 117 del 1988 dalla P. s.r.l. avverso il decreto del Tribunale della stessa...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 25 marzo 2016, n. 6021. I ritardi nel deposito dei provvedimenti, quando per la reiterazione e l’entità superino ogni limite di tollerabilità e ragionevolezza, integrano gli estremi dell’illecito disciplinare di cui all’art. 2, Collima l, lettera q), del d.lgs. 24 febbraio 2006, n. 109, costituendo palese violazione del dovere fondamentale di diligenza del magistrato, e ciò anche nei casi di accertata laboriosità dello stesso e di sussistenza di ragioni personali estranee all’ambiente di lavoro che abbiano influito sulla sua attività, le quali non possono risolversi in un ostacolo al buon funzionamento del servizio giustizia e lasciano aperte, ove il magistrato non sia in grado di svolgere il proprio lavoro in condizioni di apprezzabile serenità ed efficienza, le vie consentite dall’ordinamento giudiziario per potersi assentare temporaneamente dal servizio, quali congedi straordinari e aspettative per motivi familiari

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 25 marzo 2016, n. 6021 Svolgimento del processo Con la decisione impugnata, la Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura – in relazione a capo di incolpazione (con successive integrazioni) fondato su notizie circostanziate acquisite tra il 5/11/2012 all’11/9/2013, il 27/6/2014 ed il 10/4/2015, ha ritenuto il Dott....