Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 luglio 2015, n. 32514 Ritenuto in fatto 1. Il difensore di C.R. impugna la sentenza della Corte d’appello di Napoli con la quale è stata confermata la sentenza dei Tribunale di Napoli sez. distaccata di Ischia che dichiarò R. responsabile di calunnia e truffa in danno di...
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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 luglio 2015, n. 33441. Costituisce raggiro o artificio, elemento integrante il delitto di truffa, il pagamento di merci con un assegno di conto corrente postdatato, fornendo al contempo rassicurazioni sulla capacità economica di adempiere all’obbligazione pecuniaria che si appresta ad assumere
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 luglio 2015, n. 33441 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 27/2/2015 la Corte di Appello di Milano, in riforma della sentenza emessa in data 10/1/2012 dal Tribunale di Lodi appellata dal Procuratore Generale e dalla parte civile, ha dichiarato D.G.E. colpevole del reato di truffa aggravata...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 giugno 2015, n. 25012. In tema di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, il provvedimento cautelare puo’ interessare indifferentemente ciascuno dei concorrenti anche per l’intera entita’ del profitto accertato
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 giugno 2015, n. 25012 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 1 luglio 2015, n. 27787. L’assenza del difensore non può essere presuntivamente ricondotta all’esercizio del diritto di astensione essendo, da un lato, necessaria una dichiarazione espressa di adesione di astensione e, dall’altro, che non può ritenersi che l’adesione sia un effetto “automatico” della proclamazione degli organismi rappresentativi della categoria, dato che il diritto di astensione deve essere individualmente ed espressamente esercitato, donde l’assenza in coincidenza con la proclamazione dello sciopero non può essere ricondotta per via presuntiva alla adesione alla astensione in assenza di una esplicita manifestazione di volontà dell’avvocato assente
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 1 luglio 2015, n. 27787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CAMMINO Matilde – Presidente Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott. RECCHIONE Sandra...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 luglio 2015, n. 29065. Con riferimento alla tipologia dei reati a consumazione prolungata, il furto di energia elettrica rientra tra i delitti a consumazione prolungata (o a condotta frazionata), perché l’evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva, e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all’ultimo prelievo. Nel caso in esame è ipotizzato il reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico conseguente alla percezione di assegno di accompagnamento conseguente ad artifici e raggiri. Trattandosi di reato a consumazione prolungata il reato è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 luglio 2015, n. 29065 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.12.2014 il G.I.P. del Tribunale di Velletri non convalidò l’arresto in flagranza di S.M. per il reato di cui all’art. 640 comma 1 e 2 n. i cod. pen. ritenendo che per la convalida dell’arresto deve...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 17 aprile 2015, n.16280. Si configura il delitto di peculato quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio pone in essere la condotta fraudolenta al solo fine di occultare l’illecito commesso, avendo egli già il possesso o comunque la disponibilità del bene oggetto di appropriazione per ragione del suo ufficio o servizio; al contrario, la medesima condotta fraudolenta, finalizzata all’impossessamento del denaro o di altra utilità di cui non ha la libera disponibilità, integra il delitto di truffa aggravata
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 17 aprile 2015, n.16280 Ritenuto in fatto Con sentenza ex art. 444 cod. proc. pen. del 12 aprile 2013, il Gup del Tribunale di Matera ha applicato nei confronti di G.U. la pena di anni quattro e mesi sei di reclusione in relazione al reato di cui all’artt....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 giugno 2015, n. 25364. Integra il delitto di truffa, e non il meno grave reato di omissione o falsità in registrazione o denuncia obbligatoria (art. 37 della legge 24 novembre 1981, n. 689), la condotta dei datore di lavoro che, per mezzo dell’artificio costituito dalla fittizia esposizione di somme corrisposte al lavoratore, induce in errore l’istituto previdenziale sul diritto al conguaglio di dette somme, invero mai corrisposte, realizzando così un ingiusto profitto e non già una semplice evasione contributiva. Peraltro, in tema di indebita percezione di erogazioni pubbliche, la produzione all’ente erogatore di una falsa autocertificazione finalizzata a conseguire indebitamente contributi previdenziali integra il reato di cui all’art. 316-ter cod. pen., anziché quello di truffa aggravata, qualora l’ente assistenziale non venga indotto in errore, in quanto chiamato solo a prendere atto dell’esistenza dei requisiti autocertificati e non a compiere una autonoma attività di accertamento
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 giugno 2015, n. 25364 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.10.2011 il Tribunale di Teramo dichiarò M.N. responsabile dei reato di cui all’art. 640 comma 2 cod. pen. in danno dell’ I.N.P.S. e lo condannò alla pena di anni 1 di reclusione ed € 309,00 di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 giugno 2015, n. 25230. La truffa c.d. contrattuale, quale è quella per cui si procede, è un reato di danno che si consuma nel momento in cui si verifica l’effettivo conseguimento dei bene da parte dell’agente e la definitiva perdita dello stesso da parte del raggirato. Danno che non solo deve avere contenuto economico, ma deve consistere anche per il soggetto passivo in una lesione del bene tutelato, concreta ed effettiva, e non soltanto potenziale. Va, infatti, osservato che la truffa è un reato che prevede, come elementi costitutivi, due requisiti: il conseguimento dell’ingiusto profitto da parte dell’agente e il danno da parte dei soggetto leso: solo quando entrambi questi due elementi si sono verificati, la truffa può dirsi consumata proprio perché la condotta ingannatrice (alla quale sono riconducibili causalmente i due suddetti eventi) si è completamente realizzata. Nei casi tipici in cui l’oggetto materiale dei reato è costituito da titoli di credito, il momento della sua consumazione è stato indicato in quello dell’acquisizione da parte dell’autore del reato, della relativa valuta, attraverso la loro riscossione o utilizzazione, poiché solo per mezzo di queste si concreta il vantaggio patrimoniale dell’agente e nel contempo diviene definitiva la potenziale lesione dei patrimonio della parte offesa. Nel caso in esame, tuttavia, il raggiro è stato realizzato attraverso l’uso di una carta postepay ricaricabile che consente il versamento di denaro su una carta propria o di terzi. Il conseguimento dei profitto da parte dei soggetto truffatore si è verificato nel momento stesso in cui la parte offesa ha proceduto al versamento del denaro sulla carta ricaricabile a lui intestata. Detto versamento ha infatti realizzato contestualmente l’effettivo conseguimento dei bene da parte dell’agente, che ha avuto immediatamente a disposizione la somma versata, e la definitiva perdita dello stesso da parte del raggirato. La competenza territoriale va quindi radicata nel luogo ove è stato effettuato il versamento
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 giugno 2015, n. 25230 Rilevato in fatto 1. Con sentenza resa in data 3 ottobre 2013, il Tribunale di Agrigento in composizione monocratica, investito dei giudizio nei confronti di A.M. imputato del reato di truffa, dichiarava la propria incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Brescia, nella...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 aprile 2015, n. 17424. Nei reati contro il patrimonio, la circostanza attenuante comune del danno di speciale tenuità è applicabile anche al delitto tentato quando sia possibile desumere con certezza, dalle modalità del fatto e in base ad un preciso giudizio ipotetico che, se il reato fosse stato riportato al compimento, il danno patrimoniale per la persona offesa sarebbe stato di rilevanza minima
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 aprile 2015, n. 17424 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere Dott. BELTRANI Sergio – Consigliere Dott. DI MARZIO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 aprile 2015, n. 17889. In tema di truffa aggravata in danno dello Stato, ai fini dell’applicazione della circostanza aggravante di cui all’art. 640, comma 2, n. 1, c.p., devono ritenersi rientranti, nella categoria degli enti pubblici, tutti gli enti, anche a formale struttura privatistica, aventi personalità giuridica, che svolgano funzioni strumentali al perseguimento di bisogni di interesse generale aventi carattere non industriale o commerciale, posti in situazioni di stretta dipendenza nei confronti dello Stato, degli enti pubblici territoriali o di altri organismi di diritto pubblico
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 29 aprile 2015, n. 17889 Fatto Con ordinanza del 27/05/2014, il Tribunale del Riesame di Milano confermava il decreto con il quale, in data 23/04/2014, il giudice per le indagini preliminari del medesimo Tribunale, aveva ordinato il sequestro preventivo, anche per equivalente, fra l’altro, nei confronti della MARKAB...