Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 gennaio 2015, n. 274 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. VIVALDI Roberta – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. ROSSETTI Marco...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 gennaio 2015, n. 295. La responsabilita' per i danni cagionati da cosa in custodia ha carattere oggettivo. Perche' tale responsabilita' possa configurarsi in concreto, e' sufficiente che sussista il nesso causale tra la cosa stessa e il danno arrecato, senza che rilevi al riguardo la condotta del custode e l'osservanza o meno di un obbligo di vigilanza, in quanto la nozione di custodia non presuppone, ne' implica uno specifico obbligo di custodire, analogo a quello previsto per il depositario; funzione della norma e', in tal senso, quella di imputare la responsabilita' a chi si trova nelle condizioni di controllare i rischi inerenti alla cosa stessa. Si deve, pertanto, considerare custode chi di fatto controlla le modalita' d'uso e di conservazione della cosa. Ne consegue che tale tipo di responsabilita' e' esclusa solamente dal caso fortuito, fattore che attiene non gia' ad un comportamento del responsabile, bensi' al profilo causale dell'evento, riconducibile non alla cosa che ne e' fonte immediata, ma ad un elemento esterno. In tema di responsabilita' da cosa in custodia, la presunzione stabilita dall'articolo 2051 c.c., presuppone la dimostrazione, ad opera del danneggiato, dell'esistenza del nesso causale tra cosa in custodia e fatto dannoso. Il comportamento del custode e' estraneo alla struttura della menzionata norma codicistica, laddove il fondamento della sua responsabilita' va ricercato nel rischio che grava su di lui per i danni prodotti dalla cosa che non dipendano da fortuito.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 gennaio 2015, n. 295 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. LANZILLO Raffaella – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 gennaio 2015, n. 1276. Il combinato disposto dei commi 1, 6 e 7 dell'art.189 d.lgs. n.285/1992, non lega l'obbligo di assistenza alla consumazione e all'accertamento di un reato, ma al semplice verificarsi di un incidente comunque ricollegabile al comportamento dell'utente della strada al quale l'obbligo di assistenza è riferito. Nella previsione incriminatrice manca qualsiasi rapporto che condizioni la esistenza dell'obbligo di attivarsi alla qualificazione come reato della condotta dell'utente. All'evidenza, la sola condizione per la esigibilità dell'obbligo di fermarsi e, ove necessario, di prestare assistenza e la punibilità dell'omissione di tali obblighi è posta nella generalissima relazione di collegamento (a qualsiasi titolo) tra incidente e comportamento di guida dell'utente della strada
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 gennaio 2015, n. 1276 Ritenuto in fatto 1. In data 20/11/2013 la Corte di Appello di Trieste ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Trieste in data 23/04/2012, che aveva condannato D.M.F. per il reato di cui all’art. 189, comma 6, d.lgs. 30 aprile 1992, n....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 dicembre 2014, n. 27348. Legittima la multa se il giallo non è inferiore a tre secondi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 dicembre 2014, n. 27348 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ODDO Massimo – Presidente Dott. BIANCHINI Bruno – Consigliere Dott. PROTO Cesare Antonio – rel. Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 16 dicembre 2014, n. 26434. Le multe per l'indebito accesso in diverse date e orari nella Ztl devono essere rivalutate secondo il principio del concorso formale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 16 dicembre 2014, n. 26434 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 2 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETITTI Stefano – Presidente Dott. D’ASCOLA Pasquale – rel. Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 1 dicembre 2014, n. 50053. Quand'anche il conducente di un veicolo non rinunci all'assistenza ma esprima la volontà di farsi assistere dal difensore, pure chiamandolo, non vi è comunque alcun obbligo da parte degli agenti accertatori di attendere l'arrivo del difensore, indipendentemente o meno dalle assicurazioni verbali di un suo pronto arrivo, ciò come noto spiegandosi in relazione delle esigenze di tempestiva esecuzione dell'accertamento mediante alcoltest, onde assicurarne l'efficacia
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 1 dicembre 2014, n. 50053 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. ZOSO Liana M.T. – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 novembre 2014, n. 49735. Risponde di omicidio colposo ai danni del figlio la donna che ha consentito che il bambino viaggiasse sull'auto condotta da un soggetto in grave stato di alterazione alcolica e nella piena consapevolezza di tale condizione e che ha altresì omesso di assicurare il bambino al seggiolino e alle cinture di sicurezza durante tutto il tragitto compiuto, per aver tenuto una condotta dotata di efficacia causale rispetto all'evento e connotata, sul piano soggettivo, dalla violazione di elementari regole di prudenza e diligenza, oltre che di specifiche regole di condotta imposte dal codice della strada (art. 172, comma 10), che essa quale genitore responsabile era specificamente tenuta ad osservare
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 novembre 2014, n. 49735 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria Tere –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 novembre 2014, n. 24990. In tema di responsabilità da circolazione stradale, se è vero che i conducenti di veicoli in servizio di emergenza (polizia, ambulanza, vigili del fuoco), anche quando procedono previa attivazione del dispositivo acustico d'allarme (c.d. sirena), non sono comunque esonerati dal dovere di osservare la generale prudenza nell'approssimarsi ai crocevia, è altresì vero che la violazione di tale generale obbligo di prudenza non esonera gli altri conducenti dall'obbligo di arrestare immediatamente la marcia, non appena siano in grado di percepire la suddetta segnalazione di emergenza. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata, che, pur avendo accertato una violazione del suddetto dovere generale di prudenza a carico del conducente di un veicolo dei vigili del fuoco, aveva attribuito in via presuntiva, ex art. 2054, comma secondo, cod. civ., una responsabilità paritaria al conducente del veicolo privato venuto a collisione col mezzo pubblico, per non avere provato di essersi tempestivamente arrestato alla prima percezione del suono del dispositivo acustico)
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 novembre 2014, n. 24990 Svolgimento del processo Con sentenza depositata l’8 gennaio 2011 la Corte di appello di Trento – sezione distaccata di Bolzano- ha confermato la decisione di primo grado di rigetto della domanda di risarcimento danni proposta da A.A. nei confronti della Winterthur Assicurazioni...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 novembre 2014, n. 46351. In tema di risarcibilità dei pregiudizi di natura non patrimoniale conseguenti alla lesione di un diritto inviolabile della persona il riferimento ai "prossimi congiunti" della vittima primaria, quali soggetti danneggiati iure proprio, deve essere inteso nel senso che, in presenza di un saldo e duraturo legame affettivo tra questi ultimi e la vittima, è proprio la lesione che colpisce tale peculiare situazione affettiva a connotare l'ingiustizia del danno e a rendere risarcibili le conseguenze pregiudizievoli che ne siano derivate (se e in quanto queste siano allegate e dimostrate quale danno-conseguenza), a prescindere dall'esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 novembre 2014, n. 46351 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. VITELLI CASELLA Luca – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. MONTAGNI Andr...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 novembre 2014, n. 47024. Anche per il reato di guida in stato di ebbrezza è ammissibile la confiscabilità parziale di un compendio sequestrato allorché una sola parte di esso sia di proprietà del condannato e la confisca dell'intero verrebbe a sacrificare i diritti di terzi estranei al reato, quali sono gli eredi dell'imputato prosciolto da esso per morte. Al riguardo non va confusa l'applicabilità della misura di sicurezza che trova la sua disciplina nell'art. 240 cod. pen. con le modalità di esecuzione di essa quando un compendio di beni sia indivisibile o indiviso e possa comportare una incidentale comunione tra lo stato ed altri soggetti rispettivamente nella parte (o nella quota) soggetta alla misura ed altra cui essa non è estensibile
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 novembre 2014, n. 47024 Ritenuto in fatto R. Luca era imputato della contravvenzione di cui all’articolo 186, commi primo e secondo lettera c e secondo sexies del decreto legislativo 30 aprile 1992 numero 385 perché era stato colto alla guida dell’autovettura Mito targata EDXXXXX in stato di...