Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 2 ottobre 2017, n. 45300. Con riguardo al criterio differenziale tra il delitto di rapina mediante minaccia e quello di truffa aggravata
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Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 2 ottobre 2017, n. 45300. Con riguardo al criterio differenziale tra il delitto di rapina mediante minaccia e quello di truffa aggravata

  Con riguardo al criterio differenziale tra il delitto di rapina mediante minaccia e quello di truffa aggravata dall’ingenerato timore di un pericolo immaginario,  occorre rifarsi al diverso modo in cui viene prospettato il danno; in particolare ricorre la truffa aggravata, quando il danno viene prospettato come possibile ed eventuale e non proviene mai, direttamente...

Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 28 giugno 2017, n. 31652
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Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 28 giugno 2017, n. 31652

Qualora l’oggetto materiale del reato sia costituito da titoli di credito, il momento della sua consumazione è quello dell’acquisizione da parte dell’autore del reato, della relativa valuta, attraverso la loro riscossione o utilizzazione, poiché solo per mezzo di queste si concreta il vantaggio patrimoniale dell’agente e nel contempo diviene definitiva la potenziale lesione del patrimonio...

Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 23 febbraio 2017, n. 8889.
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Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 23 febbraio 2017, n. 8889.

In tema di peculato, nessuna efficacia esimente può attribuirsi alla causa di giustificazione del consenso dell’avente diritto, quando i beni che costituiscono oggetto della condotta delittuosa appartengono alla pubblica amministrazione SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II PENALE SENTENZA 23 febbraio 2017, n.8889 RITENUTO IN FATTO Con sentenza resa all’udienza del 14/2/2013 il Gup del Tribunale...

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Corte di cassazione, sezione II penale, sentenza 1 dicembre 2016, n. 51334

Non si ravvisa il reato di truffa nella condotta del datore di lavoro che, esponendo falsamente di aver corrisposto al lavoratore somme a titolo di indennità per malattia, assegni familiari e cassa integrazione guadagni, ottenga dall’I.N.P.S. il conguaglio di tali somme, in realtà non corrisposte, dal momento che difettano alcuni elementi strutturali di tale reato...

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Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 1 agosto 2016, n. 33567

Si configura il reato di truffa aggravata per il dipendente comunale che non timbra il badge regolarmente e che viene sorpreso in altro luogo da strutture audiovisive installate dalla polizia Suprema Corte di Cassazione sezione II penale sentenza 1 agosto 2016, n. 33567 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE...

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Corte di Cassazione, sezione feriale penale, sentenza 16 agosto 2016, n. 34887

L’avvocato che si fa pagare dal cliente un’attività da lui non effettivamente compiuta non può beneficiare della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, anche se la somma lucrata è di minima entità e lo stesso legale è incensurato, in considerazione della lesione al vincolo di fiducia che lega il cliente al proprio...

Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza del 1 settembre 2016, n.36272
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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza del 1 settembre 2016, n.36272

Ai fini dell’individuazione dei reati ai quali è astrattamente applicabile la disciplina dell’istituto della sospensione con messa alla prova, il richiamo contenuto nell’art. 168-bis cod. pen. alla pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni va riferito alla pena massima prevista per la fattispecie-base, non assumendo a tal fine alcun rilievo le circostanze...

Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 9 agosto 2016, n. 34765
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 9 agosto 2016, n. 34765

Qualora il mezzo di ricerca della prova sia legittimamente autorizzato all’interno di un determinato procedimento concernente uno dei reati di cui all’articolo 266 del Cpp, i suoi esiti sono utilizzabili anche per tutti gli altri reati relativi al medesimo procedimento, mentre nel caso in cui si tratti di reati oggetto di un procedimento diverso ab...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 dicembre 2015, n. 50102. Il legale rappresentante della società, imputato per il reato sul quale si basa la responsabilità dell’ente, non può nominare come suo difensore di fiducia lo stesso legale destinato a seguire la difesa della persona giuridica nel procedimento che la coinvolge, perché in conflitto di interessi. Se ciò accade, il giudizio è viziato per violazione del diritto di difesa dell’ente e deve ripartire dal primo grado

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 dicembre 2015, n. 50102 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. PISTORELLI Luc – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...