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Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n. 4105. Per mobbing deve intendersi una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico complessa, continuata e protratta nel tempo, tenuta nei confronti di un lavoratore nell'ambiente di lavoro, che si manifesta con comportamenti intenzionalmente ostili, reiterati e sistematici, esorbitanti od incongrui rispetto all'ordinaria gestione del rapporto, espressivi di un disegno in realtà finalizzato alla persecuzione od alla vessazione del lavoratore, tale che ne consegua un effetto lesivo della sua salute psicofisica. Ai fini della configurabilità della condotta lesiva del datore di lavoro, deve essere accertata la presenza di una pluralità di elementi costitutivi, quali la molteplicità e globalità di comportamenti a carattere persecutorio, illeciti o anche di per sé leciti, posti in essere in modo miratamente sistematico e prolungato contro il dipendente secondo un disegno vessatorio; l'evento lesivo della salute psicofisica del dipendente; il nesso eziologico tra la condotta del datore o del superiore gerarchico e la lesione dell'integrità psicofisica del lavoratore ed, infine, la prova dell'elemento soggettivo, ovvero dell'intento persecutorio

Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 agosto 2014, n. 4105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA 1. sul ricorso numero di registro generale 6451 del 2012, proposto da: RO.SC., rappresentato e difeso dall’avv. Fe.Sc., con domicilio eletto presso Fe.Sc....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 luglio 2014, n. 31192. Commette reato l'amministratore del condominio che si ostina a non consegnare la documentazione contabile dopo la scadenza del suo mandato.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 luglio 2014, n. 31192 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CASUCCI Giuliano – Presidente Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. BELTRANI...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 7 luglio 2014, n. 29562. La mancata citazione del teste per l'udienza non comporta la decadenza della parte richiedente dalla prova, salvo che quest'ultima sia superflua o la nuova autorizzazione alla citazione per un'udienza successiva comporti il ritardo della decisione.

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 luglio 2014, n. 29562 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LOMBARDI Alfredo M. – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silva – rel. Consigliere Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 18 luglio 2014, n. 16498. Ai fini dell'esperibilità dell'azione revocatoria del fondo patrimoniale, ad integrare l'animus nocendi previsto dalla norma è sufficiente che il debitore compia l'atto dispositivo nella previsione dell'insorgenza del debito e del pregiudizio per il creditore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 18 luglio 2014, n. 16498 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – rel. Consigliere Dott. MANNA Felice –...

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 18 luglio 2014, n. 16487

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 18 luglio 2014, n. 16487   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MIANI CANEVARI Fabrizio – Presidente Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 luglio 2014, n. 16381. Quando i comportamenti contestati al lavoratore costituiscono violazione di suoi doveri fondamentali, per la relativa sanzionabilità, non è necessaria la specifica previsione del codice disciplinare, atteso che, in tali casi, il potere sanzionatorio deriva direttamente dalla legge

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 luglio 2014, n. 16381 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere Dott. ARIENZO Rosa –...